INTRECCIATURA (fr. vannerie; sp. cesteria; ted. Flechtkunst; ingl. basketry)
Probabilmente, dal tardo latino tricare "intrecciare". L'intrecciatura è fra le più antiche industrie esercitate dall'uomo. Da una delle sue tecniche puramente manuale è derivata la tessitura; l'altra sua forma, che fa uso di una punta originariamente d'osso, è contemporanea dei primi tentativi di cucitura. L'intrecciatura non è stata preceduta nella sua tecnica che dalla torcitura e dall'avvolgitura di elementi vegetali per farne corde assai primitive.
Poiché i materiali usati per la fabbricazione di oggetti a intrecciatura sono ovunque a portata di mano, possiamo a priori ritenere che tale industria sia universale e antichissima. La prova della sua antichità in confronto alla ceramica e soprattutto alla tessitura ci è data dal fatto che la ceramica, e ancor più la tessitura, sono in alcune regioni sconosciute da popolazioni che praticano invece l'intrecciatura. Non soltanto la ceramica è posteriore all'intrecciatura: ne è anche un derivato diretto. Si riscontrano infatti su numerosissime ceramiche preistoriche delle impronte d' intrecciatura. Anche oggi presso diverse tribù dell'America Settentrionale la ceramica a colombino è fatta disponendo a spirale il colombino di argilla molle all'interno o all'esterno di un oggetto intrecciato: l'argilla, una volta seccata, si stacca da sé dalla forma. Presso le popolazioni che non possiedono il tornio, allorché l'argilla viene applicata nell'interno dell'oggetto intrecciato, questo viene fatto girare su se stesso sostituendo così il tornio (v. ceramica). Inoltre alcune osservazioni, fatte fra l'altro presso gl'Indiani Havazupai, fanno pensare come la ceramica abbia potuto avere origine dall'intrecciatura. Per abbrustolire dei semi, dei funghi e anche della carne, questi Indiani si servono di un recipiente intrecciato a forma di grande piatto rivestito internamente da uno strato di argilla unita a sabbia. In esso collocano l'alimento e della brace accesa e agitano il piatto facendone rotolare da una parte all'altra il contenuto: se il piatto è stato usato più volte con lo stesso strato di argilla, questa, seccata e indurita dal fuoco, si può talvolta staccare in blocco rendendo così palesi le qualità acquistate dall'argilla cotta.
Per mezzo dell'intrecciatura si fabbricano specialmente recipienti: panieri, piatti, orci (tanto grandi talvolta che, come presso gl'indiani Apache, chi li intreccia è obbligato a stare nell'interno), coppe e vasi usati per cuocere. L'impermeabilità di recipienti destinati ai liquidi non è sempre garantita da un intonaco, ma è dovuta al solo fatto che le maglie sono estremamente serrate; il sudicio che vi si accumula col tempo ne aumenta l'impermeabilità. Altri oggetti intrecciati sono: ventagli (per farsi vento e per attizzare il fuoco), reti, nasse e gabbie, scudi, turcassi, vesti, calzature, ornamenti, maschere, manici per oggetti molto lisci. La forma d'intrecciatura più semplice e primitiva fu la stuoia. L'intrecciatura è da prima un'occupazione femminile e domestica; presso le popolazioni di civiltà superiore diventa spesso lavoro maschile.
La tecnica europea fa distinzione principalmente fra intrecciatura grossa (grandi recipienti a trafori, generalmente di giunco), intrecciatura fine (piccoli recipienti a maglie serrate) e intrecciatura da mobilio (generalmente di palma). Tale classificazione è però del tutto insufficiente per l'etnologia, la quale ricerca prima di tutto quali siano le tecniche seguite dalle diverse popolazioni. Si devono anzitutto considerare due tipi principali: l'intrecciatura incrociata e quella a spirale. La prima presenta cinque sotto-tipi: a elementi perpendicolari, in diagonale, ad avvolgimenti, a treccia in senso proprio e a graticcio. L'intrecciatura a elementi perpendicolari può essere a sua volta: a scacchiera e a scala. Nell'intrecciatura a scacchiera ogni elemento della trama (gli elementi orizzontali sono considerati come trama) passa alternativamente al disopra e al disotto di ogni elemento dell'orditura. In quella a scala ogni elemento della trama salta più di un elemento dell'orditura, producendo un effetto assai diverso da quello a scacchiera. Poiché l'intreccio di ogni elemento della trama deve avanzare successivamente di un elemento sull'orditura si ottengono disegni geometrici obliqui. Nell'intrecciatura in diagonale, vi sono, oltre alla trama e all'orditura, anche elementi disposti secondo una o due diagonali; i diversi elementi sono generalmente collocati a distanza in modo da formare una rete con fori, esagonali quando gli elementi sono disposti secondo tre direzioni, ottagonali quando gli elementi seguono quattro direzioni, come nelle "sedie di Vienna" (intrecciatura in diagonale rada). Un tipo d'intrecciatura a maglie esagonali in cui gli elementi sono tanto larghi da non lasciare alcuno spazio fra loro, s'incontra nell'Indonesia, nel Giappone e nella Cina dove, probabilmente, esso ha avuto origine (diagonale serrata). Nell'intrecciatura ad avvolgimenti ogni elemento della trama è avvolto successivamente intorno a tutti gli elementi dell'orditura; questo sottotipo è raramente usato nella fabbricazione di oggetti fini, è inveee frequente per le reti. Nella tecnica a treccia due, tre o più elementi della trama sono uniti e intrecciati fra loro serrando nelle maglie gli elementi dell'orditura ognuno dei quali viene a essere così circondato da due elementi della trama. La trama può comprendere eventualmente oltre ad elementi flessibili, anche una bacchetta rigida, avvolta dagli elementi pieghevoli che intrecciano gli elementi successivi dell'orditura. Vi sono poi altre varianti di cui ciascuna ha una caratteristica principale: per es., esiste un tipo di intrecciatura in diagonale i cui elementi della trama intrecciati fra loro serrano nelle maglie gli elementi dell'orditura: è evidente però che il suo carattere più importante è la treccia della trama, di modo che questo tipo va classificato fra l'intrecciatura a treccia e non a stuoia. Se gli elementi che formano l'orditura sono del tutto rigidi e soltanto quelli della trama s'intrecciano piegandosi, si ha l'intrecciatura a graticcio: è questo il caso di buona parte dell'intrecciatura grossolana europea. L'intrecciatura a graticcio, in cui gli elementi della trama passano perpendicolarmente fra montanti rigidi, si segue per costruire barriere, sbarramenti e sostegni.
Il secondo tipo di intrecciatura è quello a spirale. Con questa tecnica l'oggetto viene a essere formato da giri disposti a spirale, come avviene nella ceramica a colombino. Ognuna di queste grandi spirali è cucita (generalmente mediante un ago) alla spirale precedente da un elemento molto flessibile che si avvolge esso pure a spirale attorno alla grande spirale e perpendicolarmente a essa. Si distinguono in questa intrecciatura due sotto-tipi. Nel primo, a spirale senza armatura, la intrecciatura è costituita dal solo elemento flessibile, ogni anello o maglia del quale passa in un anello corrispondente della grande spirale precedente. Con questa tecnica si fanno sacchi molto pieghevoli a maglie più o meno grandi. Nel secondo sotto-tipo, l'intrecciatura a spirale con armatura, ogni grande spirale ha una armatura più o meno rigida fatta da una o più bacchette. Di questo sistema si possono distinguere numerose varianti: la maglia può passare semplicemente nella maglia della spirale inferiore, o nel mezzo dell'armatura, oppure abbraccia tutta l'armatura, ecc. Questo tipo è diffuso fra un gruppo limitato di Amerindi del nord (Salish e Sahaptin), presso i quali però l'armatura presenta sul davanti un elemento largo (come quelli dell'intrecciatura a stuoia) che è piegato e imbricato a ogni maglia in modo da rendere la cucitura della spirale del tutto nascosta. Alcuni oggetti possono essere fatti con una intrecciatura così serrata da rendere difficile riconoscere la tecnica. Inoltre sullo stesso oggetto possono essere seguiti diversi procedimenti: per es., un bordo a spirale può essere cucito a un cesto a intrecciatura incrociata.
Senza tener conto degli oggetti complessi o aberranti, sembrerebhe ora semplice, dallo schema qui accluso, trovare quali siano i procedimenti proprî ai diversi cicli culturali e stabilire una successione tanto storica che evolutiva dei tipi d'intrecciatura. Ma non è così. Si nota infatti che le culture più basse (v. civiltà) praticano tanto l'intrecciatura incrociata quanto quella a spirale. Nulla meglio di questo dimostra l'antichità dell'intrecciatura, che l'uomo ha portato dappertutto a un certo sviluppo. Consideriamo tuttavia, per un primo esame, le aree geografiche anziché quelle culturali: si osserva allora, fra l'altro, che in Europa si ha soprattutto l'intrecciatura incrociata; che quella a maglie esagonali, così diffusa nel Giappone, si ritrova nella Melanesia (Nuova Irlanda) e nel Brasile; che alcuni panieri ainu presentano somiglianze complete con quelli dei Ciukci e degli Eschimesi dell'Alasca; che l'intrecciatura a elementi perpendicolari predomina nell'America Meridionale, mentre quella a spirale è praticata dai Fuegini (gli Yahgan, tuttavia, non hanno meno di quattro sistemi d'intrecciatura) e, insieme all'intrecciatura incrociata, nell'America Settentrionale; che nell'Africa l'intrecciatura a spirale si trova principalmente nel S., nell'E. e nel N., mentre il tipo a elementi perpendicolari s'incontra più comunemente nel Congo. Ne risulta che quest'ultimo tipo è più diffuso nei paesi a vegetazione tropicale, dove l'indigeno dispone di palme, e si può supporre che esso sia stato trovato in tutte le regioni dove crescono tali piante. Si potrebbe per contro attribuire l'intrecciatura a spirale a un determinato ciclo culturale? No, poiché una tecnica così complessa, per quanto semplice nel dettaglio, si trova già nella cultura più primitiva attuale. Si è dunque obbligati a ritenere l'intrecciatura, nei suoi tipi fondamentali, tanto antica quanto l'umanità quale noi la conosciamo e a cercare di attribuire i diversi tipi d'intrecciatura a determinati cicli culturali prendendo in considerazione i caratteri tecnici particolari. Nell'Oceania, dove la distinzione di questi è più facile, si riscontra che nell'antica cultura australiana, ciclo del bumerang (v. civiltà), le maglie di una spirale passano soltanto nelle maglie corrispondenti della spirale vicina senza abbracciare l'armatura; la tecnica in cui la maglia prende la maglia e l'armatura, è seguita dai Fuegini, unici in tutta l'America. D'altronde queste due forme d'intrecciatura s'incontrano in diverse parti dell'Africa centrale, dall'alto Nilo al Golfo di Guinea, come pure, insieme ad altri tipi, nel Madagascar. Nell'Oceania, nel ciclo culturale delle due classi, la maglia prende la maglia e l'armatura con procedimenti diversi. L'intrecciatura a fori esagonali sembra apparnenere al ciclo culturale dell'arco.
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