Nome comune dei rappresentanti della famiglia Ippopotamidi, Mammiferi Artiodattili diffusi nel Pleistocene in tutta l’Europa centro-meridionale e nell’Asia meridionale fino all’India, oggi limitati all’Africa. La famiglia attualmente comprende 2 specie di i., appartenenti a 2 generi monospecifici, gli ultimi rappresentanti di altrettante linee evolutive. Hanno forme massicce, corpo glabro, pelle spessa che ha bisogno di essere mantenuta costantemente umida, testa pesante e muso grosso e carnoso, stomaco composto di 3 cavità, zampe a 4 dita; incisivi e canini ad accrescimento continuo.
L’i. anfibio, Hippopotamus amphibius (fig. A), vive in aree aperte con possibilità di pascolo e vicine a raccolte d’acqua permanenti, come fiumi e zone umide. In media di 3,5 m di lunghezza e 1,5 m di altezza alla spalla, supera le 3 t di peso; la pelle, grigio-marrone, produce una secrezione rossa che ha funzione protettiva dal sole e idratante. Gregario e poliginico, vive in gruppi sociali composti al massimo da 40 individui; passa il giorno in acqua, dove si sposta, anche in lunghe apnee, poggiandosi sul fondo; ne emerge la notte per alimentarsi di vegetazione erbacea terrestre, soprattutto Graminacee. I maschi, territoriali, combattono violentemente usando i 4 canini, che possono raggiungere gli 80 cm di lunghezza. L’aggressività della specie la rende pericolosa anche per l’uomo. L’areale originario, che includeva anche Algeria, Mauritania ed Egitto (in particolare lungo il corso del Nilo), al principio del 21° sec. risulta ristretto all’Africa subsahariana e frammentato, con le maggiori popolazioni situate a Est e a Sud. La caccia illegale per ottenere la carne o i canini (usati come avorio) e la perdita di habitat sono le principali cause di minaccia.
L’i. pigmeo, Hexaprotodon (o Choeropsis) liberiensis (fig. B), ha forma simile all’i. anfibio ma è più piccolo (lungo fino a 1,8 m, pesa fino a 280 kg); ha un muso più corto con orbite oculari e naso meno pronunciati, pelle bruna. Vive in genere solitario o in coppia, nelle foreste tropicali, preferibilmente chiuse, nei pressi di fiumi o paludi dove si nasconde durante il giorno; la notte si nutre di vegetazione terrestre e semiacquatica (foglie, radici, frutti, erba). È endemico dell’Africa occidentale: Sierra Leone, Guinea, Costa d’Avorio e Liberia; estinto in Nigeria. In forte decremento, minacciato da caccia, guerre civili e perdita dell’habitat.