LEONARDI (Leonarda), Isabella
Figlia del conte Giannantonio e di Apollonia Sala, nacque a Novara il 6 sett. 1620 e lo stesso giorno fu battezzata nella cattedrale della città.
Questa data, desunta dagli atti di battesimo dell'Archivio storico diocesano di Novara, smentisce definitivamente l'ipotesi che posticipava la nascita della L. al 1641; quest'ultima data, d'altra parte, risulta incompatibile con la pubblicazione di due composizioni sacre della stessa L. - i dialoghi Ah domine Iesu e Sic ergo anima - nella raccolta Il terzo libro de sacri concenti a 2, 3 e 4 voci (Venezia 1640), dove, per il resto, figurano lavori di Gasparo Casati, maestro di cappella presso la cattedrale di Novara dal 1635 al 1641 e, molto probabilmente, maestro di composizione della stessa Leonardi.
Entrata nel 1636 nel nobile collegio delle vergini orsoline a Novara, fu consacrata ufficialmente nel 1639 con l'approvazione del vescovo di Novara Antonio Tornielli. Le tappe successive della sua carriera monastica, proseguita sempre nello stesso convento fino alla morte (avvenuta nel 1704), possono essere ricostruite sulle indicazioni tratte dai frontespizi delle raccolte esistenti (Monticelli, pp. 290 ss.). La L. si definisce "madre nel collegio di S. Orsola di Novara" tra il 1676 e il 1684 (op. 6, 7, 8, 10, 11); dal 1686 al 1690 è "superiora" (op. 12, 13, 14, 15); "madre vicaria" nel 1693 (op. 16). È di nuovo "superiora" nell'op. 17, stampata nel 1695, ma ritorna a "madre vicaria" nell'anno successivo (op. 18). All'età avanzata di 78 anni la L. non risulta più avere cariche all'interno della Congregazione; all'uso dell'appellativo nobiliare nella raccolta del 1698 (op. 19), "donna Isabella Leonardi", fa seguito quello di "consigliera" nel 1700 (op. 20). Non si conosce l'esatto significato di questo titolo, probabilmente onorario, conferito in vecchiaia in riconoscimento dei decenni di fedele servizio.
L'appartenenza a una nobile e illustre famiglia rappresentò senza dubbio un importante vantaggio per la L.: le frequenti donazioni al convento potrebbero avere favorito il suo avanzamento nella gerarchia conventuale.
L'alta rappresentatività sociale dei Leonardi è confermata dai frequenti incarichi amministrativi ed ecclesiastici ricoperti dai membri della famiglia. Il conte Giannantonio (1584-1640), laureatosi secondo la tradizione familiare in diritto canonico e civile all'Università di Pavia, fu ammesso al Collegio dei dottori di Novara nel 1603; il primo figlio, Gianpietro (1613-36), divenne canonico coadiutore presso la cattedrale di Novara; dopo la morte di Gianpietro, il titolo nobiliare paterno fu ereditato da Gianfrancesco (nato nel 1622), che diventò decurione della città di Novara; Gianbattista (nato nel 1625) divenne canonico alla cattedrale di Novara. Nicolò (1578 circa - 1644), zio della L. (Dahnk Baroffio, p. 78), doctor utriusque iuris, console di Giustizia, penitenziere della cattedrale, più volte vicario generale vescovile e capitolare, fu canonico protettore della Congregazione dopo la morte del suo fondatore Giovanni Battista Boniperti (1552-1610). Lorenzo, cugino della L. a cui è dedicata la raccolta di mottetti op. 6, viene qui definito "canonico archidiacono nella Cattedrale di Novara".
Diverso fu il destino della discendenza femminile che, secondo un'abitudine particolarmente diffusa presso le famiglie nobiliari minori, veniva indirizzata alla vita monacale per non assottigliare il patrimonio familiare. Al pari della L., la sorella Orsola Margherita (1626-99) entrò al collegio di S. Orsola andando ad affiancare una terza sorella, Anna, figlia di primo letto del conte Giannantonio. Pur non comparendo nell'albero genealogico dell'archivio Leonardi, l'esistenza di quest'ultima è testimoniata in due documenti citati da E. Dahnk Baroffio (p. 75 n. 6): nel primo risulta essere novizia al collegio di S. Orsola nel 1625; nel secondo, un documento privato datato 1665, è indicata come "madre" della Congregazione di S. Orsola, oltre che come sorella della L. e di Orsola Margherita. Era quindi più vecchia delle altre sorelle e morì forse prima del 1676, dal momento che la L. si definisce per la prima volta "madre" di S. Orsola nel frontespizio dei Motetti a voce sola, op. 6.
Il cognome di suor Isabella nelle pubblicazioni stampate a Bologna appare sempre nella forma "Leonarda", mentre in quelle stampate nella vicina Milano, dove la famiglia Leonardi era molto conosciuta, viene utilizzata la forma "Leonarda" nel frontespizio e nella dedica e "Leonardi" nei fogli autografi (Carter, 1997, p. 144 n. 2).
Un documento del 1638 tratto dagli atti di visita pastorale descrive la L. come abile a cantare, scrivere, computare e comporre musica (Dahnk Baroffio, p. 80). Una volta entrata nel convento di S. Orsola la L. forse beneficiò di un'istruzione musicale impartita da Elisabetta Casata (1598), attiva all'interno della Congregazione come organista e maestra di musica. La presenza di quest'ultima viene confermata da un successivo documento del 1658 che menziona la L. come "mater discreta et cancellaria" e come "magistra musicae" (ibid., pp. 78 s.) esperta, insieme ad altre religiose, in "cantum firmum seu figuratum"; la stessa L. dedica due mottetti dell'op. 13 a due sue consorelle definite "virtuosissime", lasciando prevedere la possibilità di utilizzare la piccola schola cantorum del convento per l'esecuzione dei propri brani.
