IPNOTISMO (XIX, p. 481)
Nozioni generali e chiarimenti terminologici, - L'i. è la tecnica usata per indurre in un soggetto un particolare stato psicofisico che permette d'influire sulle sue condizioni psichiche, somatiche, viscerali per mezzo del "rapporto" fra questo e l'ipnotizzatore (Granone). Tale particolare stato è caratterizzato dalla prevalenza delle funzioni rappresentativo-emotive su quelle critiche-intellettive, da fenomeni d'ideoplasia controllata e da condizioni di parziale dissociazione psichica. L'ipnosi può essere anche autoindotta per fenomeni di monoideismo suggestivo e con l'aiuto di mezzi fisici, chimici e psicologici. Ciò che caratterizza l'ipnosi è lo stato di coscienza, che può essere variabile a seconda della profondità della trance, essendo questa un fenomeno dinamico e non statico. In merito alla terminologia dell'i. è necessario fare le seguenti precisazioni:
a) Narcoipnosi: stato in cui l'ipnosi s'impone approfittando della subnarcosi. In ogni caso, l'ipnosi va distinta dalla semplice narcosi medicamentosa, in cui non esiste alcun rapporto interpersonale con un ipnotista, né il monoideismo suggestivo proprio dell'ipnosi. Se un soggetto in condizione di neurotossicosi farmacologica commette un delitto, non si deve dire che l'ha commesso in stato d'ipnosi.
b) Autoipnosi: stato ipnotico che il soggetto s'induce da solo, mediante esercizi di autorilassamento o elaborando suggestioni ipnotiche precedentemente fornitegli da un operatore.
c) Ipnoanalisi: qualunque tipo di analisi della personalità profonda, eseguita in ipnosi, anche se non con canoni psicoanalitici.
d) Si riserva il termine di ipnoterapia a tutti quei procedimenti che si avvalgono del sonno come mezzo di cura, sia esso spontaneo o indotto con farmaci; designando invece come ipnositerapia le cure eseguite mediante ipnosi, che "sonno" non è.
Il termine di ipnosi attraverso il tempo, dopo gli apporti della psicologia del profondo, della reflessologia condizionata e degli studi di neurofisiologia e di elettroencefalografia sulla vigilanza, sulla coscienza e sugli stati onirici, si è ampliato nel suo significato, modificando profondamente la disciplina dell'i. partita dal vecchio concetto di fluido mesmeriano e da quello successivo di suggestione. Si sono pure modificate le tecniche, divenute meno possessive e imperative e sempre più permissive e distensive, autogene, su basi neurofisiologiche e psicologiche.
Teorie sulla genesi dell'ipnosi. - Vari autori accomunano l'ipnosi alla suggestione, in quanto asseriscono che tutto quello che si può provocare con l'ipnosi si può ottenere con la semplice suggestione. Ma è chiaro che tra la suggestione comune, che si manifesta come un'immediata e acritica accettazione di idee, e la più intensa suggestionabilità ipnotica con inibizione straordinaria di alcune facoltà psichiche, eccezionale passività e realizzazione più o meno cosciente di idee suggerite (come per es. quella di un'analgesia tale da affrontare un intervento chirurgico) esistono differenze qualitative e quantitative. Alcune modificazioni proprie dell'ipnosi con riviviscenza di ricordi seppelliti nel più profondo oblio durante lo stato di veglia; alcune accertate manifestazioni telepatiche dello stato ipnoidale; alcune intense componenti allucinatorie di esso e infine varie profonde modificazioni psicosomatiche, possibili in ipnosi, non sono un comune appannaggio della suggestione corrente, e sorge la necessità sul piano clinico e neuro-psico-fisiologico di differenziare l'illusione suggestiva momentanea da quella più profonda, regressiva, sonnambolica dell'ipnosi. A parte che in ipnosi possono insorgere modificazioni neurovegetative spontanee, niente affatto suggerite dall'ipnotista, come quelle riguardanti la frequenza e la profondità del respiro, la frequenza e validità del polso, l'intensità della sudorazione, la temperatura cutanea, l'eccitabilità neuro-muscolare, il tono vascolare con conseguente vasocostrizione e vasodilatazione periferica, la stabilizzazione dell'emodinamica e del metabolismo cerebrale e infine guarigioni preterintenzionali. Per quanto riguarda i dati emodinamici e metabolici dell'encefalo, si è sperimentalmente constatato (Polli-Granone) che in ipnosi si riduce molto la deviazione standard del flusso e del consumo di ossigeno cerebrale (che si nota nei soggetti normali in condizioni basali nella veglia) cessando in ipnosi qualunque stato di ansia, di agitazione psicomotoria con conseguente normalizzazione di fattori metabolici.
