SORGATO, Ippolito
– Nacque a Padova il 21 settembre 1905 da Lodovico, piccolo industriale padovano nel campo della produzione di asfalti, e da Carolina Olivetti.
Compì nella città veneta gli studi preuniversitari, presso il liceo Tito Livio sezione moderna, diplomandosi nel luglio del 1923. Si iscrisse quindi al primo anno della Scuola di applicazione degli ingegneri, laureandosi il 21 novembre 1928 in ingegneria industriale chimica con la votazione di 95 su 100. Nell’anno successivo divenne dottore in chimica presso l’Università di Ferrara.
A partire dal 1931-32 iniziò la carriera universitaria come professore incaricato di impianti chimici industriali presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Padova, incarico che tenne negli anni successivi, insieme ad altri insegnamenti presso le facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali e di agraria. Nel 1932 fu nominato capo della sezione sperimentale zuccheri presso la Scuola di chimica industriale di Padova e nel 1934 ottenne la libera docenza per chimica applicata. In quegli anni la sua ricerca fu diretta soprattutto all’industria saccarifera, all’epoca particolarmente sviluppata nei territori intorno a Padova, in cui era diffusa la coltivazione delle barbabietole.
I suoi studi riguardarono in particolare i metodi di controllo nella fabbricazione dello zucchero e i prodotti assorbenti e decoloranti usati per la sua purificazione. In questo campo egli fu tra i primi in Italia a mettere a punto moderne metodologie chimicofisiche, elettrochimiche e spettrofotometriche, che illustrò anche in alcune pubblicazioni (Fotometria pratica e di alta sensibilità, in La chimica e l’industria, XXII (1940), 1, pp. 1-5; Sopra un apparecchio per la misura di elevate conducibilità elettrolitiche, in Annali di chimica applicata, XXIII (1940), pp. 133-140).
Durante la seconda guerra mondiale restò ad assolvere i doveri di docente presso l’Università di Padova. Nell’ottobre del 1941 sposò Maritza Paussa. Dal matrimonio nacquero due figli, Alessandro, che diverrà ingegnere, e Catia, che intraprenderà la carriera scientifica e accademica come ordinario di biochimica. Idoneo già nel 1942 nel concorso per la cattedra di industrie agrarie presso l’Università di Firenze, Sorgato dovette tuttavia attendere il 1950 per risultare vincitore della cattedra di chimica industriale presso l’Università di Palermo. La commissione, composta tra l’altro da Mario Giacomo Levi e Giulio Natta, giudicò che la sua attività scientifica e didattica, svolta per quasi due decenni, lo differenziasse nettamente da tutti gli altri concorrenti. In particolare, apparvero degne di attenzione le sue più recenti ricerche sui processi di distillazione e rettificazione, che mostravano una spiccata aderenza ai moderni indirizzi dell’ingegneria chimica. Furono anche lodati gli studi sulla produzione industriale della lignina per materie plastiche, che avevano avuto discreta risonanza internazionale (Produzione industriale di lignina, in La chimica e l’industria, XXX (1948), 11, pp. 291-294).
A Palermo Sorgato restò tre anni, fino al novembre del 1953, allorché ottenne il trasferimento alla facoltà di agraria dell’Università di Padova sulla cattedra di industrie agrarie. Alla fine del 1955 fu poi trasferito alla facoltà di ingegneria della stessa Università, come ordinario di impianti industriali chimici. Da questo momento la sua figura si inquadrò ancora più decisamente in un’area tecnica, scientifica e culturale che solo a partire dalla fine degli anni Cinquanta del XX secolo trovò adeguata valorizzazione nel nostro Paese, quella dell’ingegneria chimica. Se sino ad allora per formare un ingegnere chimico era considerato sufficiente dare competenze chimiche a un ingegnere, grazie allo sforzo e all’impegno di alcuni più illuminati docenti, tra i quali anche Natta e Giovanni Battista Bonino, si giunse a una più moderna concezione di questa figura professionale nell’ambito del d.p.r. 31 gennaio 1960 n. 53, Riordinamento degli studi delle facoltà di ingegneria. Al passo con quello che avveniva in altri Paesi europei ed extraeuropei, all’ingegnere chimico spettava la realizzazione di un processo chimico su scala industriale e fondamentali per la sua formazione erano insegnamenti quali principi di ingegneria chimica e teoria e sviluppo dei processi chimici. Per l’affermazione di queste idee il contributo e le riflessioni di Sorgato furono essenziali (L’insegnamento dell’ingegneria chimica all’estero, in La chimica e l’industria, XLI (1959), 1, pp. 1-7).
