PARASCOLASTICHE, ISTITUZIONI
. Si designano con questo nome le opere che fiancheggiano la scuola col duplice intento di eliminare gli ostacoli frapposti dalla miseria e dal deperimento fisico alla regolare frequenza e all'ordinato lavoro degli alunni e di promuovere talune forme complementari di educazione a cui la scuola direttamente non provvede.
Ancora nel 1897 il direttore generale dell'istruzione primaria F. Torraca nella sua relazione annuale sulle condizioni della scuola elementare lamentava che la legge Coppino del 15 luglio 1877 avesse sancito l'obbligo scolastico senza imporre ai municipî e alle congregazioni di carità il compito di aiutare gli alunni poveri. Solo alla fine del secolo l'assistenza scolastica diventa intensa e sistematica.
Nel 1900 la città di Pavia impianta la prima Cassa comunale per la refezione, che viene così regolarmente assicurata come condizione preliminare del lavoro scolastico, e l'esempio si diffonde con rapidità anche in molti comuni minori, mentre i più insigni fisiologi incominciano a dibattere il problema dell'alimentazione più conveniente al fanciullo, giungendo quasi sempre a raccomandare il regime vegetariano. Nel tempo stesso i comuni più ricchi gareggiano nello sviluppare la difesa igienica dello scolaro con un accurato servizio d'ispezioni sanitarie, di misure profilattiche, di visite cliniche, di assistenza odontoiatrica e con nuove indagini sulla patologia del fanciullo, come le ricerche sull'adenoidismo tentate per la prima volta in Italia nel 1899 nelle scuole di Milano. Nel 1905 Charlottenburg aprì a vantaggio dei fanciulli gracili la sua celebre Waldschule che venne prontamente imitata in tutto l'Occidente, compresa l'Italia, dove la prima scuola all'aperto sorse nello stesso anno in Padova con l'intervento della Croce Rossa. E agli stessi fini di risanamento fisico contribuirono le colonie climatiche, che si andarono rapidamente moltiplicando negli stessi anni.
La brevità dell'orario scolastico determinò la fondazione dei ricreatorî, dei doposcuola, dei dopoasili, delle case dello scolaro. I ricreatorî di Trieste, governati da Nicolò Cobol, furono celebri non soltanto per la loro ricchezza e per il loro sagace ordinamento, ma anche per il vivo sentimento di nazionalità, che seppero accendere nel cuore dei fanciulli durante la dominazione austriaca.
La molteplicità di queste fondazioni, le loro frequenti interferenze, l'ingiusta disparità dei loro bilanci provocarono il riconoscimento ufficiale dei patronati (v.), di cui la legge 4 giugno 1911 impose la costituzione in ogni comune "per raccogliere in unità organica tutte le istituzioni che preparano, accompagnano e continuano l'opera della scuola". E già la fusione di tutte queste disparate iniziative era apparsa come una vera necessità pedagogica anche ai creatori delle scuole d'avanguardia, come Giuseppina Pizzigoni che, aprendo nel 1911 in Milano la Rinnovata nella forma di una grande scuola all'aperto, a profitto non più di pochi ammalati, ma di tutta la massa dei fanciulli sani e normali, vi aveva armonicamente inserito l'assistenza medica, il doposcuola, la refezione in comune, i viaggi d'istruzione. La sola opera parascolastica, che inizialmente non rappresenti un momento essenziale nel processo dell'educazione, è forse la mutualità scolastica, nata nel 1896 a Parigi, dove il giudice Cavé fondò le prime società scolastiche di mutuo soccorso, "les petites Cavés", imitate pochi anni dopo anche in Italia. Il r. decr. 31 dicembre 1923 sull'obbligo scolastico riuscì tuttavia a inquadrare nella cornice della scuola anche la mutualità, a cui assegnò più vasti compiti: l'educazione alla previdenza e all'aiuto reciproco tra gli scolari, le cure preventive per i fanciulli gracili, l'assistenza intellettuale, le occupazioni ricreative, oltre alle due funzioni tradizionali di sussidiare gli ammalati e d' iscrivere i soci alla Cassa nazionale per le assicurazioni, in modo da garantire ai ragazzi destinati al lavoro la pensione di vecchiaia.
Quel che vien fatto in Italia dal 1923 nel campo delle opere parascolastiche ha un valore considerevole non solo per lo straordinario impulso dato alle forme consuete di assistenza e alla creazione di altre iniziative congeneri, ma anche per il sorgere del nuovo concetto dell'educazione integrale, onde più non si ammette una scuola ridotta alla funzione dell'insegnamento, ma si esige che lo stato tuteli nel proprio interesse e per i proprî fini lo sviluppo completo di tutti i fanciulli. Deriva da questo principio che l'era delle istituzioni parascolastiche si può considerare come chiusa e le colonie, i ricreatorî, i doposcuola cessano di essere istituzioni marginali di assistenza occasionale e contingente per diventare elementi essenziali di ogni scuola moderna.
È nota dovunque l'imponente estensione data dal fascismo alle colonie marine, fluviali, montane, elioterapiche, che ospitano con ogni cura anche i piccoli italiani residenti all'estero, ma va segnalata anche la recente fondazione di talune splendide colonie permanenti e di numerose scuole all'aperto, come la colonia Geremicca aperta a Napoli sulla collina di Posillipo nel 1926, la scuola Wedekind di Palermo, la colonia Pietro Fedele di Scauri presso Minturno.
Attorno all'Opera nazionale balilla (v. balilla: L'Opera nazionale balilla) si va delineando un concentramento generale delle attività parascolastiche. Nel 1930 l'Opera ha assunto la gestione dei Patronati, aggiungendo ai vecchi servizî di assistenza altre iniziative: i campeggi, le crociere, la fornitura degli apparecchi radioriceventi, l'impianto del cinematografo. Il Bollettino dell'Opera Balilla contiene i più ampî ragguagli sul crescente numero dei fanciulli tutelati dall'Opera, che tende ad assistere la totalità degli scolari, e sulla costruzione delle Case del balilla, che dispongono di palestre, di campi di giuoco, di biblioteche, di sale di studio e di ricreazione. Altri enti da ricordare in questo campo sono la Croce rossa giovanile, che mira a diffondere una salda coscienza igienica in tutte le scuole; l'istituto Luce, che fornisce le cineteche scolastiche e approfondisce la questione del cinematografo educativo; l'Ente radiorurale, che col suo periodico La radio rurale raggiunge anche le scuole dei centri minori; il Comitato nazionale forestale, che provvede alla propaganda scolastica in favore della festa degli alberi; l'Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche già riconosciute da un decr. legge del 2 settembre 1917; l'Ente nazionale per la mutualità scolastica, che, con una radicale trasformazione dei suoi precedenti criterî, sta preparando l'emissione di polizze assicurative pagabili alla fine degli studî o all'atto del matrimonio. Ma queste istituzioni, essendo tutte emanazioni dello stato, ben lungi dallo svolgere azioni divergenti, obbediscono a una stessa disciplina e concorrono con la loro opera a un intento comune. Esse hanno, d'altra parte, sostituito molte organizzazioni particolari e sbandate, contribuendo così, col solo fatto della loro formazione, a una maggiore unità dei servizî scolastici.
Le scuole medie, per la maggiore agiatezza degli alunni e la maggiore cultura delle loro famiglie, hanno finora sentito meno il bisogno dell'assistenza. Gioverà tuttavia ricordare che nei consigli d'amministrazione delle Casse scolastiche, che sono l'organo dell'assistenza nelle scuole medie, entra, per recente disposizione, anche una rappresentanza dell'Opera nazionale balilla.