Vedi ISEUM dell'anno: 1961 - 1995
ISEUM (v. vol. IV, p. 231)
Odierna Behbayt el-Ḥagar, villaggio agricolo situato nel Delta del Nilo c.a 10 km a Ν di Sebennito.
Benché il sito sia nominato nelle fonti egiziane a partire dalla XVIII dinastia, le rovine attualmente visibili sono quelle di un grande tempio in granito la cui costruzione fu probabilmente cominciata da Nectanebo II. Il tempio fu ultimato in epoca tolemaica ed era dedicato a Iside, Osiride e Horus. Un grande recinto in mattoni crudi alto c.a 8 m, del quale sopravvivono ancora alcuni resti, delimitava l'area sacra. L'edificio templare al centro del recinto era costruito interamente in granito di Assuan e fu certamente una delle opere architettoniche più pregevoli del Delta; attualmente è ridotto a un cumulo di blocchi di granito, spesso di dimensioni enormi, ammassati in modo talmente caotico da permettere una ricostruzione dell'insieme estremamente sommaria. Le rovine del tempio sono disposte lungo un asse E-O, con l'accesso principale rivolto a O, e si inscrivono in un rettangolo di 80 x 55 m. Dietro la facciata, decorata alla sommità da un fregio hathorico, si apriva un colonnato dagli enormi capitelli hathorici simili a quelli del tempio di Dendera; a destra del colonnato una scala molto ampia conduceva alle cappelle osiriane sul tetto. Questa prima parte del tempio fu realizzata utilizzando granito rosa; le decorazioni parietali sono del regno di Tolemeo III Evergete. Il santuario vero e proprio è di forma rettangolare e fu costruito con blocchi in granito rosa-grigio scuro i cui rilievi furono ultimati da Tolemeo II Filadelfo. I blocchi dell’àdyton e quelli delle cappelle osiriane sul tetto restano attualmente i più antichi dell'intero complesso architettonico; sono quasi esclusivamente di granito grigio e portano i cartigli del faraone Nectanebo II.
La maggior parte dei blocchi è ornata di finissimi bassorilievi, rappresentanti teorie di divinità o scene d'offerta agli dèi da parte del faraone. I rilievi di I., assieme a quelli del Tempio di Onuris nella vicina Sebennito, costituiscono un insieme artistico straordinario per la storia della scultura dell'Egitto d'epoca tarda: solo in questa zona, infatti, i re tolemaici completarono la decorazione degli edifici cultuali senza mutare né lo stile né il programma compositivo originario, cominciato durante la XXX dinastia. I bassorilievi dei templi di I. e Sebennito, che, pur abbracciando un periodo di quasi un secolo, mantengono pressoché inalterato il modo compositivo, dimostrano una predilezione per la sobrietà, assai distante dal gusto elaborato proprio dell'età tolemaica. La purezza esecutiva di ogni dettaglio, messa ancor più in risalto dalla durezza della pietra, il modellato pieno della figura umana, l'accuratezza nell'esecuzione delle muscolature dei corpi rendono ognuno dei blocchi sparsi sul suolo di Behbayt el-Hagar quasi un'opera d'arte a sé stante.
Bibl.: G. Steindorff, Reliefs from the Temples of Sebennytos and Iseion in American Collections, in The Journal of the Walters Art Gallery, VII-VIII, 1944-1945, pp. 39-59; B. von Bothmer, Ptolemaic Reliefs III. Deities from the Time of Ptolemy II Philadelphus, in BMusFA, LI, 1953, pp. 2-7; Cleopatra's Egypt (cat.), Brooklyn 1989, pp. 102-103; P. Gallo, Quelques monuments royaux provenant de Behbeit el-Hagar, in BIFAO, XC, 1990, pp. 223-228; Ch. Favard-Meeks, Le temple de Behbeit el-Hagara. Essai de reconstitution et d'interprétation (StAltägKul, Suppl. VI), Amburgo 1991.