Irlanda
A tutta birra
La Repubblica d'Irlanda comprende l'isola omonima ‒ eccetto l'Irlanda del Nord (Ulster), che è parte della Gran Bretagna ‒ e numerose piccole isole circostanti. La vegetazione spontanea è ridottissima; ma tutta l'isola è coltivata e coperta di pascoli, ed è famosa per il suo aspetto verdeggiante.
L'isola verde, dove un tempo potevano vivere solo i folletti delle leggende e Celti selvaggi, è un paese equilibrato, considerato spesso un esempio da seguire per migliorare senza rinunciare alla propria identità
Marginale, povera, sfruttata per secoli, l'Irlanda si sta prendendo la sua rivincita: nessun altro paese al mondo ha migliorato così rapidamente le sue condizioni di vita negli ultimi decenni del Novecento. Il territorio è pianeggiante, salvo alcune aree collinari (superano di poco i 1.000 m) lungo le coste, che sono molto frastagliate e alte e scoscese verso l'Oceano Atlantico, basse e compatte verso il Mare d'Irlanda.
Il clima è temperato e molto umido (piogge abbondanti e nebbie frequenti, specie a ovest). Le precipitazioni alimentano una gran quantità di laghi e di corsi d'acqua: il principale è lo Shannon, che sfocia in un fiordo sulla costa atlantica, ma con un canale è unito anche al Mare d'Irlanda, ed è navigabile. Numerose e vaste sono le torbiere, da cui si ricava combustibile utilizzato per produrre energia elettrica.
La popolazione irlandese è scarsa. Si tratta di un caso unico in Europa: a metà Ottocento, gli Irlandesi erano più numerosi. Allora l'Irlanda era una colonia britannica e i terreni appartenevano ad aristocratici britannici, che producevano cereali per la Gran Bretagna. Gli Irlandesi avevano a disposizione piccoli campi in cui coltivavano patate; una malattia delle patate distrusse il raccolto, mentre il grano veniva ugualmente mandato in Gran Bretagna. Con la fame, si diffusero le malattie: circa un terzo della popolazione morì, un altro terzo emigrò negli Stati Uniti, dove tuttora la colonia irlandese è numerosa e importante. Gli Irlandesi rimasti continuarono per decenni a emigrare: i loro discendenti nel mondo sono più di 20 milioni.
Questa incredibile vicenda, con il contrasto religioso (gli Irlandesi sono cattolici, i Britannici protestanti) e con la richiesta irlandese di annettere l'Ulster, irrigidì a lungo i rapporti tra i due paesi. La cultura irlandese è comunque imbevuta di apporti inglesi: l'inglese è lingua ufficiale e letteraria; il gaelico, la lingua dei Celti, è parlato solo in qualche area periferica, mentre nelle città (dopo la capitale Dublino, la più importante è Cork) si parla inglese.
Dagli ultimi decenni del Novecento l'economia del paese è molto migliorata, anche grazie alle rimesse degli emigrati, e le condizioni di vita della popolazione sono oggi eccellenti.
L'Irlanda è povera di risorse minerarie, e non aveva quasi industrie: viveva di agricoltura (orzo ‒ da cui si ricava la celebre birra ‒ e altri cereali) e soprattutto di allevamento. Per convincere gli investitori esteri ad aprire aziende in Irlanda, furono molto ridotte le imposte e furono attrezzati dei 'parchi tecnologici' (il principale è a Limerick): così l'Irlanda è diventata il primo produttore europeo di computer e di software. Anche altre industrie sono sviluppate (tessile, meccanica) e pure le attività finanziarie. I paesaggi verdi e a tratti selvaggi, ma anche le belle città, attirano grandi quantità di turisti.