Infine, non vi è parallelismo tra suggestionabilità e ipnotizzabilità e vi sono condizioni d'intensa credulità e suggestionabilità che si accompagnano a ben scarsa ipnotizzabilità, come nei bambini, nei dementi senili e in vari nevrastenici. La teoria della suggestione fa parte di una più vasta teoria psicologica subiettivistica, avanzata dalla scuola di Nancy, la quale considerava l'ipnosi come un aspetto paranormale, con aumento della suggestionabilità del soggetto, contrariamente alla scuola della Salpêtrière che considerava invece l'ipnosi come una manifestazione simile all'isterismo. Altra teoria psicologica esplicativa è quella proposta dalla psicoanalisi, che non giudica l'ipnosi come un fatto patologico, ritenendola un particolare transfert durante il quale il soggetto mette al posto del proprio Super-Io l'ipnotista, che risveglia in lui l'immagine del proprio padre. La psicoanalisi tenta di spiegare tutta la complessa fenomenologia ipnotica con i canoni che le sono propri, ma non sempre riesce convincente sul piano psicologico e neurofisiologico; come pure non sempre vi riesce per altri versi la teoria reflessologica, che approfondisce invece quest'ultimo aspetto dell'ipnosi, giudicandola come un ríflesso condizionato, provocato da una forma d'inibizione corticale parzialmente condizionata. Esiste infine una quarta teoria esplicativa, quella metapsichica o del rapporto obiettivo, secondo la quale si ritiene che agenti fisici ignoti fluidici si comunichino dall'ipnotista all'ipnotizzato; o che vi sia una trasmissione puramente psichica ed extra fisica; o che infine i due fattori siano concomitanti.
L'ipnosi è considerata come una sindrome clinica a sé stante, parafisiologica, e si ritiene che la semeiotica degli stati di coscienza in ipnosi e lo studio elettroencefalografico impediscano d'identificare l'ipnosi sia con il sonno, sia con le nevrosi; ritenendosi che per la spiegazione dei fenomeni ipnotici sia necessaria la conoscenza congiunta di dati psicologici e neurofisiologici. Per questi ultimi si pensa che in ipnosi possano venire interessati i centri diencefalici e mesencefalici, con conseguenze inibitorie sulle funzioni corticali di critica e di controllo, essendo nel diencefalo localizzati i centri della vita istintiva e dell'emotività, quelli regolatori delle più complesse funzioni organiche e quelli della coscienza con la regolazione del ritmo della veglia e del sonno. Oltre alla formazione reticolare è verosimile che entrino in causa i centri corticali viscerali per la produzione di complessi fenomeni psicosomatici ipnotici e per l'instaurazione e memorizzazione di riflessi condizionati; più facilmente istituibili nello stato d'ipnosi che in quello di veglia (Granone). Durante l'induzione, suggerendo un rilassamento muscolare e la chiusura degli occhi, noi provochiamo una riduzione degl'impulsi afferenti alla sostanza reticolare e quindi una diminuzione del suo stato di eccitazione, con conseguente deafferentazione funzionale. In tali condizioni prendono il sopravvento le strutture preposte al sonno, antagoniste del sistema reticolare ascendente, che sincronizzano l'elettroencefalogramma. Parimenti è risaputo che possono inibire il sistema reticolare ascendente salve d'impulsi uguali ritmicamente ripetuti, uditivi (metronomo), vestibolari (cullamento), visivi, come avviene con determinate tecniche ipnotiche. La spiegazione neurofisiologica dell'induzione ipnotica può concordare con quella psicologica, che considera l'ipnosi come un processo regressivo al servizio dell'Io, per cui deafferentazione fisiologica e regressione psicologica sarebbero sullo stesso piano; comportando la dissoluzione jacksoniana, uno svincolo di attività subordinate e un conseguente ritorno a forme arcaiche di funzionamento encefalico.
