ipostasi
Dal lat. tardo hypostasis, gr. ὑπόστασις «sostanza», comp. di ὑπό «sotto» e στάσις «lo stare». Termine dalla cui originaria forma greca, ὑπόστασις, derivano diversi calchi semantici in latino: substantia, o subsistentia, o suppositum, che in filosofia indica ciò che resta fermo dietro il fluire fenomenico, quindi la sostanza (οὐσία), la natura (φύσις) da cui sgorgano le proprietà d’una cosa; o anche, soprattutto nel linguaggio teologico, colui che ha esistenza, cioè persona. Nella filosofia greca, il neoplatonismo usa il termine i. per indicare le tre supreme nature (l’Uno, l’intelletto, l’anima); il termine entrò presto nel linguaggio dei padri della Chiesa a indicare le persone della Trinità oppure anche la natura divina. Proprio questa ambivalenza del termine i. rese però necessario un chiarimento del suo valore, ché altrimenti, parlando di tre i., nella Trinità, si potevano intendere come tre nature o, parlando di una i., si rischiava di negare la Trinità stessa sopprimendo le persone nell’unità della natura. Le polemiche attorno al termine i. furono lunghe e complesse e se il Concilio di Alessandria (362) lasciava ancora la libertà di parlare di una o tre i. nella Trinità (appunto per l’ambivalenza del termine che nel primo caso poteva indicare la natura, nel secondo le persone), le successive polemiche trinitarie resero necessaria un’univoca formulazione del dogma adoperando il termine i. come sinonimo di persona e indicando la natura con οὐσία (o φύσις): così, pochi decenni dopo quel concilio, è già acquisita all’ortodossia – soprattutto per l’influenza dei padri cappadoci – la formula, da tempo accreditata nella teologia greca: μία οὐσία, τρῖς ὑποστάσεις «una substantia, tres personae», formula che ebbe nel 382 il riconoscimento ufficiale da Roma, che definiva così l’equivalenza d’i. e persona. Anche nelle polemiche cristologiche molto si discusse sul valore del termine i.: se infatti si riteneva equivalente a natura, si doveva parlare di due i. in Cristo; se equivalente a persona, di una sola i.; e si finì anche qui per ritenere il termine come sinonimo di persona, dicendo che in Cristo vi sono due nature (οὐσίαι o φύσεις) e una persona (ὑπόστασις). Il Concilio di Calcedonia (451) definì appunto in questo senso l’equivalenza di i. e persona nella formulazione del dogma cristologico, uniformando così la terminologia cristologica a quella trinitaria.