BALEARI, Isole
(catalano Illes Balears)
Arcipelago situato nel Mediterraneo occidentale, in corrispondenza della costa catalana e del golfo di Valencia, comprendente le isole di Maiorca, Minorca, Ibiza (l'isola del sale) e Formentera. Grazie alla loro posizione le B., insieme alla Sardegna, hanno permesso lo stabilirsi di un contatto diretto tra la Spagna orientale e l'Italia, costituendo la tappa intermedia di una delle poche linee di navigazione attraverso le isole del Mediterraneo nel Medioevo, in un'epoca in cui generalmente i marinai preferivano costeggiare la terraferma. Questa situazione privilegiata favorì l'intrecciarsi di fruttuose relazioni fra la Catalogna e l'Italia, dopo l'eliminazione della pirateria. Contro di essa, presente nell'arcipelago a partire dalla conquista musulmana del sec. 9°, fin dal 1113 i Pisani organizzarono una spedizione cui parteciparono i nobili catalani e provenzali; ma il suo totale debellamento fu ottenuto solo nel 1229 dal re d'Aragona Giacomo I il Conquistatore, che promosse anche un primo ripopolamento cristiano delle isole.Dopo essersi impossessati delle B., i Catalani proseguirono la loro espansione nel Mediterraneo: la Sicilia venne conquistata nel 1282 e la Sardegna nel 1325. A Barcellona, città dalla quale era stata diretta la politica espansionistica aragonese nel Trecento, subentrò Valencia, che divenne centro propulsore della conquista del regno di Napoli, realizzata da Alfonso il Magnanimo nel 1442. Elemento essenziale di questo dominio marittimo, le B. e soprattutto Maiorca presero parte ai traffici commerciali e ai contatti artistici, di cui la città di Palma divenne un importante centro. Questo stato di cose perdurò finché il Mediterraneo rimase un bacino cristiano, cioè fino al momento in cui i Turchi, alleati con i corsari nordafricani, riuscirono a stabilirvi la propria supremazia.Il regno di Maiorca (1276-1344) corrisponde a uno dei periodi più fecondi e più originali dal punto di vista artistico. Questo piccolo stato indipendente, territorialmente non unitario, di cui facevano parte le B. insieme con il Rossiglione, la Cerdaña e la città di Montpellier, era dotato di due capitali: Perpignano e Palma di Maiorca.La nuova dinastia, ramo cadetto della famiglia reale d'Aragona, di lingua e cultura catalana, fece innalzare in queste due città, fra la fine del sec. 13° e l'inizio del 14°, due importanti castelli: il Palau del Rey a Perpignano e l'Almudaina a Palma, le cui funzioni multiple - residenza, rappresentanza, difesa e amministrazione - erano nettamente differenziate. Questa chiarezza di intenzioni è dimostrata dall'adozione di una planimetria geometrica rigorosa applicata a tutte le residenze reali e in particolare al castello di Bellver che, dalla sommità di un'altura, domina tutta la baia di Palma. Ma, mentre l'Almudaina e il castello di Perpignano hanno pianta rettangolare e sono suddivisi in spazi di uguale forma da cortili intorno a cui si dispongono le diverse costruzioni, il castello di Bellver è a pianta perfettamente circolare. Abbandonata dall'epoca romana, questa tipologia architettonica non ricomparve nella penisola iberica che nel Rinascimento, con il palazzo di Carlo V a Granada. Il gusto per la regolarità geometrica, di cui l'architettura del regno di Maiorca è espressione, sembra essere un riflesso diretto, anche se tardivo, della rinascita artistica verificatasi nell'Italia meridionale sotto il regno di Federico II. Il fenomeno appare meglio spiegabile tenendo presenti i vincoli matrimoniali che legavano la famiglia reale maiorchina agli Angioini, successori degli Svevi a Napoli. Nel 1304, infatti, Sancio, erede al trono di Maiorca, aveva sposato Maria di Napoli, mentre sua sorella Sancia si era unita in matrimonio al fratello di Maria, Roberto, duca di Calabria, figlio ed erede di Carlo II d'Angiò. Non è inverosimile che Giacomo I di Maiorca, padre di Sancio, morto nel 1311, si sia fatto accompagnare dal suo architetto, Pons Descoyl di Perpignano, durante un viaggio a Napoli.Fu senza dubbio a imitazione del modello prestigioso proposto dalla corte del re di Francia (del quale il sovrano di Maiorca era vassallo per Montpellier) che venne attribuito particolare rilievo allo sfarzo delle cerimonie religiose e quindi alla qualità dell'architettura e della decorazione pittorica e plastica delle cappelle dei castelli di Perpignano e dell'Almudaina. Il loro stile derivato dal Gotico rayonnant, attraverso influenze della cattedrale di Narbona, caratterizza