IPERCLORIDRIA o iperacidità (dal gr. ὑπερ "oltre" e cloridrico [acido])
Affezione gastrica caratterizzata da un aumento considerevole della secrezione d'acido cloridrico. Può esistere senz'alcuna alterazione organica dello stomaco (dispepsia acida) ed è dovuta allora a una neurosi gastrica secretoria; ma può essere sintomatica di un'altra malattia: l'ulcera gastrica. Negl'individui normali l'acido cloridrico libero contenuto nello stomaco nell'acme della digestione d'un pasto di prova si mantiene al disotto del 2 per mille; nell'ipercloridria può arrivare al 2,5-3,5 e più per mille.
I disturbi consistono in bruciori intensi o veri dolori allo stomaco (pirosi idroclorica), eruttazioni acide, talvolta vomito di materiale acido. Il senso di bruciore per lo più si manifesta 3 o 4 ore dopo il pasto, in un periodo cioè in cui lo stomaco è già quasi vuoto, mentre la forte secrezione acida non è cessata. Esso s'attenua con una nuova ingestione di cibo. Nella cura dell'ipercloridria essenziale la dieta dovrà essere regolata in modo da evitare i cibi irritanti (alimenti molto salati, acidi, aromi, bevande alcooliche, caffè). Si daranno: latte, uova, carne, pesci, burro, purè di legumi e di verdure, poco pane abbrustolito. In molti casi è utile l'olio d'oliva per la sua azione inibitrice sulla secrezione. Tra i rimedî medicamentosi: per neutralizzare l'acidità gastrica si daranno gli alcalini (bicarbonato di sodio, magnesia usta) un'ora dopo i pasti. Utili sono pure le acque alcaline (Sangemini, Karlsbad, ecc.). Per diminuire la secrezione esagerata si userà la belladonna o il suo principio attivo, l'atropina, prima dei pasti. Nei casi gravi riescono opportune le lavande gastriche eseguite al mattino con una soluzione di bicarbonato sodico all'1%. È importante istituire anche una cura generale, specie quando vi sono sintomi di neurastenia generale.