IONE ('ΙΩν, Ion) di Chio
Figlio di Ortomene, poeta, storico e filosofo, uno degli scrittori più singolari del sec. V a. C. per la sua varia e molteplice attività. Della sua vita sappiamo: che giovanissimo venne in Atene poco dopo il 476; che si presentò la prima volta a un concorso drammatico tra il 452 e il 449 (olimp. 82); che forse fu a Sparta, alla corte del re Archidamo, tra il 445 e il 441; di nuovo a Chio nel 441-40; che ancora si presentò a un concorso con Euripide e con Iofonte, nel 428; ch'era già morto nel 421.
Quante tragedie e drammi satireschi abbia composto ignoriamo: a noi restano circa 80 frammenti, e tutti brevi, da nove tragedie (p. es., Agamennone, Alcmena, Argivi, Laerte, ecc.), da un dramma satiresco (l'Omfale), e da altri drammi senza nome. Difficile ogni tentativo di ricostruzione: ma di Ione poeta tragico gli Alessandrini ebbero grande stima, tanto che nel canone dei poeti tragici lo collocarono quarto, subito dopo i tre maggiori, e prima del quinto e ultimo che è Acheo. Scrisse anche elegie, inni, ditirambi, epigrammi, ecc.: ce ne restano una diecina di frammenti, dei quali i più lunghi sono da due elegie, l'uno di 16 e l'altro (che è forse un'elegia compiuta) di 10 versi, ambedue di carattere simposiaco; ma taluni di questi frammenti è controverso se attribuirli a Ione di Chio o a Ione di Samo; e, p. es., non è certo di Ione di Chio l'epigramma sulla morte di Euripide che morì almeno 15 anni dopo. Un preciso giudizio degli antichi su Ione tragico, che può riferirsi in genere a Ione poeta, si legge nel Περὶ ὕψους, 33: "lindo, elegante, corretto, come Bacchilide; senza gl'impeti, talora scomposti di Pindaro e di Sofocle", dunque un'arte abile, che non sbaglia; in sostanza un'arte minore. Singolarissima di Ione fu un'opera in prosa, Memorie (Υπομνήματα), oppure Impressioni di viaggio ('Επιδημίαι; o sono due titoli della stessa opera, o questo è il titolo di una parte soltanto), dove Ione, tra l'altro, narrava di suoi incontri con gli uomini maggiori del suo tempo, p. es., con Eschilo ai giochi Istmici, con Sofocle a Chio (è il più lungo, grazioso e curioso frammento), con Cimone in Atene, con Pericle, anche con Socrate: schizzi, ricordi, aneddoti, motti che spesso hanno la rapidità e la sicurezza di tocco di un giornalista provetto. Ce ne restano una diecina di frammenti. Altri pochi frammenti ci restano di un'opera più propriamente storica, La fondazione di Chio (Χίου κτίσις), dove Ione narrava, al modo dei logografi, alcuni miti relativi alle origini della sua patria; e così pure di un'opera filosofica, Τριαγμός (o Τριαγμοί, la Triade o le Triadi), d'intonazione pitagorea.
Ediz.: I frammenti tragici sono in Nauck, Trag. Graec. Fragm., 2ª ed., Lipsia 1889, p. 732 segg., meno una diecina recuperati dal principio del lessico di Fozio, ed. Reitzenstein, Lipsia 1907. I frammenti lirici in Anth. lyr. gr., ed. Diehl, I, p. 68 segg. I frammenti storici in Müller, Fragm. hist. gr., II, p. 44 segg. I frammenti filosofici in H. Diels, Die Fragm. d. Vorsokratiker, II, 2ª d., Berlino 1906, p. 220 segg.
Bibl.: F. Allègre, De Ione Chio, Parigi 1890, e soprattutto Diehl, s. v. Ion, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., IX, coll. 1861-68.