IPERTIMISMO
. L'ipertrofia della ghiandola timo si riscontra bensì in certi individui, ma per la frequente coesistenza di altre anomalie costituzionali endocrine, non è possibile affermare se il complesso dei fenomeni che s'osservano in tali casi trovi nell'ipertimismo la sua sola determinante. L'ipetrofia del timo, spesso ereditaria e familiare, può essere primitiva o costituzionale per un eccessivo sviluppo o mancato regresso della ghiandola, come può essere secondario, succedendo ad altri disturbi di ghiandole a secrezione interna (morbo di Addison, eunucoidismo, mixedema, acromegalia). Questa iperplasia timica secondaria è spesso clinicamente latente, mentre lo stato timico primitivo si dimostra, nei neonati, con un abito pastoso abbastanza caratteristico, tendenza alle infezioni acute, rachitismo, eczemi. Negli adolescenti e adulti maschi lo scheletro è gracile o femmineo: v'è iperplasia del tessuto linfatico, ipoplasia genitale, miastenia, ipoplasia cardioaortica, ipotensione, vagotonia. Nelle donne si riscontra clorosi, ipogenitalismo, talvolta mascolinismo somatico. L'ipertrofia del timo può determinare cianosi del volto, dispnea con stridore caratteristico per compressione della trachea e dei nervi mediastinici e morte improvvisa, di preferenza nei bambini, con sintomi di asfissia acuta o di sincope acuta.
La morte timica, insorgente fulminea, per sincope cardiorespiratoria in soggetti con ipertrofia del timo, è da considerarsi dovuta alla tossicità della alterata secrezione interna del timo, determinante una cospicua atonia del miocardio che cede per strapazzi o intossicazioni lievi. La cura dell'ipertimismo con la radioterapia della regione timica dà ottimi successi per l'azione distruttiva rapida delle radiazioni sopra le cellule dell'organo.