ISFAHAN
ISFAHĀN (᾿Ασπαδαᾒνα). − Città e provincia attuali dell'Irān, nella regione dell'Iraq Agiami. La città a 1367 m sul mare, sorge sulle rive dello Zindah, all'incrocio delle vie di comunicazione Teheran-Shiraz con le carovaniere provenienti trasversalmente dall'Iraq.
In Tolomeo si ricorda il centro di ᾿Ασπανδαᾒνα, forse di fondazione achemènide; ma i resti archeologici finora noti datano al più della tarda età sassanide. La città è ben più nota per i monumenti islamici che vi sorgono, fra cui un gruppo notevole di minareti dall 'XI al XV sec., e di moschee, fra cui eccelle la composita Masgid-i Gium'a iniziata nel X secolo.
Provenienti dalla città non si conoscono che dei capitelli di età sassanide. Nei dintorni, a 5 km a O, è visibile un Chahar Taq, rifatto in età islamica per la massima parte. Sassanide è la struttura inferiore del ponte del Shahristan. Nella regione fra Dizful e I., nella valle dello Shimbar presso Bazuft, si trova un rilievo rupestre di età parthica, che mostra ancora una fila di 12 personaggi in rigida frontalità.
Fra Kashan e I. si trova un interessante complesso, in cui di fronte ad un Chahar Taq si innalza un iwān a due ambienti (Atashkuh, presso Nimvar); un altro Chahar Taq, pure di età sassanide, si trova a Natanz.
Bibl.: E. Flandin − P. Corte, Voyage en Perse 1840-41, Parigi 1843-54, p. 22, tav. 27-27 bis; E. Herzfeld, Am Tor von Asien, Berlino 1920, p. 111; A. Godard, in Athar-é-Irān, II, 1937, pp. 164-65, fig. 60; E. Herzfeld, Archäologische Mitteilungen aus Irān, 1929, p. 71, tav. 8; L. Vanden Berghe, Archéologie de l'Irān ancien, Leida 1959, pp. 66, 126, 136; A. Godard, in Athar-é-Iran, III, 1938, pp. 32-39, figg. 14-22; id., ibidem, I, 1936, pp. 79-82, figg. 52-54.