ARALDI, Iosaphat
Operò nel primo trentennio del sec. XVI. Della sua vita si sa solo che il 2 sett. 1519 un "Maestro Iosaphat depintore" accompagnava a Montechiarugolo "Francesco e Lionardo... Torisella" (cfr. documento riportato in C. Ricci, 1903) e nel 1520 "Araldus Iosaphat pictor Vicinie Sancti Benedicti" è all'estimo per un valore di lire mille imperiali e perciò obbligato a pagare al Comune di Parma 50 lire di imposizione.
Questo nome trova riferimento nell'unica opera sicura che di lui si conosce, il S. Sebastiano della Galleria nazionale di Parma, firmato "Iossaphat de Araldis opus", molto interessante perché riflette con elementi veneti belliniani altri nordici soprattutto dureriani, specie nel paese fluviale, elementi dovuti a contatti diretti o alle incisioni nordiche non rare negli studi di Parma.
Sebbene rovinatissimo si potrebbe attribuire a lui l'affresco nel cortile del castello di Montechiarugolo ove si sa che egli si era recato nel 1519.
Bibl.: P. Zani, Encicl. Metodica... delle Belle arti, II, Parma 1819, p. 31, sub voce Aldis Giosafatte (per errata lettura della firma); P. Martini, La pubblica Pinacoteca di Parma, Parma 1872, p. 59; L. Pigorini, Catalogo della Regia Pinacoteca di Parma, Parma 1887, p. 26; C. Ricci, Catalogo della Galleria di Parma, Parma 1896, pp. 101 s.; Id., Alessandro e Iosaphat Araldi, in Rass. d'arte, III (1903), p. 137 (con docc.); A. O. Quintavalle, Catalogo della Mostra del Correggio, Parma 1935, p. 20; Id., Mostra parmense di dipinti noti ed ignoti dal XIV al XVIII secolo. Catalogo, Parma 1948, p. 14; E. G. Troche, Die Ariadne der Sammlung Lanz, in Pantheon, XXV(1940), pp. 20-22; A. Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Nazionale di Parma, Bologna 1956, pp. 12, 59; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, II, p.55.