La sensibilità di Sorgato per la formazione universitaria e postuniversitaria è testimoniata anche dai corsi postlaurea da lui tenuti presso la Scuola degli zuccheri all’Università di Ferrara e presso la Scuola di studi superiori sugli idrocarburi dell’Ente nazionale idrocarburi (ENI). Fu pure docente nei corsi di alta tecnologia chimica promossi dall’Accademia dei Lincei a Varese (1960) e Milano (1961). Svolse anche attività didattica all’estero, in particolare negli Stati Uniti, a Yale e all’Università del Connecticut. Merita infine un cenno anche il fatto che nel 1949 fu relatore della tesi della prima donna che in Italia si laureò in chimica industriale, Irene Camber, nota anche per la medaglia d’oro olimpica conquistata nel fioretto femminile alle Olimpiadi di Helsinki del 1952.
A partire dagli anni Sessanta del XX secolo, l’attività di ricerca di Sorgato intraprese un percorso più aderente ai moderni orientamenti dell’ingegneria chimica. Da un’attività di carattere fondamentalmente ancora empirico, com’era stata quella svolta in campo saccarifero, egli passò a un’impostazione sempre più generale e rigorosa, basata sull’impiego della chimica fisica, della fisica e della matematica. I suoi studi si orientarono verso una più impegnativa utilizzazione dei risultati scientifici più avanzati, nel quadro dell’attività del Centro per la chimica delle alte pressioni e delle alte temperature del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), di cui fu direttore fino al 1975. In questo contesto si intensificarono i contatti internazionali suoi e del gruppo da lui diretto, che generarono stretti rapporti di collaborazione con prestigiosi centri di ricerca europei e nordamericani. Fu tra l’altro, dal 1958 al 1970, editor dell’importante rivista Chemical engineering science.
Insieme ad aspetti di carattere strettamente scientifico, vanno ricordati quelli di tipo più professionale. Negli anni fornì apprezzate consulenze per industrie di vario tipo, fra le quali la Vetrocoke e la Snia Viscosa. Nel 1956 partecipò come progettista per conto della Società Augusta petrolchimica alla realizzazione del primo grande stabilimento petrolchimico in Sicilia. Sotto la sua guida il già citato centro del CNR condusse ricerche nell’ambito di contratti con il ministero della Difesa (Aeronautica e Marina militari) e con i laboratori della U.S. Army di Aberdeen (Maryland).
In riconoscimento della sua attività gli fu conferita la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Ricevette inoltre la cittadinanza onoraria del Texas allorché nel 1952 si recò negli Stati Uniti nell’ambito della missione dell’Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE). Fu infine socio dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti e dell’Accademia Patavina di scienze, lettere ed arti.
Collocato in pensione nel 1980 e nominato professore emerito, continuò per alcuni anni la sua opera di studioso dedicandosi alla pubblicazione di un testo in cui proponeva un approccio statistico alla cinetica delle reazioni chimiche (Statistical approach to kinetics – Part A, Padova 1983). Non poté completare la seconda parte dell’opera per la morte che lo colpì a Padova il 13 maggio 1996.
Opere. Tra articoli e libri gli sono attribuite più di cento opere, oltre alle numerosissime pubblicate dagli allievi all’interno delle istituzioni che egli diresse negli anni della sua attività scientifica. Non esiste però un elenco completo di tali opere, di cui sopra sono state ricordate alcune tra le più significative.
Fonti e Bibl.: Padova, Archivio dell’Università, Personale cessato, Ippolito Sorgato
G.B. Guarise, Commemorazione del socio effettivo I. S., in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, CLV (1997), pp. 155-162; A. Lepschy, Ricordo del socio effettivo I. S., in Atti e memorie dell’Accademia Patavina di scienze, lettere ed arti, CX (1998), parte I, pp. 136-141.