IPPOCRATE di Chio
Geometra greco, fiorì ad Atene poco dopo il 450 d. C. Appartenne probabilmente alla scuola di Enopide di Chio. Aristotele narra di lui che fu dapprima commerciante, ma che per la sua goffaggine e ingenuità fu derubato del suo avere dai doganieri di Bisanzio; in seguito a che si diede a insegnar geometria. È uno dei padri della geometria greca.
Scrisse per primo un libro di Elementi. La ricerca della quadratura del cerchio lo condusse a scoprire taluni tipi di lunule circolari, quadrabili con metodi elementari, le quali sono ancora oggi ricordate sotto il suo nome (v. lunula).
Studiò anche il famoso problema della duplicazione del cubo, detto problema di Delo: e indicò la via della soluzione col riportarlo alla ricerca di due medie proporzionali fra due lunghezze date. Per questa via Archita, Eudosso e Menecmo giunsero alle loro costruzioni. Si vuole che Ippocrate abbia usato per primo le lettere nei disegni geometrici: certo ha inventato il metodo della riduzione geometrica (ἀπαγωγή) e fors'anche quello della riduzione all'assurdo: del quale pare si giovasse per dimostrare quello che sarà il teorema XII, 2 dell'Euclide.
Bibl.: F. Rudio, Der Bericht des Simplicius über die Quadraturen, testo e traduz. con introduz. e commento, Lipsia 1907. Cfr. anche le storie delle matematiche di Cantor, Loria e Heath.