IRLANDA (XIX, p. 544 e App. I, p. 378)
Popolazione (p. 547). - Secondo il censimento del 1946 lo Stato libero d'Irlanda contava 2.953.452 ab. (2.968.420 nel 1936). Nell'ultimo ventennio la popolazione è diminuita di 18.470 unità (nel 1926 era di 2.971.922 ab.), diminuzione costante, seppur lenta, dovuta più che alla scarsità delle nascite (l'eccedenza dei nati sui morti si mantiene sempre modesta: nel 1940 era del 9%) alla prevalenza della emigrazione sulla immigrazione. Le correnti migratorie, profondamente turbate dagli eventi bellici, si sono mantenute notevoli anche negli anni più recenti. L'emigrazione permanente, fino al 1930, era diretta per il 54,7% nei paesi transoceanici, per il 45,3% nei paesi del Regno Unito. Nel periodo precedente la seconda Guerra mondiale si è avuto un cambiamento nelle correnti di emigrazione, che si diressero in prevalenza verso il Regno Unito. Nel 1943 si ebbero 198.038 emigrati e 173.907 immigrati. Nonostante le migliorate condizioni di vita e il progresso realizzatosi nell'agricoltura, anche dalle contee più fertili e più popolose notevoli sono le correnti di migrazione interna dirette, soprattutto, verso la città di Dublino, il cui notevole sviluppo industriale richiama mano d'opera dalle altre contee. Si calcola che circa il 40% dell'aumento verificatosi nella popolazione di questa città sia rappresentato dalla immigrazione. Le contee costiere quali Mayo, Donegal, Galway, offrono invece un notevole contributo alla migrazione stagionale volta verso l'Inghilterra.
Agricoltura e allevamento (p. 548). - L'Irlanda è tuttora un paese eminentemente agricolo; secondo il censimento del 1936 il 57% della popolazione risulta sparsa; rispetto al censimento precedente (1926), nel quale la popolazione sparsa costituiva il 61%, si è avuta una diminuzione del 10%, diminuzione dovuta alla emigrazione, come si è visto precedentemente. Come è noto, la principale caratteristica dell'agricoltura irlandese è la prevalenza dei terreni a prato e pascolo naturale sui terreni arativi. Anche per l'Irlanda le necessità belliche hanno notevolmente influito sull'agricoltura e si è avuta, negli ultimi anni, una forte tendenza ad estendere l'arativo, a scapito dei terreni a pascolo. Le colture dei cereali sono aumentate da 359.000 ha. nel 1935-39 (con un prodotto di 8.959.000 q.) a 658.000 ha. nel 1944 (con un prodotto di 15.022.000 q.). In particolare, la superficie a frumento risulta più che triplicata; è da segnalare, inoltre, il forte aumento delle superfici coltivate a lino (da 1800 ha. con 8748 q. nel 1935-39 a 12.000 ha. con 45.417 q. nel 1944).
In conseguenza dell'aumentata superficie arativa, è da notare una recente diminuzione del patrimonio zootecnico; tuttavia, l'allevamento costituisce sempre la massima risorsa irlandese. Il patrimonio zootecnico irlandese era così ripartito nel 1947: bovini capi 3.950.152 (contro 5.000.000 nel 1929), ovini 2.094.057 (3.500.000 nel 1929), suini 456.973 (1.250.000 nel 1929), cavalli 349.620 (450.000 nel 1929).
Commercio. - Negli ultimi quattro anni il commercio irlandese registra questi valori (in sterline):
Le esportazioni, costituite in prevalenza di generi alimentari (uova, pollame, bestiame vivo), sono dirette quasi esclusivamente verso l'Inghilterra e l'Irlanda del nord.
Finanze (XIX, p. 564; App. I, p. 738). - In questi ultimi dieci anni le finanze statali dell'Irlanda hanno subìto l'influenza della guerra, sopra tutto a causa della svalutazione monetaria e dell'intensificato intervento dello stato nell'economia (specialmente attraverso l'erogazione di sussidî per mantenere basso il costo della vita e per i servizî sociali).