Tecniche induttive di ipnosi. - Tutte le tecniche si fondano su procedimenti obiettivi eseguiti a livello sensorio-motorio, la cui efficacia è condizionata da fattori intrinseci al soggetto, e dal rapporto fra questo e l'operatore. Le tecniche sono molteplici: "possessive" o "permissive"; con approccio rude paterno o dolce materno; si avvalgono della sola parola come dell'uso contemporaneo di mezzi fisici, strumentali, visivi, uditivi, cinestesici. Con esse, in particolari condizioni di ambiente e di transfert, si riduce il campo della coscienza, concentrando l'attenzione del soggetto su una sola rappresentazione mentale; la quale imponendosi nella mente si attua secondo il suo contenuto in movimento, in sensazione oppure in immagini. Per la limitazione indotta del campo della coscienza e della critica si crea un monoideismo suggestivo e le idee espresse dall'ipnotista vengono accettate ed eseguite dall'ipnotizzato senza critica; sebbene con quelle restrizioni imposte dalla sua personalità profonda istintivo-affettiva. Per quanto sui trattati d'ipnosi vengano descritte molteplici tecniche, riteniamo che ogni operatore debba farsene una sua propria, che meglio si adatti alla sua personalità.
Ricorderemo la tecnica della fissazione dell'indice dell'ipnotista che si avvicina progressivamente alla radice del naso del soggetto; della fissazione di un punto del soffitto; della visualizzazione di Kline, delle mani incrociate, della fissazione dello sguardo, dei "passi" consistenti in sfioramento che l'ipnotista fa con la propria mano sul corpo del paziente, del rilassamento più o meno autogeno; le tecniche cosiddette sofrologiche; quelle che si avvalgono di mezzi fisici o farmacologici. I primi sintomi obiettivi della trance sono: l'inerzia psicomotoria, contraddistinta dal volto atono e inespressivo, rarità dell'ammiccamento palpebrale, sguardo fisso e vuoto. In queste condizioni, se il soggetto non è sollecitato, non parla, e, quando parla, la sua voce è sommessa e monotona; non si muove spontaneamente e in modo lento, automatico, compie i movimenti ordinatigli. Si possono allora, con opportune suggestioni, suscitare levitazione di un arto, catalessi, contratture, analgesia, iperalgesia, allucinazioni positive o negative, sogni, scrittura automatica, regressione di età, sonnambulismo, ipnodrammi. In base alla realizzazione di questa sintomatologia sono state derivate delle "scale di profondità" della trance, ma si può osservare che, per quanto riguarda le varie suggestioni attuabili in un soggetto, non sono tanto in causa fattori di profondità dell'ipnosi quanto la particolare costituzione somato-viscerale e psichica dell'ipnotizzato, per cui in soggetti diversi si possono produrre più facilmente allucinazioni visive o uditive, manifestazioni gastriche o cardiocircolatorie, analgesia o amnesia, indipendentemente dalla profondità della trance (Granone). Si può definire ipnosi profonda quello stato di trance che permette al soggetto di agire a un livello subconscio, senza interferenza della mente cosciente. Si ritiene che il 95% delle persone sia ipnotizzabile; solo il 20%, però, raggiunge una trance profonda con stato sonnambolico e amnesia, sdoppiamento della personalità e coscienza alternante.
I soggetti con qualità immaginative e artistiche, con potenza di fantasia e ricchezza di vita emotiva, sono più facilmente ipnotizzabili di coloro che hanno invece qualità tecniche, critiche, matematiche, oggettivanti o che mancano di capacità di concentrazione come i frenastenici, i mentali gravi, i senili, i bambini al di sotto dei quattro anni. Vi sono sostanze che potenziano la suggestionabilità ma non l'ipnotizzabilità, come l'acido lisergico; altre che aumentano specificamente l'ipnotizzabilità, come i barbiturici, la scopolamina, l'alcool, e altre che inducono resistenza, come la vitamina B1.
