ipersessualizzazione
s. f. Smodata esibizione dei caratteri e dei messaggi sessuali.
• Fra i provvedimenti proposti in Francia contro l’ipersessualizzazione dei bambini c’è il ripristino delle divise scolastiche. Travolte dall’ondata post sessantottina, considerate limitazione di libertà, le divise furono giubilate. E in nome della libertà sparì l’abitudine delle adolescenti a truccarsi di nascosto all’uscita: lo si poteva fare anche all’entrata. (Federica Mormando, Corriere della sera, 6 marzo 2012, p. 27, Cronache) • «Sono frequenti le storie di giovani che per la cocaina arrivano a prostituirsi ‒ spiega Oliviero Ferrari ‒ ma in questo caso c’è un fattore più importante: la prostituzione viene presentata come un lavoro come gli altri e in questo modo, per gli adolescenti, non è più tabù. Questi ragazzi sono vittime, corrotti dall’ipersessualizzazione dei media, di internet, dei film, degli spot». (Silvia Gigli, Unità, 29 ottobre 2013, p. 11, Cronaca Italia) • Lo Utah, come primo Stato Usa, ha dichiarato la pornografia un «rischio di sanità pubblica», cioè una vera e propria «epidemia». [...] La norma sostiene che «perpetua un ambiente sessuale tossico» e «contribuisce all’ipersessualizzazione dei teenager». (Avvenire, 21 aprile 2016, p. 15, Mondo).
- Derivato dal s. f. sessualizzazione con l’aggiunta del prefisso iper-.
- Già attestato nell’Unità del 16 giugno 1988, p. 17, Cultura e Spettacoli (Anna Maria Lamarra).