Il debito pubblico interno, costituito da sette prestiti nazionali non ancora giunti a scadenza, ammontava (31 marzo 1947) a 45,4 milioni di sterline. Il sistema monetario ha subìto una radicale riorganizzazione nel 1943, quando il governo istituì la Central Bank of Ireland, di cui sottoscrisse l'intero capitale. Tale banca assunse i poteri e le funzioni della Commissione per la circolazione, che venne abolita; in particolare, essa fu tenuta a rimborsare alle banche partecipanti al capitale della Commissione le somme dalle stesse pagate e a procedere alla graduale estinzione dei biglietti di banca consolidati, la cui emissione dovrà cessare a partire dal 31 dicembre 1953. La circolazione monetaria complessiva è passata da 19,3 milioni di sterline alla fine del dicembre 1939 a 47,6 milioni di sterline al 30 giugno 1948.
Storia. - Gli accordi di Londra del 25 aprile 1938, ponendo fine alla guerra economica con l'Inghilterra, assicuravano all'Irlanda, tra l'altro, la disponibilità dei punti strategici costieri di Cobh (Queenstown), Berehaven e Lough Swilly, che nell'ottobre dello stesso anno venivano evacuati dalle forze britanniche. Ciò permetteva all'Irlanda di acquistare una più precisa figura internazionale, distinta dallo stesso Commonwealth, anche nell'eventualità di un conflitto armato.
L'idea della neutralità dell'Irlanda si profilò già agl'inizî del 1939. Nelle consultazioni parlamentari la larghissima maggioranza si pronunciò a favore della medesima, ciò che permise a De Valera di render nota il 2 settembre 1939 la formale dichiarazione di neutralità. Del resto l'elemento intransigente del nazionalismo irlandese, che faceva capo all'organizzazione clandestina della cosiddetta "Irish Republican Army", avrebbe osteggiato la posizione di De Valera, se questi si fosse indotto ad entrare in guerra per fiancheggiare la politica di Churchill e di Roosevelt. E poi per la stessa Inghilterra la neutralità irlandese se era una passività (soprattutto, come mise in chiaro Churchill nelle sue Memorie, per la necessità di esporre le navi alle insidie subacquee del nemico su una rotta settentrionale più lunga, essendo quella meridionale, a sud dell'Irlanda, non sufficientemente protetta appunto a cagione della neutralità irlandese), era anche, sebbene in minor misura, un apporto positivo, in quanto che un'Irlanda neutrale e tranquilla poteva dare alimenti, mano d'opera e volontarî per l'esercito britannico.
Se non che la "neutralità di De Valera", come la chiamavano gli Americani, non risultò di fatto quale essi la ritenevano perché a Churchill, che aveva mostrato il desiderio di riottenere le basi strategiche evacuate nel 1938, De Valera oppose un rifiuto. Si aggiunsero a tutto questo le difficoltà connesse con la situazione geografica, per cui avendo i sottomarini tedeschi distrutto l'esigua flotta mercantile irlandese, il volume delle importazioni subì, dal giugno 1940, una sensibile contrazione. Gl'Inglesi, infatti, invece di acquistare all'estero per conto dell'Irlanda, come era stato pattuito negli accordi del 1940, accumularono ingenti quantitativi di merci in Inghilterra, rifiutando all'Irlanda il tonnellaggio necessario per lo stretto bisogno nazionale e assoggettando le esportazioni dall'Inghilterra in Irlanda a permessi speciali, soprattutto quelle di carboni, di cereali e di tè (quasi esclusiva bevanda nazionale), mentre le esportazioni dall'Irlanda, eccetto quelle dirette in Inghilterra, restarono inceppate dalla più rigorosa bardatura di guerra. Fu questo il colpo più rude per l'economia dell'isola, che dovette pertanto adeguarsi alle necessità dell'emergenza: fu dato impulso alla produzione cerealicola e all'estrazione della torba e venne disposta la creazione di un ente parastatale di navigazione, lo Irish Shipping Limited, che riuscì a procurarsi un iniziale gruppo di unità per complessive 60 mila tonnellate.
