BRODSKIJ, Iosif Aleksandrovič
Poeta russo, di famiglia ebraica, nato a Leningrado il 24 maggio 1940; è un tipico 'irregolare' della letteratura sovietica. Autodidatta, si fece apprezzare come traduttore, ma le sue poesie piacquero subito ad A. Achmatova per la loro densa semantica. Nel 1964 B. viene arrestato e condannato per "parassitismo" a cinque anni (ne scontò uno solo): fu uno dei primi casi letterari degli anni Sessanta, che rivelarono in URSS la presenza di una vivace cultura clandestina. In seguito, qualche poesia di B. venne pubblicata in almanacchi, ma la sua fama s'impose, in patria, tramite la circolazione in samizdat, e all'estero per due raccolte di versi pubblicate (in russo) negli Stati Uniti: Stichotvorenija i poemy (1965, "Poesie e poemi") e Ostanovka v pustyne (1971, "Fermata nel deserto"). La poesia di B. va al di là del caso letterario: la sua scrittura s'è rivelata tra le più mature e complesse dell'ultima generazione (specie in poemi come Bol'šaja Elegija. Džonu Donnu ("Elegia grande a John Donne") e Šestvie ("La processione") venendo talora paragonata a quella di Mandel'štam. Dal 1974 B. vive in Occidente. Traduzioni italiane delle sue poesie sono in Poesia russa contemporanea, Milano 1967 e in Poesia sovietica degli anni 60, Milano 1971.