ISSOGNE (A. T., 20-21)
Paese della provincia di Aosta, da cui dista circa 40 km., a 380 m. s. m., nella valle della Dora Baltea, a destra del fiume. Contava 760 ab. nel 1921; il suo comune, vasto 23,77 kmq., ne contava 1040, saliti a 1131 nel 1931.
L'attuale castello d'Issogne, fatto costruire da Giorgio di Challant verso la fine del Quattrocento per Margherita de la Chambre, madre del conte Filiberto, di cui egli era zio e tutore, è un maniero signorile, a pianta quadrangolare irregolare, con torri agli angoli, racchiudente un cortile decorato a fregi e stemmi. I caratteri stilistici inducono a ritenerlo opera d'architetti lionesi. Nell'androne e nel portico del cortile alcuni affreschi, probabilmente anch'essi di scuola lionese, rappresentano scene di varî mestieri (il sarto, lo speziale, i soldati, ecc.) e sembrano un'ultima derivazione delle scene del ciclo del "Tacuinum sanitatis". Essi non sono anteriori al primo quarto del '500. All'interno altri affreschi ornano la "sala di giustizia". Il castello fu dimora degli Challant fino al secolo scorso, quando venne acquistato dal pittore Avondo che lo restaurò e lo donò allo stato. Nel museo civico di Torino sono conservate due vetrate del castello d'Issogne, che mostrano anch'esse caratteri di scuola lionese, della fine del secolo XV e del principio del secolo XVI.
Bibl.: G. Giacosa, Il castello di Issogne, Torino 1884; id., Castelli valdostani e canavesani, Torino 1897, pagine 85-99; C. F. Biscarra, in Atti della Soc. d'Arch., 1878, V, ii, p. 264; L. Vaccarone, I Challant, Torino 1893; F. Casanova, Nuova guida ill. della Valle d'Aosta, Torino 1904, I, pp. 129-141; R. Forrer, Spätgotische Wandmalereien u. Wohnräume am Schloss Issogne, Strasburgo 1896; A. Colasanti, in Boll. d'arte, 1907, n. 8, p. 24; T. Leclerc, in Gaz. des beaux-arts, 1907, I, p. 132; P. Toesca, La pittura e la miniatura in Lombardia, Milano 1912, p. 366; Brocherel, I castelli della Valle d'Aosta, Aosta 1930.