Internazionale
Denominazione di alcune organizzazioni politiche – costituitesi a partire dalla seconda metà del 19° sec. – formate da movimenti e partiti operai, socialisti, comunisti, associati sul piano internazionale con maggiore o minore grado di centralizzazione.
Fu costituita a Londra nel 1864, per iniziativa soprattutto di lavoratori e militanti inglesi, francesi, tedeschi e italiani, allo scopo di coordinare lo sviluppo del movimento operaio che stava assumendo rilevanza sociale e politica in tutti i Paesi europei in via di industrializzazione. Il programma e lo statuto furono stesi da K. Marx che, nell’Indirizzo inaugurale, ne dettò anche i principi costitutivi ispirati alla solidarietà internazionale del movimento dei lavoratori nella lotta per la liberazione dal dominio del capitale. L’associazione, tenuta in gran sospetto dalla borghesia e dai governi europei, ebbe rapido successo, costituì sezioni nazionali in vari Paesi (Svizzera, Belgio, Francia, Germania e, dopo il 1867, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Stati Uniti d’America ecc.) e divenne punto di riferimento ideale e politico di larghi settori proletari; in particolare favorì, in Germania, la costituzione del primo Partito socialista in Europa. Nel Congresso di Ginevra (1866) fu approvato l’indirizzo di Marx e nei successivi (Losanna, 1867; Bruxelles, 1868; Basilea, 1869) vennero discusse, tra l’altro, le questioni relative all’uso dello sciopero come strumento di lotta e l’organizzazione delle leghe di resistenza. Specie a partire dal 1869 emersero le polemiche politiche e di principio dell’ala anarchica, guidata da P.-J. Proudhon e soprattutto da M. Bakunin, contrari alla gestione centralistica dell’associazione e all’indirizzo, sostenuto in particolare da Marx e da F. Engels, di costituire partiti socialisti in tutti i Paesi. Il dibattito sulla sconfitta della Comune di Parigi e le repressioni che ne seguirono provocarono la definitiva rottura tra le due tendenze e lo stesso Bakunin e gli anarchici vennero espulsi dall’associazione (Congresso dell’Aia, 1872); questi costituirono un’I. libertaria che sopravvisse sul piano organizzativo fino al 1877, ma che anche in seguito, come tendenza, ebbe influenza nel movimento operaio. Dopo aver deciso di trasferire la sede del consiglio nazionale a New York, la prima I. si sciolse nel Congresso di Filadelfia del 1876.
Fu costituita a Parigi nel 1889 come luogo di discussione politica e strumento di coordinamento dei partiti operai e socialisti diffusi dagli anni Settanta in quasi tutti i Paesi europei. Fino al Congresso di Parigi del 1900, essa non ebbe una struttura organizzativa permanente e i congressi rimasero la sua massima espressione, anche se le risoluzioni congressuali non vincolavano i singoli partiti alla disciplina. Pur ereditando in parte dalla prima I. il dibattito tra socialisti e anarchici sulla forma partito, la seconda I. segnò il prevalere delle concezioni politiche marxiste in seno al movimento operaio europeo, che venne reso largamente omogeneo sul terreno dei principi dalla teoria e dalla pratica della lotta di classe e dal prevalere delle concezioni politiche della socialdemocrazia tedesca; emersero però ben presto, specie con il nuovo secolo, in un ambito ormai prevalentemente socialista e marxista, linee tra loro diverse, per es. riguardo alla tattica parlamentare e alla partecipazione ai governi borghesi, che alcuni settori più radicali intendevano meno vincolate a una strategia riformista di quanto non facessero i socialdemocratici tedeschi. Ma più ancora, soprattutto con i congressi di Stoccarda (1907) e Copenaghen (1910), divenne centrale la discussione sui problemi del colonialismo, del patriottismo e della guerra. A determinare la crisi dell’I. intervenne infatti nel luglio 1914 lo scoppio della Prima guerra mondiale: i partiti socialisti di Germania, Austria, Gran Bretagna, Francia e Belgio aderirono alle politiche nazionali dei rispettivi governi, mentre altri partiti assunsero posizioni neutraliste (come l’italiano) o decisamente rivoluzionarie e antibelliciste; questa situazione esplicitò il fallimento dell’internazionalismo proletario, ma fece emergere, per opposizione, una sinistra rivoluzionaria (tra gli esponenti più noti V.I. Lenin e R. Luxemburg) che avrebbe percorso una strada autonoma e, dopo aver organizzato le conferenze socialiste contro la guerra di Zimmerwald (1915) e Kienthal (1916), confluì largamente nel movimento comunista. Nel dopoguerra, la sinistra socialista europea aderì in parte alla terza I., mentre i riformisti tentarono di rifondare la seconda in opposizione al leninismo (congressi di Berna, 1919, e Ginevra, 1920), e un’altra tendenza dava vita all’Unione dei partiti socialisti per l’azione internazionale (Conferenza di Vienna, 1921), talora ironicamente definita I. due e mezzo. L’insistente polemica comunista e il riflusso del movimento rivoluzionario tesero a unificare queste due ultime nell’I. operaia socialista (Congresso di Amburgo, 1923), che ebbe una rilevante produzione teorica ma non riuscì a impostare una politica socialista di lungo respiro in grado di guidare un’efficace risposta per contenere l’ascesa dei fascismi. In bilico tra antifascismo e anticomunismo, tranne nel periodo dei fronti popolari e della guerra di Spagna (1934-38), anche l’azione dell’I. operaia socialista si esaurì allo scoppio della guerra mondiale (1940). Nel secondo dopoguerra l’I. fu ricostituita nel 1951 (Conferenza di Francoforte), emanazione dei partiti socialisti e socialdemocratici. Il marxismo non vi figura come unico punto di riferimento dottrinario e il socialismo viene connotato come movimento per «la giustizia sociale, una vita migliore, la libertà, la pace mondiale»; tra i suoi temi, il rapporto Nord-Sud e l’ecologia. Vi aderirono oltre cinquanta partiti di quarantacinque Paesi.
Costituita con sede a Mosca nel marzo 1919, ebbe i caratteri e le aspirazioni di partito della rivoluzione mondiale e vi aderirono decine di gruppi e formazioni politiche di orientamento comunista (➔ Comintern).
Fondata nel 1938 da L.D. Trockij e dai suoi seguaci in opposizione alla terza I., da costoro giudicata asservita alla politica estera dell’URSS staliniana, intese riproporre un programma comunista e rivoluzionario ispirato ai principi internazionalisti della «rivoluzione permanente». Ha avuto una qualche fortuna specie in America latina, negli Stati Uniti e in vari Paesi europei.