ISOLA COMACINA
. Piccola isola nel ramo sud-occidentale del lago di Como, che dà il nome a un comune con una superficie di 19,01 kmq. e 2463 ab. (sede del comune a Sala Comacina).
Le prime notizie che si hanno dell'isola rimontano al sec. VI. Ma l'importanza dell'Insula Cumana si palesa solo dopo la calata dei Longobardi: organizzata dai Bizantini come uno dei castelli a difesa contro i Franchi, che avevan combattuto come alleati dei Goti nella guerra fra questi e Narsete, si trovava precisamente nel posto più favorevole per collegare il castello di Axungia (Castiglione d' Intelvi) e il lago di Lugano con il Lario e Chiavenna. E ben se ne avvidero i Longobardi stessi, che per vent'anni non poterono espugnarne le forti difese. Solo, infatti, nel 590 Francione la cedette ad Autari dopo un assedio di sei mesi, onorevolmente sostenuto. Ma pur caduta sotto il dominio dei nuovi conquistatori e aggregata al ducato di Bergamo, non perdette della sua importanza, come mostra la lotta ivi sostenuta, l'anno seguente, da Gaidulfo, duca di Bergamo, contro Agilulfo. Anche allora l'Isola fu espugnata, e tutto il tesoro dei Romani fu trasportato a Pavia. Pare che insieme ai Romani avesse riparato nell'isola anche il vescovo di Como, Agrippino.
Per un secolo avvenimenti nuovi pare non siano capitati, fino al tempo, cioè, in cui riparò nell'isola Cuniperto re, per muover poi contro Alachi, duca di Trento (688-90), e poco tempo dopo Ansprando dalle fortificazioni dell'isola si difese contro il re Ariperto, prima di cercar protezione presso il duca di Baviera. In quell'occasione Ariperto ne distrusse le fortificazioni, e la località perdette per parecchio tempo d'importanza. La conquista franca portò l'isola a essere unita al comitato di Lecco. Questa unione fruttò più tardi nuove lotte intorno all'isola, vale a dire al tempo delle guerre fra Ottone e Berengario, quando Waldo, vescovo di Como, comandò una spedizione contro l'Isola Comacina, difesa dai conti di Bergamo e Lecco.
Conviene osservare, però, che il termine medievale di Isola Comacina non delimita solo l'isola nel senso strettamente geografico, ma il territorio, che sulla riva prospiciente comprendeva pure: Colonno, Sala, Spurano, Ossuccio, Campo, Balbiano, Lezzeno e Villa. Da ciò si comprende come l'organizzazione comunale, sorta sulle rovine del mondo feudale, ma come continuazione di un piu antico ordinamento, si presenti completa e ben individuata nei suoi elementi, al pari delle università di Valle.
Durante la lotta decennale fra Milano e Como (1117-1127) l'Isola parteggiò per Milano, e a ciò non deve essere stato indifferente l'influsso dei cluniacensi in urto col vescovo di Como. Pure, sconfitti una prima volta alla Breggia (1119), assediati da Comaschi e Gravedonesi (1124-25), si salvarono dalla rovina solo perché i Milanesi assediarono Como, che fu poi distrutta (1127). Staccata dall'alleanza di Milano da Federico Barbarossa (1159), l'Isola fu facile preda dell'odio di Como, che, dopo la distruzione di Milano, aveva acquistato una vera egemonia sul lago. Assalita nel 1169, in poco tempo essa venne quasi completamente distrutta, e gli abitanti dispersi. L'Isola divenne, poi, proprietà del vescovo di Como, Leone Lambertenghi, quindi passò ai Vacona, e poi, per diverse mani, giunse, or non è molto, nelle mani del re del Belgio, che ne faceva dono allo stato italiano.
Bibl.: U. Monneret de Villard, L'Isola Comacina, Como 1914; Adami, Varenna e il monte di Varenna, Milano 1927.