Secondo un documento dell'archivio privato della famiglia Leonardi, la L. morì a Novara il 25 febbr. 1704.
Lo stile tecnico-compositivo della L. è dettato dall'esigenza di corrispondere alle necessità della pratica musicale nei conventi femminili. Le cronache del tempo riferiscono dell'alto grado di specializzazione vocale e strumentale degli ensemble attivi all'interno dei conventi più prestigiosi dell'Italia settentrionale, benché essi fossero utilizzati solo durante le ricorrenze più solenni dell'anno liturgico; infatti, severe disposizioni dei sinodi diocesani vietavano la pratica diffusa della polifonia, l'uso di strumenti musicali diversi dall'organo ed esecuzioni di estranei al convento. Maggiore diffusione, specie per le istituzioni minori quali quella di Novara, ebbero generi musicali che prevedevano un organico più modesto e, insieme, una certa flessibilità delle strutture formali. Non a caso nell'ambito della vasta produzione della L., interamente dedicata alle composizioni sacre, risulta prevalente il mottetto per voce solista con l'accompagnamento dell'organo e, in alcuni casi, di altri strumenti.
La L., forse violinista anch'essa, si cimentò anche nella scrittura strumentale, diventando la prima donna ad aver pubblicato sonate per 1, 2, 3 e 4 strumenti - di cui la più interessante sotto il profilo formale è appunto quella per violino solo - e, insieme, una delle figure più rappresentative, se non altro per l'alto numero di opere date alle stampe, fra le compositrici attive in Italia tra la fine del XVI e il XVII secolo.
Raccolte pubblicate (a Bologna, salvo diversa indicazione): Sacri concenti a 1, 2, 3 et 4 voci…, opera terza (Milano 1670); Messa e salmi, concertati & a cappella con istromenti ad libitum…, opera quarta (1674); Motetti a voce sola parte con istromenti e parte senza…, opera sesta (Venezia 1676); Motetti a una, due, tre, e quattro voci parte con istromenti, e parte senza con le litanie della Beata Vergine…, opera settima (1677); Vespro a cappella della Beata Vergine e Motetti concertati…, opera ottava (1678); Motetti a quattro voci con le littanie della Beata Vergine…, opera decima (Milano 1684); Motetti a voce sola, opera undecima (1684); Motetti a voce sola…, opera duodecima (Milano 1686); Motetti a una, due, e tre voci con violini, e senza…, opera decimaterza (1687); Motetti a voce sola…, opera decimaquarta (1687); Motetti à voce sola…, opera decimaquinta (1690); Sonate a 1. 2. 3. e 4. istromenti…, opera decimasesta (1693); Motetti a voce sola…, opera decimasettima (1695); Messe a quattro voci concertate con strumenti, & Motetti à una, due, e trè voci, pure con stromenti (1696); Salmi concertati a quattro voci con strumenti…, opera decimanona (1697); Motetti a voce sola con istromenti…, opera vigesima (1700). Risultano perdute le raccolte op. 1, op. 2, op. 5, op. 9; quest'ultima conteneva Mottetti a voce sola e fu pubblicata tra il 1678 e il 1684 a Bologna da G. Monti (Monticelli, p. 47).
Edizioni moderne: I. Leonarda, Selected compositions, a cura di S. Carter, Madison, WI, 1988; Solo motets from the seventeenth century, IV-V, Novara, New York 1987-88 (ed. anast., con introduzione di A. Schnoebelen).
Fonti e Bibl.: A. Bonaventura, Le donne italiane e la musica, in Riv. musicale italiana, XXXVII (1930), p. 400; Le cappelle musicali di Novara dal secolo XVI a' primordi dell'Ottocento, a cura di V. Fedeli, Milano 1933, pp. 19, 60; S. Carter, The music of I. L. (1620-1704), dissertazione, University Microfilms International, Ann Arbor, MI, 1982; E. Dahnk Baroffio, La compositrice I. L., in Novarien, XIII (1983), pp. 75-92; J. Bowers, The emergence of women composers in Italy, 1566-1700, in Women making music: the Western art tradition, 1150-1950, a cura di J. Bowers - J. Tick, Urbana-Chicago 1986, pp. 119, 127 s., 146, 166 s.; B. Garvey Jackson, Women and music. A history, Bloomington 1991, pp. 58, 64 ss.; Id., Say can you deny me, Fayetteville 1994, pp. 246 ss.; P.A. Chiti, Donne in musica, Roma 1996, pp. 31, 116; S. Carter, I. L., in Women composers. Music through the ages, II, New York-Oxford 1997, pp. 139 ss.; E. Schedensack, Die Solomotetten I. Leonardas (1620-1704), I-II, Neuhausen 1998; P. Monticelli, I. L.: la musa novarese, Torino 1998; C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, I, Firenze 1952, pp. 575 s.; Répertoire international des sources musicales, s. B, I, 1, Recueils imprimés XVIe -XVIIe siècle. Liste chronologique, n. 1630/3, p. 511; A. Cohen, The Encyclopedia of women composers, I, New York 1981, p. 413; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, V, p. 276; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VI, p. 138; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 635; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 694, s.v. I. Leonarda; The New Grove's Dict. of music and musicians (ed. 2001), XII, pp. 591 s., s.v. I. Leonarda.