GRAMATICA, Irma
Attrice, nata a Fiume nel 1873, da Domenico, suggeritore in compagnie d'attori girovaghi. Dopo essere già apparsa sulle scene da bimba, fu messa in collegio a Firenze; ma a quattordici anni tornò al teatro con suo padre, nella compagnia di Cesare Rossi ed Eleonora Duse; dalla quale passò, con crescente successo, ad altre, fra cui quelle dirette da Italia Vitaliani, da Giovanni Emanuel, da Ermete Zacconi, e poi alla grande compagnia Talli-Gramatica-Calabresi (1901-1903). Infine fu principale attrice e direttrice di molte compagnie intitolate al suo nome; nel 1929 si unì temporaneamente alla sorella Emma (v. appresso), compiendo un applaudito giro in Italia e all'estero.
Caratteri nell'arte della G. sono stati una cristallina schiettezza e un'intima semplicità, per cui dagli accenti più piani (seppure ineguali, talvolta assai pallidi e anche scorretti) l'artista nei momenti felici giungeva a note di un'aerea, musicale spiritualità, o altre volte a quelle d'una passionale e anche tragica potenza. Alla Duse la G. fu ravvicinata da molti, appunto per la virtù di trasfigurare in un'atmosfera ideale non solo opere di caratteri o d'intenti lirici o romantici come La Figlia di Iorio, ch'essa "creò", i drammi d'Ibsen, Anime solitarie di Hauptmann, Fuochi di San Giovanni di Sudermann, Ln potenza delle tenebre di Tolstoi, ecc., ma anche i più tipici drammi del naturalismo, come Teresa Raquin di Zola, Musotte del Maupassant, Disonesti di G. Rovetta, Tristi amori e Come le foglie di G. Giacosa, Moglie ideale di M. Praga, oltre a molti capolavori del teatro classico, dai shakespeariani ai goldoniani.
Emma, nata a Borgo San Donnino nel 1876, ha condiviso con la sorella il primato sulle scene italiane, dopo la Duse. Fu attrice con questa; poi col Novelli, quindi prima attrice col Ruggeri, infine a capo di molte compagnie proprie.
Artista colta e intelligente, e di predilezioni romantiche, ha divulgato in Italia le opere maggiori di molti drammaturghi nordici (scandinavi, anglosassoni), fra cui principali Ibsen (Casa di bambola, Hedda Gabler, Rosmersholm) e G. B. Shaw (La professione della signora Warren, Candida, Cesare e Cleopatra, Pigmalione, Santa Giovanna). Ma forse meglio che in creature femminili energiche e volitive, E. G. si trova a suo agio nell'esprimere le inquietudini delle vagabonde donne del Bataille, ovvero le tragedie in sordina care agl'intimisti, ai crepuscolari, ai poeti che cercano la poesia nella realtà più prosaica, povera, trita e quotidiana. Ché l'arte della G. è assai delicata nel trarre la grazia dal rude e dallo sgraziato e la significazione dall'insignificante (interpretazioni di Amare di Géraldy, de La sorridente signora Beudet di Amiel, de La signora Suitner di Schonerr, de La moglie che sa e Le medaglie della vecchia signora di Barrie, ecc.).
Bibl.: A. Cervi, I. G., Bologna 1900, con pref. di A. Oriani.