ISMĀ‛ĪL pascià
Quinto sovrano autonomo, e primo khedive d'Egitto, nato nel 1830 da Ibrāhīm pascià, morto a Costantinopoli il 2 marzo 1895. Successo allo zio Sa‛īd pascià nel governo dell'Egitto (col titolo di governatore, ma di fatto con poteri sovrani) il 6 gennaio 1864, intraprese con grande energia una politica d'indipendenza e d'espansione, e al tempo stesso di europeizzazione dell'Egitto. Riuscì a farsi conferire (1867) il titolo di khedive dal sultano ottomano e a far mutare l'ordine turco di successione al trono. Assodò la conquista del Sūdān compiuta dai suoi predecessori ed estese il suo dominio fino alla costa del Mar Rosso a sud di Suākim, occupando anche Massaua. All'interno favorì l'immigrazione europea, rinforzò le finanze e l'esercito, promosse l'istruzione, tentando, e in gran parte ottenendo, di fare dell'Egitto uno stato all'europea. Il suggello a questa trasformazione fu dato dall'apertura del canale di Suez (1868), all'inaugurazione della quale egli affermò che "l'Egitto aveva cessato di far parte dell'Africa". Ma le enormi spese in cui I. (in questo rimasto autenticamente orientale) si era ingolfato senza controllo condussero lo stato al fallimento (1876) e costrinsero il khedive a subire un controllo finanziario franco-inglese sulle finanze. L'intervento straniero produsse malcontento nel paese e provocò una sollevazione militare: I. cedette alla corrente xenofoba e licenziò i consiglieri europei; ma fu costretto, dall'intervento dell'Inghilterra e della Francia, ad abdicare in favore del primogenito Tewfīq (26 giugno 1879). Dopo l'abdicazione, visse a lungo a Napoli, e fece educare in Italia gli altri figli, due dei quali, Ḥusain e Fu'ād salirono più tardi sul trono d'Egitto.