VERGINI, Isole delle (ingl. Virgin Islands; sp. Las Vírgenes; A. T., 153-154)
Gruppo insulare costituito da un centinaio di isole, isolotti e scogli che, con una superficie complessiva di 494 kmq., si estende come un ponte di passaggio tra le Piccole e le Grandi Antille. A queste ultime è, però, da ricollegarsi per l'origine e la costituzione del suolo. Le isole, di cui l'arcipelago si compone, sorgono infatti sulla stessa piattaforma sottomarina di Portorico e fanno parte di un esteso banco (Virgin bank), di origine vulcanica e corallina, lungo circa 140 km., separato dalle Piccole Antille da profondità superiori ai 3000 m. Il suolo, arido e poco fertile, mal si presta alle colture, limitate alle isole maggiori (cotone, canna da zucchero, ananas). L'importanza dell'arcipelago è dovuta unicamente alla posizione strategica di alcune delle sue isole. Il clima è equatoriale con temperature medie elevate e forti precipitazioni (dai 1400 ai 1900 mm.). La popolazione dell'intero gruppo insulare, che da un secolo è in via di continua diminuzione, era nel 1930 di circa 30.000 abitanti.
Le isole Vergini, scoperte il 4 ottobre 1493 da Cristoforo Colombo, al quale risale il nome che ancor oggi conservano, sono politicamente divise tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (Indie Occidentali Britanniche). Alla Gran Bretagna appartengono una trentina di isolette (sup. totale 150 kmq., con 5488 abitanti) delle quali la maggiore è Tortola con il buon porto di Roadtown, capoluogo (460 ab.). Seguono Jost Vandyke, Anegada, arida e semisommersa, e Virgin Gorda in posizione strategica allo sbocco del canale delle Vergini. Nella sola Tortola è possibile qualche coltura (ananas).
Le isole Vergini americane (sup. 344 kmq. con 22.062 abitanti nel (1931) comprendono: San Tommaso (86 kmq.), con il porto omonimo capoluogo del gruppo (7036 ab.); S. Giovanni (54 kmq.); S. Croce (210 kmq.), che geograficamente non fa parte dell'arcipelago, da cui la separano profondità superiori ai 6000 m.; e infine Culebra e Vieques, dipendenti amministrativamente da Portorico.
Nell'isola S. Croce è notevole la coltivazione della canna da zucchero, ma l'area dedicata a tale coltura, nell'ultimo trentennio è andata sempre diminuendo. Viene esportato lo zucchero, in piccola quantità, nonché una qualità di rum assai pregiata.
Linee regolari di vapori uniscono il gruppo a Portorico e New York.
Bibl.: E. B. Shaw, St. Croix, a marginal sugar producing island, in Geograph. Review, 1933; H. A. Meyerhoff, The Physiography of the Virgin islands, Culebra and Vieques, New York 1926; F. Rose, Landeskundliche Untersuchung der Jungfern Inseln, Lipsia 1930; E. B. Shaw, Population adjustments in our Virgin islands, in Econ. G. Worcester, XI, 1935.