interoperabilità
Capacità di due o più sistemi, reti, mezzi, applicazioni o componenti, di scambiare informazioni tra loro e di essere poi in grado di utilizzarle. In una società globalizzata che vede una sempre crescente diversità di sistemi e di applicazioni, l’interoperabilità rende possibile lo sviluppo di mercati e sistemi globali, prevenendo gli indesiderabili effetti della frammentazione. In stretta sintesi l’interoperabilità è la chiave di un sano sviluppo della globalizzazione. Essa può essere di tipo tecnico e/o di tipo concettuale. Quella di tipo tecnico è la più nota: basti pensare al mondo delle telecomunicazioni, al software e alla continua evoluzione dei sistemi di calcolo. L’impiego domestico delle tecnologie informatiche ci mette ogni giorno di fronte all’esigenza di interoperabilità fra i diversi sistemi di cui disponiamo. Quella di tipo concettuale fa invece riferimento al modo razionale con cui sistemi complessi, privati e pubblici, nazionali e sovranazionali, sono in grado di cooperare sinergicamente: per es. le grandi strutture e agenzie di servizi (amministrazioni dello Stato a tutti i livelli, banche, assicurazioni, trasporti ecc.). Un classico campo in cui si possono e si devono ormai coniugare contemporaneamente questi due tipi di interoperabilità è senza dubbio quello della difesa e della sicurezza. Le capacità operative che un Paese deve esprimere in questo settore hanno una loro utilità ed efficacia soltanto nella misura in cui ogni forza armata sia in grado di esprimere capacità operative e tecnologiche di qualità, interoperabili con quelle delle collaterali forze armate e dei principali partner nazionali (si pensi all’azione di coordinamento fatto dalla protezione civile in casi di emergenza) e alleati. Pertanto in tale ambito si tratta non solo di interoperabilità tecnica ma anche di standardizzazione delle dottrine e delle procedure.
→ Aeronautica. Velivoli e gestione del traffico