IOLAO ('Ιόλαος, Iolāus)
Antico eroe tebano detronizzato poi da Eracle. Non compare ancora in Omero; lo conoscono la Teogonia e lo Scudo d'Eracle. In Tebe aveva un santuario davanti alla porta Pretide, con vicino un ginnasio e uno stadio, dove si celebravano le Iolee, dette più tardi Eraclee. Il culto suo si estese da Tebe anche ad Atene, dove nel Cinosarge aveva un altare presso quello di Eracle e di Ebe. Da eroe primitivo scade a compagno fedele di Eracle. È messo anche in relazione genealogica con Eracle, del quale diviene nipote (figlio del fratellastro Ificle). Cocchiere abilissimo, vince nei ludi funebri di Pelia, e per il primo a Olimpia. Come fedele di Eracle, è anch'egli perseguitato da Euristeo; dopo la morte di Eracle ne protegge i figli e riesce a uccidere Euristeo. Prende parte, secondo una leggenda, anche all'impresa degli Argonauti e alla caccia del cinghiale calidonio.
Il culto suo migra, naturalmente, con quello di Eracle: interessante il culto di I. in Sicilia, specialmente in Agirio (meno a Erice), dove Eracle stesso gli avrebbe eretto un tempio. Ad Agirio gli abitanti da piccoli si lasciavano crescere le chiome in onore di I., e si credeva che i fanciulli che non compiessero i riti a lui sacri perdessero la favella e diventassero simili a corpi esanimi, mentre invece quelli che già fossero a quel modo infermi, praticando il culto di I. ottenessero la guarigione. Del culto di I., parimenti diffuso in Sardegna, è testimonianza tra l'altro l'etimologia che da lui faceva discendere la popolazione indigena degli 'Ιολαεῖς, detti dai Romani Ilienses (v. iliensi). In I. alcuni hanno voluto ravvisare elementi religiosi e mitici fenici, fusi con quelli di origine greca.
Bibl.: Roscher, in Lex. der griech. u. röm Myth., II, i, col. 285 segg.; Kroll, in Pauly-Wissowa-Kroll, Real-Encycl., IX, ii, col. 1843 segg.; L. Preller, Gr. Myth., 4ª ed. di C. Robert, II, ii, Berlino 1921, passim; E. Ciaceri, Culti e Miti nella storia dell'antica Sicilia, Catania 1911, pp. 95 seg. 285 segg.; W. W. Baudissin, Adonis und Esmun., Lipsia 1911, passim.