ISIDORO di Siviglia
Nato intorno al 570, vescovo di Siviglia nel 599 o 600, presiedette nel 619 il secondo concilio di Siviglia e nel 633 il quarto concilio di Toledo. L'attività di I. (durata ininterrotta fino alla sua morte, avvenuta il 636) riguarda non tanto le vicende della Chiesa quanto la storia della cultura medievale: il vescovo di Siviglia si pone fra i più operosi ed efficaci maestri dell'età media, della quale fu rappresentante significativo e alle cui esigenze rispose con piena consapevolezza. Nato per il compito della compilazione, così da apparire come il più grande compilatore medievale, dispose in una sorta di enciclopedia tutto il sapere contemporaneo, di fonte classica e cristiana: somma vasta di conoscenze, alla quale si attinse largamente e a lungo.
Insigni, nell'ordine delle compilazioni e per la fama di cui godettero, sono le Etymologiae: ogni libro ha principio con l'indicazione del soggetto o dei soggetti da trattare; per ogni soggetto si dànno i vocaboli relativi, chiariti nell'origo loro (ma non senza bizzarrie) e nel significato; e attraverso le varie illustrazioni di vocaboli si viene a esporre e squadernare tutta quanta la scienza del tempo. Con le Etymologiae si possono collegare altre opere di I., quali i Libri diferentiarum (differenze di parole e di significati), il De natura rerum e, in qualche modo, i Synonyma, sive de lamentatione animae peccatricis, i quali influirono direttamente sullo stile della prosa dotta latina e italiana dei primi secoli. Frutto di compilazione sono anche le opere storiche: i Chronica maiora, compendiati poi nei Chronica minora, e le Historiae, che trattano dei Goti, dei Vandali e dei Suebi; il Liber de viris illustribus, contenente biografie di autori ecclesiastici, continua gli scritti analoghi di S. Gerolamo e Gennadio. Per soddisfare alle richieste dell'età, I. intese pure a variamente illustrare la Sacra Scrittura, con la storia dei santi del Vecchio e del Nuovo Testamento, con Prooemia e Quaestiones, con interpretazioni allegoriche e mistiche; scrisse di dogmatica (si ricordino i due libri De fide catholica ex veteri et novo Testamento contra Iudaeos), di liturgia (interessante il De ecclesiasticis officiis), di ascetica (la Regula monachorum) e lettere (in numero di undici). Le Etymologiae hanno anche singolare importanza per la storia della musica. In questo campo, è noto che I., al quarto concilio di Toledo, propose ehe venisse adottato in Spagna il canto sacro nella stessa guisa in cui era adoperato in Francia.
Ediz.: Opere in Migne, Patr. Lat., LXXXI-IV; Chronica maiora e Historiae, in Th. Mommsen, Chronica minora, II (Monum. Germ. hist., Auct. ant., XI); Originum sive etymologiarum libri XX, ed. W.M. Lindsay, Oxford 1911.
Bibl.: J. Tixerant, Précis de patrologie, Parigi 1920, p. 492 segg,; M. Manitius, Geschichte der lat. Liter. des Mittelalters, I, Monaco 1911, pp. 52-70; Schenk, Schmekel e Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, col. 2070 segg.; M. Menéndez y Pelayo, Historia de las ideas estéticas en España, II, 3ª ed., Madrid 1910, p. 21 segg.; C. H. Beeson, Isidor-Studien, Monaco 1913; N: Prados Salmerón, San I., Estudio bibliográfico, Madrid 1915; K. Polheim, Die lateinische Reimprosa, Berlino 1925, p. 296 segg.; J. Sofer, Lateinisches u. romanisches aus den Etymologiae des I. von S., Gottinga 1930.