Nella primavera del 1944 il governo degli Stati Uniti chiese formalmente al governo dello Stato libero d'Irlanda di allontanare dall'isola il ministro germanico ed il console nipponico, ma ne ricevette un reciso diniego.
Del resto, un po' per ragioni ideali, un po' come riflesso delle difficoltà economiche data la grande disoccupazione, specie nei rami delle costruzioni, per mancanza di materie prime, ci fu un apporto di Irlandesi allo sforzo bellico britannieo, e non solo come mano d'opera nelle industrie di guerra, ma anche come volontarî fra le truppe combattenti. Nonostante le difficoltà, il governo di De Valera si tenne saldamente in sella, come mostrarono le elezioni generali del 1944, nelle quali, con 76 seggi guadagnati, il partito governativo del Fianna Fáil ebbe la maggioranza assoluta (il totale dei seggi nel Dáil era di 138); tuttavia, negli anni successivi, dopo che l'ultraottantenne presidente Hyde rifiutò di essere rieletto ed ebbe a successore (1945) Seán Thomas O'Kelly, fra le difficoltà del dopoguerra, sensibili specialmente nel 1946-47, anche come conseguenza di cattivi raccolti, della mancanza di carbone, dei pericoli, controbattuti tuttavia, di inflazione monetaria, si cominciò ad avvertire i primi sintomi di logoramento, dopo così lunga e ininterrotta permanenza al governo. Sul finire del 1947, in varie by-elections, il nuovo partito, capeggiato da Sen Mac Bride, dei "nuovi repubblicani" (Clann na Poblachta), parve minacciare la posizione tradizionalmente solida del Fianna Fáil; ciò indusse De Valera (meno forte anche sul piano internazionale, per l'ostinato veto posto dall'URSS all'ammissione dell'Irlanda alle N. U., veto a cui l'Irlanda rispose riallacciando le relazioni col governo spagnolo di Franco, sconsigliate dalle N. U.) ad affrettare le elezioni al 4 febbraio 1948. Il risultato fu che, portati i seggi del Dáil da 138 a 147, il Fianna Fáil non ebbe più, come nel 1944, la maggioranza assoluta, ma solo relativa (68 seggi); seguivano al secondo posto il partito del Fine Gael con 31 seggi, i laburisti con 14, il Clann na Poblachta con 10, e altri minori. Nella seduta del Dáil del 18 febbraio 1948 per la formazione del nuovo governo (secondo la costituzione irlandese è il parlamento, non il capo dello stato che nomina il capo del governo) De Valera riportò 70 voti (66 del Fianna Fáil e 4 di indipendenti), e John A. Costello, capo del Fine Gael, 75 voti del proprio e degli altri partiti, coi rappresentanti dei quali ha formato un governo di coalizione.
Bibl.: D. O' Sullivan, The Irish Free State, Londra 1940; H. Harrison, The Neutrality of Ireland, Londra 1942; T. Ireland, Ireland, Past and Present, New York 1942; T. W. Freeman, The congested districts of Western Ireland, in The Geographical Review, XXXIII, 1943; id., Migration Movements and the Distribution of Population in Eire, in Journ. Statist. and Social Inquiry Soc. of Ireland, 1938-39; E. de Valera, Peace and War, Dublino 1944; id., Ireland's Stand, Dublino 1946; Irish Parliamentary Handbook, ivi 1946; T. D. Frank Aiken, Ireland's public finances, in The Banker, luglio 1947; M. J. Mac Manus, Eámon de Valera, Dublino 1947.