ISMENIA ('Ισμηνίας, Ismenias)
Uomo politico greco del secolo IV a. C. Tebano, di larghissimo censo, non seguì l'atteggiamento della maggior parte dei plutocrati della sua città che videro in Sparta, durante la guerra del Peloponneso e dopo, la salvaguardia contro rivolgimenti economici. Parteggiò dalla fine della guerra del Peloponneso (404) alla sua morte (382) per il riavvicinamento con Atene come unica salvaguardia dal prepotere spartano e fu quindi uno di quegli uomini che posero le basi dell'ideologia della solidarietà fra le due città, che ebbe una funzione molto importante per tutto il sec. IV. Anzi la sua personalità si confonde con quella del suo partito, né valgono a darle una fisionomia propria le doti di capitano, perché, a quanto pare, I. fu come tale mediocre. Data la diffusa ostilità contro la politica di oppressione di Lisandro, la reazione antispartana ebbe successo in un primo momento e portò alla guerra corinzia (395); ma i risultati di quella guerra, e il prepotere della Persia e la resurrezione di Atene, ridestarono i malcontenti, che prepararono la via al partito opposto. Il quale trionfò nel 382, allorché gli Spartani s'impadronirono della cittadella di Tebe, la Cadmea. I. fu accusato di alto tradimento dai nemici e condannato a morte. Ma la sua fine ebbe efficacia nella politica successiva, per lo sdegno che provocò, e valse a rafforzare quelle correnti pan-beotiche da cui sarà alimentata l'opera di Epaminonda.
Bibl.: G. v. Stern, Geschichte der spartanischen und thebanischen Hegemonie, Dorpat 1884, p. 17 segg.; J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., III, i, Berlino 1922, p. 66 segg.