ISILLO ("Ισυλλος, Isyllus)
Poeta greco. Figlio di Socrate, di Epidauro, era ancor giovane nel 338 a. C.; circa al 280 a. C. va riportato il quinto dei cinque carmi che di lui abbiamo. Benché vissuto nel periodo più bello dell'arte ellenistica, I., vissuto in città di provincia, non ne ha sentito l'influsso, forse anche perché mancava di vera ispirazione poetica e fu poeta occasionale nel suo paese. I carmi di lui hanno tuttavia importanza storica e linguistica.
Il primo (7 tetrametri trocaici), in cui ricorda il ritorno degli ottimati al governo d'Epidauro, e il terzo (distico elegiaco seguito da tre esametri dattilici), che esalta il culto di Apollo Maleata, sono canti votivi. Nel secondo (17 esametri dattilici) I. si vanta d'aver cantato il νόμος in una processione religiosa; come avviene per il quarto (25 versi di ionici a minori), che ha la forma di un peana, col mito di Asclepio e di Coronide, già cantato da Esiodo e Pindaro. Il quinto (2 esametri dattilici) è ringraziamento ad Asclepio per la liberazione della città.
Bibl.: P. Kabbadias, in 'Αρχ. ἐϕημ., I (1883), p. 65 segg.: id., in Fouilles d'Epidaure, I (1891), p. 35 segg.: J. e Th. Baunack, Studien auf dem Gebiete d. griechischen und d. arischen Sprache, Lipsia 1886, I, i, p. 150 segg.; J. Baunack, Aus Epidauros, Lipsia 1890, p. 16 segg.; U. v. Wilamowitz, Isyllos v. Epid., Berlino 1886; A. Ludwich, Zur Isyllosinschrift, in Berl. philol. Woch., X (1890), p. 449 segg.; id., Homerischer Hymnenbau, Lipsia 1908, p. 271 segg.; F. Blass, Der Paian des Is., in Jahrb. f. Phil., CXXXI, p. 822 segg.; F. Susemihl, Gesch. d. gr. Litt. in d. Alexandrinerzeit, II, Lipsia 1892, pp. 519-21; C. Cessi, Poesia ellenistica, Bari 1912, pp. 316-18; Sitzler, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 2283; F. Hiller v. Gärtringer, in Inscr. Graecae, IV, i, Berlino 1929, p. 81 segg., n. 128.