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di Vincenzo Valente - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Vincenzo Valente

Le occorrenze dell'aggettivo si trovano quasi tutte nella Commedia, il più delle volte in rima. Tre volte in prosa nel Convivio.

In senso proprio, con riferimento concreto, col valore di " completo in tutte le sue parti ", in opposizione a tutto spezzato (v. 108), è detto dei ponti che passano sulle bolge, in If XXI 126 l'altro scheggio / che tutto intero va sovra le tane. In Pd XXVIII 33 'l messo di Iuno / intero a contenerlo sarebbe arto, è riferito all'arcobaleno, che quando pure fosse " completo " (" imperò che a noi non appare se non mezzo ", Buti), nel giro di un i. cerchio, sarebbe insufficiente a contenere il settimo ordine angelico. A difetto fisico si allude in Pg XVIII 124, dove Giuseppe della Scala è detto mal del corpo intero, con espressione di tipo classico, che sta per " difettuoso del corpo " (Ottimo), in concreto per " sciancato ", zoppo.

È detto di un inno considerato nella sua completezza, nella sua durata, in Pg VIII 17 seguitar lei per tutto l'inno intero.

Sempre nel senso di " completo ", " ben formato ": in espressione negativa in Pg XXXIII 28 santa intero suono, detto della voce " sommessa ", " poco distinta " con cui D. si rivolge a Beatrice; in espressione affermativa, in Pd XXVII 134 con loquela intera, indica la parlata " chiara ", " sciolta " (cfr. al v. 131 lingua sciolta) di persona adulta, contrapposta a quella del bambino che parla ancora balbettando. V. anche INTEGRO.

Figuratamente i. è riferito alle nozze di Cana (Pg XXII 143), che la Vergine voleva fossero orrevoli e intere, cioè " sine aliquo defectu " (Benvenuto), " compiute " (Tommaseo), " piene e larghe, in quanto cioè non mancasse nulla di quanto prescritto dall'etichetta e dalla consuetudine a piena soddisfazione dei convitati " (Mattalia).

In espressione figurata, la nozione di compiutezza e adempimento può riguardare singoli stati d'animo, di speranza, di volontà, di desiderio: If XXVII 69 e certo il creder mio venia intero, " compiuto ", nel senso che si sarebbe avverato pienamente; Pg XXX 132 imagini... che nulla promession rendono intera; Pd IV 82 se fosse stato lor volere intero, " sempre nella pienezza del suo vigore "; XXII 64 Ivi è perfetta, matura e intera / ciascuna disïanza. È detto di una scusa, cioè di una giustificazione che vuol essere completa, in Cv I X 5.

Alla pienezza e completezza della primitiva condizione di vita si riferisce il luogo di Pd VII 104 riparar l'omo e sua intera vita, e 132 li angeli... dir si posson creati / sì come sono, in loro essere intero, " idest perfecto " (Benvenuto).

Con riferimento a integrità e perfezione morale, in Pg XVII 30, detto del giusto Mardoceo, / che fu al dire e al far così intero, " tam constans verbis et factis, ut patet ex iam dictis " (Benvenuto).

È detto dell'anima tutta concentrata nell'interesse per la cosa vista o udita che attragga interamente l'attenzione, in Cv II XIII 24 sì è l'anima intera, quando l'ode (la musica), e Pg IV 11 e altra [potenza] è quella c'ha l'anima intera.

Con valore di avverbio in Cv IV Le dolci rime 44 prima dice non vero / e, dopo 'l falso, parla non intero, ripreso in X 4, dov'è anche spiegato: cioè con difetto.

Vocabolario
intéro
intero intéro (letter. o region. intièro) agg. e s. m. [lat. integĕr -ĕgri (lat. volg. *-ègri); cfr. integro]. – 1. agg. a. Che ha tutte le sue parti, che non ha perduto o non è stato privato di alcuna: la statua, l’anfora si è conservata...
interito
interito agg. [der. di intero], tosc. – Di persona, che si tiene rigido, come fosse tutto d’un pezzo: stava i.; camminava tutto i.; rimase lì ritto, i. come quando la lombaggine senile gli inchiodava la schiena (Bacchelli).
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