Vedi ISERNIA dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
ISERNIA
(Aesernia, Esernie, Esernia, Serni civitas). − Città del Sannio, in territorio dei Pentri, 18 miglia a N di Bovianum Undecimanorum.
Sorge presso la sorgente del Volturno, su un colle calcareo alla confluenza dei torrenti Carpino e Sordo.
La posizione viaria ne faceva un nodo importante per le comunicazioni a S con Bovianum-Beneventum, a N con Aufidena e la valle del Sangro, a O con Venafrum e con la via Latina, costituendo così un raccordo fra questa ultima e la grande via congiungente l'Appia con la Valeria, che partiva da Benevento. Entrata nella sfera romana dall'inizio del III sec., colonia latina dal 264, ha il diritto di batter moneta; si conservano bronzi con scritta Aisernino, Aisernim, Aisernio (G. I. L., i, 20). Durante le guerre puniche invia contingenti di cavalieri a Roma, mantenendosi a lei fedele. Assediata dal sannita Vezio Catone e presa dagli Italici nel 90 a. C., divenne il loro ultimo centro di difesa dopo la espuguazione di Corfinium. Ebbe da Silla la cittadinanza romana, nella tribus Tromentina. In tale epoca Strabone dice che era quasi annientata. Erroneamente il Liber coloniarum ne fa una colonia di Augusto: appare invece dai documenti epigrafici come municipium. Una ripresa è testimoniata fra l'età di Traiano e gli Antonini. Suprema magistratura era quella dei praetores, da Augusto in poi detti IVviri i. d. o quinquennales o lege Petronia; vi sono poi aediies, quaestores, curator annonae, ed appare un curator rei publicae Aeserninorum, legato di Antonino Pio. I culti attestati epigraficamente, coi loro sacerdozio e talvolta con collegi di cuhores, sono quelli di Opis, Deus invictus, Hercules Gagillanus (il predicato deriva forse da un gentilizio), Liber Gratillianus, Genius deivi Iulii, Genius municipii. Particolare interesse presentano i due culti di Cerere (Deia Libera) e Venus, e quello di Iuno regina pop. cioè nella tipica attribuzione etruscolatina di protettrice del popolo.
Scarse le tracce monumentali della città antica: sono visibili resti di due ponti ai piedi della città, e tratti di mura poligonali.
Uno dei templi del Foro, di tipo italico, è visibile attraverso le strutture della Cattedrale, il cui campanile è impostato sul fornice dell'arco che, a cavallo del cardo, introduceva al Foro stesso. Del sistema idrico rimane un tratto dell'acquedotto scavato in cunicolo, e l'attuale "Fontana fraterna" occupa forse il luogo del castellum aquae e del suo lacus. Abbondanti invece i trovamenti di opere d'arte, conservate nel locale antiquario comunale. Un rilievo in calcare (m 1,13 × 0,60) riproduce una scena della composizione nota dal mosaico di Alessandro dalla Casa del Fauno a Pompei, che torna talvolta in vasi italioti ed in urne etrusche: pare che lo schema sia stato adattato a rappresentare una battaglia fra Sanniti ed Italioti, come risulta dallo studio dei costumi dei combattenti.
Importante ancora la base dedicata alla Nemesi-Vittoria posta da un Attalus Noni M. servus, in onore del padrone M. Nonio Gallo, in ricordo della vittoria da questi riportata sui Treveri. L'imperator appare sia sui due lati, in veste militare accanto a trofei di armi galliche, sia nella scena di suovetaurilia che è sulla fronte.
Il coronamento di un monumento onorario di Sex. Appuleius, console del 29 e trionfatore come proconsole ex Hispania nel 26 a. C., ha scolpito un fregio metopale: in una delle formelle appare la lupa allattante i gemelli.
Da ricordare la iscrizione di L. Calidio Erotico (G. I. L., ix, 2689) che conserva forse una parodia di scena teatrale comica; un rilievo in calcare con due guerrieri italici affrontati, con elmo piumato, lancia e buccina; un rilievo con rappresentazione di Issione legato alla ruota; un altro con armati su una nave da guerra. Infine blocchi di un rilievo monumentale con soldati.
Bibl.: R. Garrucci, La storia di Isernia, Napoli 1848; G. Fiorelli, in Not. Sc.,1883, p. 214; F. Colonna, in Not. Sc.,1890, p. 46; Ch. Hülsen, in Pauly-Wissowa, I, 1894, c. 684, s. v.; C.I.L., IX, nn. 2628-2769; P. Piccirilli, L'oreficeria medievale a Venafro ed a Isernia, Milano 1915: H. Nissen, Italische Landeskunde, II, p. 795 ss.; Schweder, in Philologus, XLII, 1884, p. 547 ss.; G.B. Masciotta, Il Molise dalle origini ai nostri giorni, III, 1952, p. 289 ss.; E. De Ruggiero, in Diz., I, p. 318, ss., s. v. Aesernia; G. E. Rizzo, in Boll. d'Arte, XIX, 1925, p. 532 ss.; H. Fuhrmann, Philoxenus v. Eretria, Gottinga 1931, p. 212 e 357; C. Drago, in Samnium, 1935, p. 133 ss.; Mostra augustea della Romanità-Catalogo4, Roma 1938, sala XXXVII, n. 4; L. Curtius, in Röm. Mitt., XLVIII, 1933, p. 198; A. Maiuri, Passeggiate campane, Firenze 1950, p. 285 ss.; H. Fuhrmann, Zwei Reliefbilder aus der Geschichte Roms, in Mitt. d. Inst., II, 1949, pp. 23-65.