anche il capocroce della cattedrale di Palma, costruito nel primo quarto del 14° secolo.Una fervida attività edilizia fu promossa dagli Ordini mendicanti legati alla nascente società mercantile cittadina. La chiesa dei Francescani di Palma, iniziata nel 1286 e terminata verso la metà del sec. 14°, richiama il Gotico della Linguadoca e della Catalogna. L'ampia navata unica, in origine coperta a capriate con archi-diaframma, termina con un'abside poligonale che nel sec. 15° venne dotata di cappelle radiali. Il chiostro, costruito tra il 1314 e il 1338 ca., presenta una tipologia ad arcate trilobe traforate ampiamente diffusa nel territorio catalano. Posteriore di un decennio alla chiesa dei Francescani, quella dei Domenicani se ne diversificava solo per l'esistenza di cappelle laterali lungo la navata. La sua costruzione venne iniziata dall'architetto Jaume Faber (o Fabre), che è noto fosse impegnato in questa costruzione quando, nel 1317, venne chiamato a Barcellona per dirigere il cantiere della cattedrale. La distruzione dell'annesso convento nel 1837 ha determinato la scomparsa della chiesa e degli altri edifici, che si qualificavano per le eleganti sale a colonne (portineria, sala capitolare e refettorio). Queste slanciate costruzioni possono essere considerate come lontani precedenti della Lonja de Comercio di Guillem Sagrera.Nella prima metà del sec. 14° venne costruita anche parte della parrocchiale di Santa Eulalia di Palma, la cui struttura sembra ispirata agli esempi del Midi della Francia: corpo longitudinale a tre navate con cappelle laterali, capocroce con deambulatorio e cappelle radiali. Nell'alzato si nota un'esitazione tra i modelli della Linguadoca e della Catalogna per quanto riguarda i rapporti di altezza fra la navata centrale e quelle laterali: mentre le chiese linguadocane presentano una navata centrale sensibilmente più alta delle laterali e gli edifici religiosi catalani sono invece da considerare in molti casi vere e proprie chiese 'a sala', la chiesa maiorchina adotta una soluzione intermedia.A partire dalla fine del sec. 13° iniziò nelle B. un'intensa attività pittorica che perdurò per tutta l'epoca gotica. Sotto la dinastia maiorchina l'influenza italiana fu preponderante nella miniatura, nella pittura su tavola e nell'arte vetraria. È documentata l'attività a Maiorca del maestro vetrario senese Matteo di Giovanni, autore nel 1327 del finestrone del capocroce della chiesa domenicana di Palma; diventato cittadino di Maiorca, la sua attività si estese alla cattedrale e all'Almudaina. La critica ha raccolto intorno a una singola figura di pittore-miniatore l'insieme della produzione pittorica maiorchina d'influenza italiana del secondo quarto del sec. 14°, assegnando a questo artista il nome di Maestro dei Privilegi (Meiss, 1941), in onore del più interessante di questo gruppo di codici: il Llibre dels Privilegis de Mallorca (Palma di Maiorca, Arch. del Reino de Mallorca), che il copista Romeu des Poal, originario di Manresa in Catalogna, iniziò a scrivere il 22 settembre 1334. Lo stile della miniatura del frontespizio del testo catalano si ritrova nella decorazione di un altro manoscritto di grande valore storico, le Leggi palatine di Maiorca (Bruxelles, Bibl. Royale, 9169), in cui i vari dignitari di corte sono rappresentati nell'esercizio delle loro funzioni. Al frontespizio del testo latino, dove è rappresentato il re Giacomo il Conquistatore incoronato dagli angeli, sono da collegare soprattutto il retablo di S. Quiteria (Palma di Maiorca, Mus. de Mallorca) e quello di S. Eulalia (Palma di Maiorca, Mus. Catedralicio). È possibile che il capo di questa bottega, fortemente influenzata da Duccio, soprattutto per quanto riguarda i particolari fisionomici dei volti, sia da riconoscere nel pittore Joan Loert, spesso citato nei documenti dell'epoca.La conquista, nel 1343, delle B. da parte del re d'Aragona Pietro il Cerimonioso permise a Barcellona di stabilire una duratura influenza sulla vita artistica dell'arcipelago. Nel 1345 il sovrano ordinò al pittore di corte, Ferrer Bassa, una pala d'altare per la cappella di Santa Ana del castello dell'Almudaina, opera terminata nel 1358 dal successore di Ferrer Bassa, Ramon Destorrents. Ne rimangono solo il pannello centrale (Lisbona, Mus. Nac. de Arte Antiga) e la Crocifissione che ne costituiva il coronamento (Palma di Maiorca, Mus. de Mallorca). Lo stile delle due tavole prova che il rivolgimento politico non aveva rimesso in discussione, ma