Istituto superiore di sanità
Ente pubblico (in sigla ISS) che svolge la funzione di organismo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale coniugando le attività di ricerca a quelle di consulenza, di formazione, di controllo in relazione ai problemi di salute pubblica. Costituito nel 1934 con il nome di Istituto di sanità pubblica, nel 1941 assunse l’attuale denominazione.
Nato da un accordo tra il regime fascista e la Fondazione Rockefeller (al cui interno operava l’International Health Division, che aveva il compito di combattere le malattie infettive socialmente più rilevanti nel mondo), fu pensato inizialmente come strumento per contrastare la malaria che, all’inizio del 20° sec., rappresentava in Italia una grave emergenza sanitaria. Inizialmente vennero creati quattro laboratori: malariologia, batteriologia, chimica e fisica. Tra il 1935 e il 1961, sotto la direzione di D. Marotta, l’ISS. si sviluppò fino ad avere dieci laboratori e oltre 800 persone impiegate.
I compiti dell’ISS sono i seguenti: svolgimento di attività di ricerca ai fini della tutela della salute pubblica; esecuzione di controlli analitici; realizzazione di accertamenti e indagini di natura igienico-sanitaria; organizzazione di corsi di specializzazione e aggiornamento degli operatori sanitari laureati; mantenimento dell’inventario nazionale delle sostanze chimiche ai fini della prevenzione dall’intossicazione ambientale. In partic., le attività di ricerca dell’ISS si rivolgono ad aspetti cruciali della politica della salute in Italia: lotta all’AIDS e alle principali malattie infettive, ricerche sul cancro, sicurezza ambientale e alimentare. Più recente l’apertura di settori di ricerca riferiti alla biologia cellulare e alle neuroscienze. L’ISS rappresenta la principale rete epidemiologica italiana, ed effettua il monitoraggio anche delle malattie infettive emergenti.
L’ISS è stato ristrutturato con l. 7 ag. 1973, n. 519, che ne ha previsto la ripartizione in laboratori e servizi generali, nonché la direzione e amministrazione da parte di organi collegiali (comitato amministrativo, consiglio dei direttori di laboratorio, consiglio di laboratorio) e organi individuali (direttore dell’Istituto, direttore di laboratorio, capi dei servizi amministrativi e del personale, ecc.). Con la riforma del 2001, stabilita con decreto del presidente della Repubblica n. 70, l’ISS ha cambiato il suo stato giuridico, diventando ente di diritto pubblico che opera come agenzia autonoma, sotto la sorveglianza del Ministero della salute. In seguito al decreto riorganizzativo, l’ISS è stato strutturato in dipartimenti scientifici (7 nel 2003) e in centri nazionali (rete epidemiologica e qualità degli alimenti e rischi alimentari); ha acquisito inoltre autonomia scientifica, gestionale e amministrativa, pur mantenendo il ruolo di riferimento tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale.