invogliare
Ricorre due volte, con qualche diversità di significato. In Pd III 84, Piccarda dice che Dio 'n suo voler ne 'nvoglia, " accendit nos et animat in suam voluntatem " (Benvenuto), ci " spinge a desiderare " ciò che egli vuole (si noti la frequenza con cui il tema della ‛ volontà ' ritorna in questo episodio: ‛ volere ', vv. 71, 75 e 84; ‛ volontà ', vv. 70 e 85; ‛ voglia ', vv. 36, 44, 80 e 81).
In Pg XIV 110 le donne e ' cavalier, li affanni e li agi / che ne 'nvogliava amore e cortesia, se il significato è chiaro - " dei quali affanni e agi amore e cortesia ci suscitavano il desiderio ", Scartazzini-Vandelli; e così molti altri -, meno chiaro è il costrutto.
L'analogia con l'esempio precedente porterebbe a considerare ne oggetto (e in tal caso che avrebbe valore di complemento indiretto: li agi " a cui c'invogliavano " amore e cortesia, Tommaseo); ma il Tommaseo-Bellini spiega i., oltre che " Mettere in voglia ", come " Mettere in cuore ", attribuendo dunque a che il valore di oggetto, e a ne quello di dativo. Così anche la Crusca. Si veda tuttavia il Pézard (ad I.), per il quale che è da intendere come soggetto neutro collettivo (" tout cela qui "), mentre 'nvogliava, singolare, sta per il plurale.