semmai aggiornato, il gusto per la pittura italiana e specialmente per quella senese, che continuò infatti a esercitare una profonda influenza durante tutta la seconda metà del 14° secolo. Si assistette all'epoca, a Maiorca, a un'evoluzione parallela a quella operata a Barcellona dai fratelli Serra, il cui frutto più significativo è il retablo di S. Paolo, ordinato dal vescovo Antonio Galiana (1363-1375) per la cappella del palazzo episcopale di Palma e ivi conservato. Più rilevanti furono i cambiamenti intervenuti nel cantiere della cattedrale di Palma. Poco dopo la metà del sec. 14°, la ricerca di una sorta di gigantismo d'effetto determinò una variazione nello stile architettonico: nel 1368 il nuovo architetto chiamato a guidare i lavori, il maiorchino Jaume Mates, scelse come sostegni del corpo longitudinale della chiesa, diviso in tre navate, alti pilastri ottagonali, sottili e lisci, senza dubbio derivanti da Santa Maria del Mar, la grandiosa parrocchiale barcellonese ideata nel 1329 dai lapicidi Ramon Despuig e Berenguer de Montagut. La cattedrale di Palma si differenzia tuttavia dal suo modello, in alzato, per la minore elevazione delle navate laterali.L'ultima fase del Gotico, nelle B., coincide in parte con l'attività del grande artista Guillem Sagrera (appartenente a una dinastia di scalpellini di origine locale), che nel 1397 collaborò con il padre e un cugino alla sistemazione del portale meridionale della cattedrale di Palma, detto Portal del Mirador. In questo importante cantiere furono attivi alcuni artisti francesi, come il piccardo Pierre de Saint-Jean e Jean de Valenciennes, a contatto dei quali il giovane maiorchino, senza lasciare la terra natale, poté iniziarsi alle novità che stavano trasformando profondamente lo stile della scultura occidentale. Nel 1410 la sua presenza è segnalata a Perpignano, dove si trovavano altri artisti venuti dal Nord della Francia; nel 1416 diventò capomastro della cattedrale della città e nel 1420 di quella di Palma; due anni più tardi ricevette il pagamento per la statua di S. Pietro del Portal del Mirador, opera che dimostra come egli padroneggiasse ormai pienamente lo stile elaborato da Sluter, stile che caratterizza anche la statua di S. Paolo (nello stesso portale, di fronte a quella di S. Pietro), di cui pure fu verosimilmente l'autore.Nel 1426, al culmine della sua attività, Guillem Sagrera aprì un nuovo cantiere, quello della Lonja de Comercio, opera chiave nella storia del Tardo Gotico in Spagna. Con le sue tre navi coperte da volte della stessa altezza d'imposta, l'edificio è un bell'esempio di struttura 'a sala' in cui appare ripreso anche il motivo delle colonne tortili, molto diffuso nel Levante spagnolo alla fine del Medioevo. Non meno interessanti si rivelano le sculture che ornano la loggia all'interno e all'esterno, anche se una parte di questa decorazione è scomparsa e nelle parti conservate è notevole la presenza di aiuti. La produzione del maestro è costituita da statue di grande qualità (la Vergine con il Bambino incoronato da un angelo, l'Angelo protettore del commercio), prove dell'evoluzione che aveva condotto Guillem Sagrera dall'adozione dello 'stile borgognone' alla creazione di un linguaggio più personale. Nel 1447 il maiorchino prese congedo dal capitolo della cattedrale di Palma e si trasferì a Napoli, su invito di Alfonso il Magnanimo, per collaborare alla ricostruzione di Castel Nuovo.Nel campo della pittura, l'Italia tornò a esercitare una forte influenza all'inizio del 15° secolo. Il retablo della Vergine della chiesa di Montesión a Palma appare direttamente ispirato all'arte senese ed è stato avvicinato a opere di Luca di Tommè, Bartolo di Fredi e Taddeo di Bartolo (Post, 1930). Lo stile è prossimo a quello di Gabriel Moger, autore della tavola con la Madonna del latte (Campos, parrocchiale). Successivamente le influenze italiane si limitarono a costituire uno degli elementi dello stile internazionale, come dimostra la tavola con la Dormizione di Maria della chiesa di Santa Eulalia a Palma. Fra il 1434 e il 1442 è da situare la presenza a Maiorca del pittore valenzano Miguel d'Alcanyis, in cui le raffinate matrici toscane si mescolano con l'espressionismo germanico di Marzal de Sax; egli fu autore nel 1442 di due scomparti di predella (Alcudia, mus. parrocchiale), nonché del retablo della Vergine della Mercede, diviso tra il Mus. mun. di Pollensa e il convento della Concepción di Palma.
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