ISACCO di Stella
Monaco cisterciense del sec. XII, seguace della corrente mistica capeggiata da Bernardo di Clairvaux. Dal 1147 al 1169 fu abate di Stella (Poitiers). Il suo scritto più notevole è l'Epistola ad quendam familiarem suum de anima, diretta nel 1162 al monaco Alcherio di Clairvaux.
È un compendio di psicologia, in cui si fondono elementi platonici e aristotelici, ma con una prevalenza conclusiva del misticismo platonicoagostiniano. Platonica è la tripartizione dell'anima nelle attività rationalis, concupiscibilis e irascibilis; e sostanzialmente aristotelica è la concezione gnoseologica per la quale la conoscenza passa per i cinque gradi del sensus corporeus (che percepisce i corpi esterni), dell'imaginatio (che interiormente conserva e riproduce le sensazioni corporee), della ratio (che conosce gli universali astraendoli dalla loro immanenza nelle sostanze individue: dov'è particolarmente da notare lo schietto aristotelismo, anticipante il tomismo, dell'immanenza reale degli universali agl'individui e della loro conoscibilità per astrazione), dell'intellectus (che attinge le realtà ideali non più sottoposte alla condizione dello spazio ma solo a quella del tempo) e dell'intelligentia (che sola giunge all'estratemporale intuizione di Dio). Ma questo grado supremo del conoscere dipende più da una divina rivelazione o theophania che dall'attività teoretica dell'anima: concludendosi così la psicologia d'I., come si è detto, nel misticismo platonico-agostiniano.
Bibl.: Gli scritti di I. sono raccolti in Migne, Patrologia Latina, CXCIV, coll. 1689-1890. V. inoltre: K. Werner, Der Entwicklungsgang der mittelalterlichen Psychologie von Alcuin bis Albertus Magnus, Vienna 1876, pp. 25-33; P. Bliemetzrieder, I. v. Stella. Beiträge zur Lebensbeschreibung, in Jahrbuch für Philosophie u. spekul. Theologie, XVIII (1904), pp. 1-35; id., Eine unbekannte Schrift Isaaks v. Stella, in Studien u. Mitteilungen aus dem Benediktiner und Zisterzienserorden, XXIX (1908), p. 433 segg.