ipnosi
Tecnica psicoterapeutica consistente nell’indurre nel paziente uno stato di sonno ipnotico, ossia di rilassamento profondo, per poi richiamare in lui diverse esperienze interiori (immagini mentali, esperienze sensoriali o suggerimenti verbali autoformulati) con lo scopo di risolvere i conflitti nevrotici o di eliminare i sintomi del disturbo mentale. L’ipnotizzatore usualmente fa giacere il paziente in posizione supina, in un ambiente il più possibile silenzioso e in penombra; quindi gli ordina di fissare lo sguardo e l’attenzione su un oggetto (un pendolino o il proprio dito indice) mentre, con tono suadente e monotono, gli suggerisce di sentirsi via via sempre più stanco e assonnato, che i suoi occhi diventano pesanti e tendono a chiudersi, che gli arti e il corpo diventano sempre più molli e pesanti fino a non poterli più muovere. Per mezzo di questa parziale deprivazione sensoriale, le suggestioni verbali e visive dell’ipnotizzatore assumono particolare credibilità per il soggetto (che può tuttavia essere più o meno suggestionabile), il quale tende a realizzare i comandi ipnotici di guarigione. L’i. fu introdotta in Europa a metà del 18° sec. dal medico tedesco Franz A. Mesmer, il quale utilizzava tecniche di induzione fisiche: movimenti propri e del paziente, strofinamenti, ecc. In seguito l’induzione venne operata solo sul piano verbale, e in Francia l’i. fu definitivamente accettata come terapia scientifica nel corso del 19° sec., per opera di neurologi e psichiatri come Ambroise-Auguste Liébeault, Hippolyte Bernheim e Jean-Martin Charcot. Grazie a quest’ultimo, l’i. entrò a far parte dello strumentario tecnico e della riflessione teorica di Sigmund Freud riguardo ai rapporti tra suggestione e psicoanalisi. All’inizio del 20° sec., il neurologo tedesco Johannes H. Schultz rielaborò le principali tecniche ipnotiche per sviluppare una nuova e oggi diffusissima tecnica di rilassamento profondo, il training autogeno (➔ tecniche antistress), che si basa proprio su suggestioni autoipnotiche che il soggetto apprende a rivolgersi da sé.