Iri
s. f. inv. Acronimo di Imposta sul reddito impren-ditoriale.
• Solo due scelte: si prendono gli utili, e allora vengono tassati nel modello Unico secondo le aliquote Irpef esistenti (dal 23 al 43% secondo il reddito). Oppure si lasciano dentro la società o lo studio professionale per gli investimenti, e vengono tassati al 27% secondo l’aliquota del reddito di impresa (l’attuale Ires che [Mario] Monti vorrebbe ribattezzare in «Imposta sul reddito imprenditoriale», Iri, forse in omaggio a [Romano] Prodi e al famoso carrozzone di Stato). (Franco Bechis, Libero, 18 marzo 2012, p. 1, Prima pagina) • non ha trovato attuazione nella delega fiscale il nuovo sistema di tassazione degli imprenditori individuali, perché l’introduzione dell’Iri ‒ l’imposta sul reddito dell’imprenditore ‒ non aveva la necessaria copertura di 800-900 milioni; (Salvatore Padula, Sole 24 Ore, 19 luglio 2015, p. 1, Prima pagina) • Accanto all’imposta per le società debutterà infatti quella sul reddito imprenditoriale (Iri) destinata a premiare con una tassazione più bassa, al 24 per cento, gli utili che vengono lasciati in azienda. Obiettivo è separare questa voce dal reddito che invece l’imprenditore in quanto persona fisica si mette in tasca, che sarà invece sottoposto a Irpef ma sempre con un’aliquota fissata al 24 per cento. (Luca Cifoni, Messaggero, 17 settembre 2016, p. 11, Primo Piano).