Sintomatologia psichica, somatica, viscerale in ipnosi. - Le prime modificazioni ipnotiche sono di natura psichica e riguardano la coscienza, che può essere intensamente ristretta o sognante od ottusa per alcune sensazioni, ed estremamente vigile per altre.
L'attenzione è concentrata sull'ipnotista. L'amnesia per le esperienze vissute in ipnosi concerne la rievocazione, ma non la fissazione di esse. Le ipermnesie possono riguardare ricordi della primissima infanzia, non rievocabili nello stato di veglia. La percezione può essere alterata in modo da suscitare allucinazioni di oggetti inesistenti nell'ambiente o da causare il mancato rilievo di essi. La sfera istintivo-affettiva è meno influenzabile di quella conoscitiva-intellettiva. I comandi postipnotici che urtano contro le tendenze radicate istintive e morali del soggetto determinano angoscia e lo svegliano dalla trance o alterano l'esecuzione del comando. La sensibilità del soggetto può essere modificata sia per eccesso, sia per difetto a scopi chirurgici.
Modificazioni del tono muscolare, del sistema neurovegetativo endocrino-umorale, del ricambio, della nutrizione, immunitarie e allergiche, cardiovascolari, sono state documentate da numerosi autori in modo scientificamente ineccepibile. Il meccanismo neurofisiologico e psicologico di tali modificazioni e i livelli neurologici in cui esse avvengono sono stati precedentemente accennati.
Accenni terapeutici. - Il valore e l'importanza terapeutica dell'ipnosi consistono non già nella suggestione, come facile mezzo per raggiungere successi fittizi, ma nelle vie di accesso che essa apre alla personalità profonda e a quella somatica e viscerale, per mezzo di collegamenti neurofisiologici e di correlazioni agenti a un livello biologico inconscio.
Si possono curare con efficacia mediante l'ipnosi malattie organiche a impronta psicosomatica, psiconevrosi, sindromi psicasteniche, isteriche, stati fobici, ossessivo-ansiosi, la balbuzie dei giovani, i tic, le tossicomanie attenuate, tendenze sessuali deviate (con qualche riserva), l'alcolismo, distonie neurovegetative molteplici. L'i. permette rapide esplorazioni della personalità istinto-effettiva dell'inconscio psichico e della memoria; come pure permette sul piano organico di constatare la possibilità d'influire su uno specifico apparato con determinate suggestioni. Nella cura delle psicosomatosi, l'automatismo e la dissociazione della personalità, proprie dell'ipnosi aprono spesso con successo una via agli strati profondi della psiche a diretto contatto con l'Io organico. L'ipnositerapia odierna si avvale delle conoscenze sulla psicologia del profondo sorte con la psicoanalisi; di quelle acquisite sui riflessi condizionati e della behavior-therapy. Può così esplicarsi con tecniche della "presa di coscienza" e liquidazione dei complessi rimossi, e con tecniche condizionanti e decondizionanti tali da stabilire, secondo il dinamismo dei condizionamenti in ipnosi, nuove forme di comportamento. Può inoltre eseguirsi come ipnositerapia suggestiva diretta, di sostegno, o di rilassamento secondo metodi più o meno autogeni.
L'i. non ha controindicazioni se adoperato adeguatamente con la conoscenza delle reazioni psicologiche in ipnosi. Anche sotto il profilo medico-legale e religioso è stata rilevata da molte fonti la sua permissibilità; esso è regolarmente autorizzato in tutte le nazioni civili di avanguardia. adoperato infine anche per scopi militari, sportivi, di potenziamento delle facoltà umane.
Bibl.: A. M. Weitzenhoffer, General techniques of hypnotism, New York 1957; L. R. Wolberg, Medical hypnosis, ivi 1957; A. Meares, A system of medical hypnosis, Londra 1960; D. Langen, Anleitung zur gestuften Aktivhypnose, Stoccarda 1961; L. Chertok, L'hypnose - Les problèmes théoriques et pratiques - La technique, Parigi 1963; L. Sparks, Autoipnosi, Roma 1963; G. H. Estabrooks, Ipnotismo, ivi 1964; J. Dauven, Les pouvoirs de l'hypnose, Parigi 1965; J. H. Schultz, Il training autogeno, Milano 1968; F. Granone, Trattato di ipnosi (sofrologia), Torino 1976.