• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

Isifile

di Clara Kraus - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

Isifile

Clara Kraus

Personaggio mitologico. Figlia di Toante, re di Lemno, con un inganno salvò la vita al padre quando le donne lemnie uccisero tutti gli uomini dell'isola, colpevoli di trascuratezza nei loro confronti.

Durante la sosta degli Argonauti a Lemno I. accolse nella propria casa Giasone, da cui ebbe due figli, Euneo e Toante. Dopo la partenza degli Argonauti, le donne di Lemno scopersero l'inganno con cui I. aveva sottratto il padre alla morte; costretta alla fuga, ella divenne schiava di Licurgo, re di Nemea, che affidò alle sue cure il proprio figlio Ofelte o Archemoro. Ma la sorte avversa volle che un giorno I., per mostrare la fonte Langia ai sette principi argivi, posasse il bimbo nell'erba e che questi, lasciato solo, morisse per il morso di un serpente. Per ordine di Licurgo e della moglie Euridice, I. doveva scontare con la morte la sua colpa; ma la strapparono al rogo i suoi due figli, sopraggiunti all'improvviso, e la riportarono a Lemno.

Il mito, che presenta numerose varianti, si ricostruisce in base a due fondamentali fonti latine: Ovidio (Her. VI) e Stazio (Theb. IV 740 ss. e l'intero libro V).

I. è ricordata quattro volte da D., con riferimento a quattro momenti diversi della vicenda mitica. Il richiamo più interessante si legge in If XVIII 88-94 dove, a proposito di Giasone e della sua sosta a Lemno, compare per esteso la prima parte del mito, dall'eccidio dei Lemnii alla partenza degli Argonauti. Il personaggio è interpretato con libertà rispetto alle fonti: I. non è colei che accoglie spontaneamente Giasone e se ne distacca poi con dolore, bensì è vittima del suo inganno, lei che a sua volta era stata autrice di un inganno, sia pure a fine benefico, ed è la donna abbandonata dal seduttore: Isifile ingannò, la giovinetta / che prima avea tutte l'altre ingannate. / Lasciolla quivi, gravida, soletta (vv. 92-94).

Quest'ultimo particolare poteva essere stato suggerito a D. solo dalle parole di congedo rivolte da I. a Giasone in Valerio Flacco (Argon. II 423-424 " refer et domitis a Colchidis oris / vela per hunc utero quem linquis Iasona nostro "), ferma restando la profonda divergenza di tono, che qui è dolente e affettuoso, modulato su parole augurali e piene di rimpianto; di comune non vi è che la circostanza di un figlio nascituro.

All'incontro con i principi argivi nella selva Nemea (cfr. Stazio Theb. IV 739 ss.) si riferisce la circonlocuzione usata da Virgilio per indicare a Stazio in I. una delle anime dimoranti nel Limbo: Pg XXII 112 Védeisi quella che mostrò Langia. Senza specifico riferimento al personaggio è citato invece l'accorato appello di I. ad Archemoro quando lo trova morto nell'erba e lo prende tra le braccia, in Cv III XI 16 e sì come dice Stazio nel quinto del Thebaidos, quando Isifile dice ad Archimoro: " O consolazione de le cose e de la patria perduta, o onore del mio servigio " (Stazio Theb. V 609-610 " o rerum et patriae solamen ademptae / servitiique decus ").

Al momento conclusivo del mito che vede i figli di I. sopraggiungere all'improvviso, e slanciarsi verso la madre che hanno riconosciuta e abbracciarla, s'ispira infine il paragone cui D. ricorre per esprimere il desiderio da lui provato di correre ad abbracciare il Guinizzelli, in Pg XXVI 94-96 Quali ne la tristizia di Licurgo / si fer due figli a riveder la madre, / tal mi fec'io (cfr. Stazio Theb. V 720-722 " per tela manusque / inruerant, matremque avidis complexibus ambo diripiunt flentes alternaque pectora mutant ").

Vedi anche
Ofelte (gr. ᾿Oϕέλτης) Mitico figlio di Licurgo, re di Nemea in Argolide. Alla nascita fu affidato alla nutrice Issipile con la proibizione, secondo un oracolo, di posarlo in terra prima che potesse camminare. Ma Issipile, per indicare una fonte d’acqua ai Sette eroi della spedizione contro Tebe, abbandonò ... Giasone (gr. ᾿Ιάσων) Mitico eroe greco, figlio di Esone re di Iolco e di Polifeme (o Polimede o Alcimede), il capo della spedizione degli Argonauti. Secondo la versione più comune della leggenda, il padre, quando fu spodestato dal fratellastro Pelia per salvare Giasone lo mandò presso il centauro Chirone, dal ... Anfiarao (gr. ᾿Αμϕιάραος) Antica divinità greca di carattere ctonio e profetico, probabilmente già venerata dai Micenei nel 13° sec. a.C. (Apijarewo), poi, a quanto pare, declassata a eroe. Il culto era particolarmente diffuso in Beozia e nel Peloponneso e dal 4-3° sec. a.C. anche nell’Attica, a Ramnunte.  ● ... Lemno (gr. Λῆμνος) Isola della Grecia (476 km2), nel Mare Egeo settentrionale, a SE della Penisola Calcidica; capoluogo Kastro. Costituita da un imbasamento cristallino sormontato da rocce eruttive recenti, è divisa in due parti dalle incisioni costiere di Purniàs e Mùdros; è collinosa (430 m) e priva di ...
Tag
  • CIRCONLOCUZIONE
  • ARGONAUTI
  • ARCHEMORO
  • EURIDICE
  • VIRGILIO
Altri risultati per Isifile
  • Issipile
    Enciclopedia on line
    (gr. ῾Υψιπύλη) Mitica figlia di Toante, re di Lemno. Quando le donne dell’isola uccisero tutti gli uomini, I. salvò il padre fingendo che fosse morto. Fatta regina, accolse gli Argonauti ed ebbe da Giasone i figli Euneo e Toante. Quando si scoprì che aveva salvato il padre, fu venduta schiava e finì ...
  • ISSIPILE
    Enciclopedia Italiana (1933)
    (‛Υψιπύλη, Hypsipãle) Angelo Taccone Figlia di Toante, re di Lemno. Quando le donne di Lemno uccisero tutti gli uomini, lei sola salvò il proprio padre, dando però a intendere ch'era morto. Divenne allora regina dell'isola, ed essendo colà in quel tempo approdati gli Argonauti, fece loro splendide ...
Vocabolario
ornato¹
ornato1 ornato1 agg. [part. pass. di ornare]. – Che ha ornamenti, che è ricco di ornamenti: palazzo o. di marmi; un libro o. di fregi; animo o. di virtù; una gentil donna di bellezze ornata e di costumi (Boccaccio); e con uso assol.: saloni...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali