ipotermia
ipotermìa [Comp. di ipo- e -termia] [FME] L'esposizione dell'organismo a temperature minori di quella corporea normale (37 °C), naturale oppure provocata a scopo terapeutico o per altri scopi; ha particolare rilevanza per l'immersione in acqua, nella quale dà luogo a effetti nocivi già a partire da circa 25 °C: v. fisiologia umana in condizioni estreme: II 629 e. ◆ [BFS] I. controllata: tecnica molto usata nei laboratori in cui si effettuano colture in vitro di cellule, per la conservazione in azoto liquido (-170 °C) o in congelatori (-70 °C) delle linee cellulari; prima del congelamento, che deve essere graduale, al terreno nutritivo vengono aggiunti glicerina o dimetilsolfossido (in concentrazioni dal 5 al 15 %) per evitare che si formino cristalli di ghiaccio all'interno delle cellule; queste possono essere così conservate per vari mesi e, dato che in questo periodo non avvengono moltiplicazioni cellulari, al momento dello scongelamento presentano le stesse caratteristiche iniziali.