ALFASI (ebraico cioè al-Fāsī), Isacco
Rabbino nato a Qal‛at Ḥammād nell'attuale provincia di Costantina; studiò ad al-Qairawān in Tunisia, poi tenne scuola a Fez (Fās, donde il suo nome arabo al-Fāsī), fino a che nel 1088 fu costretto a emigrare per mene di avversarî. Si trasferì prima a Còrdova e poi di là a Lucena, dove tenne scuola fino a che morì, novantenne circa, il 19 maggio 1103. Fu una delle più alte autorità che l'ebraismo rabbinico abbia avute. Compose un'opera colossale, intitolata Halākōt (Disposizioni legali), che è la prima vasta raccolta sistematica dell'ampio materiale giuridico del Talmūd. In essa egli compendia il testo del Talmūd, lasciando da parte gli elementi haggādici, cioè non giuridici, e anche quelle norme legali che vigevano solo in Palestina prima della distruzione del Tempio, e che quindi al tempo suo avevano solo un valore accademico o storico; abbrevia le discussinni e, nei casi di divergenza di opinioni, per lo più ricerca e determina quale sia l'opinione che debba essere accolta come definitiva disposizione legale. L'opera acquistò subito grande rinomanza, fu studiata come un testo classico, e fu fatta oggetto di numerosi commenti e anche di critiche e apologie. Al-Fāsī scrisse inoltre numerosi Responsi (Teshūbōt), alcuni in ebraico, altri in arabo, tradotti poi in ebraico, e, pure in arabo, appendici discussive e metodologiche alla sua opera principale, anch'esse tradotte poi in ebraico. La sua morte fu pianta in un'elegia di Giuda Levita: e un altro insigne poeta, Mōshēh ibn ‛Ezrā, compose per lui un epitaffio.
Ediz. princ. delle Halākōt (se non è anteriore un'ediz. di data incerta di cui ci son pervenute solo poche carte): Costantinopoli 1509, coi commenti di Yōnāh Gerōndī, Nissīm Gerōndī, e Ashēr ben Jechl'ēl: numerose altre ediz. di poi, con svariati commenti; v. Steinschneider, Cat. Bodl., coll. 1087-1092. Responsi: una serie di 308 numeri, Livorno 1781 e altre volte di poi; per altri responsi v. Steinschneider, Arab. Liter. der Juden, Francoforte s. M., 1902, pp. 144-145, e Freimann, Festskrift Simonsen, Copenaghen 1923, pp. 21-22. Per le appendici arabe ai trattati Ketūbōt e Shebū‛ōt dell'opera principale e le loro traduzioni ebraiche, v. Steinschneider, Arabische Liter., der Juden, loc. cit. Per le edizioni e le traduzioni dell'elegia e dell'epitaffio, v. Steinschneider, Cat. Bodl., col. 1089; per il luogo di nascita v. Poznanski, in Revue des études juives, LVIII (1909), pp. 297-98.