iperprivilegiato
(iper-privilegiato, iper privilegiato), agg. Che gode di eccessivi privilegi.
• La café society, detto sinteticamente, è stata [...] quella classe sociale internazionale colta, cosmopolita, iper-privilegiata, snob, rarefatta, avanguardista, talvolta crudele, elegantissima, che s’incontrava tra la Svizzera e la prima classe dei transatlantici, fra i declivi marini di Capri e le splendide dimore in stile europeo dei ricchi newyorchesi. (Gianluigi Ricuperati, Repubblica, 5 agosto 2012, p. 42, Cultura) • Gli eletti nel complesso non somigliano agli elettori: sono infatti iperprivilegiati economicamente, hanno un tasso molto basso di attività lavorativa e invece un tasso molto alto di malcostume ‒ com’è dimostrato da fin troppi episodi ‒ vuoi perché la tavola imbandita dei soldi pubblici attira specialmente gli avidi, vuoi anche perché evidentemente l’occasione fa il politico, più che l’uomo, ladro. (Carlo Anastasio, Sicilia, 23 ottobre 2012, p. 1, Prima pagina) • Paola Binetti, ex teodem ora centrista, che ieri ha detto Sì alla fiducia sulle unioni civili ma No al voto finale, avverte sul testamento biologico: «L’ipoteca che è stata posta sulle unioni civili con una corsia iper privilegiata, rende inopportune altre accelerazioni soprattutto su questioni eticamente sensibili». (Giovanna Casadio, Repubblica, 12 maggio 2016, p. 6, Politica).
- Derivato dal p. pass. e s. m. e agg. privilegiato con l’aggiunta del prefisso iper-.
- Già attestato nella Stampa del 28 aprile 1996, p. 15, Società & Cultura (Keith Botsford).
> superprivilegiato.