IPPARCHI (ἵππαρχοι)
In Grecia comandanti generali della cavalleria (?ἱππεῖς) di un esercito, o di un reparto di cavalleria. In Atene furono prima tre, poi, accresciuta la cavalleria a dieci squadroni (ϕυλαί) sotto il comando di dieci filarchi, si ridussero a dve e ciascuno comandava cinque ϕυλαί. C'era poi dal sec. IV un ipparco per la cavalleria ateniese in Lemno. Erano eletti dal popolo per un anno; dovevano tenere al completo i ruoli della cavalleria e curare l'istruzione degli uomini e la tenuta dei cavalli. Ipparchi sono ricordati anche per altre città greche, Sicione, Fliunte, Siracusa, Gela, Leontini, ecc. Un ipparco, annuo, al comando generale della cavalleria si trova nelle leghe dei Beoti, dei Calcidesi, degli Acarnani, degli Epiroti, dei Magneti, poi nella Lega Achea e nell'Etolica; parecchi ipparchi nella Lega tessalica. Ipparchi eran detti anche i comandanti dei singoli contingenti di cavalleria delle città delle leghe. Nell'esercito di Alessandro un ipparco (Filota) era alla testa della cavalleria degli eteri; c'erano poi ipparchi dei cavalieri tessali, degli alleati greci e dei mercenarî. Morto Filota, si crearono due ipparchi degli eteri; più tardi la cavalleria fu organizzata in parecchie ipparchie. Ipparchi ricorrono infine negli eserciti dell'età ellenistica.
Bibl.: H. Lammert, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., VIII, col. 1683; G. Busolt, Griechische Staatskunde, Monaco 1920-26, passim; J. Kromayer-G. Veith, Heerwesen und Kriegführung der Griechen und Römer, Monaco 1928, passim; H. Berve, Das Alexanderreich auf prosopographischer Grundlage, Monaco 1926, I, p. 107.