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interferone

di Paolo Tucci - Dizionario di Medicina (2010)
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interferone

Paolo Tucci

Citochina (in sigla IFN) prodotta dalle cellule in risposta a diversi stimoli. Gli i. utilizzati in terapia si distinguono in tre tipi: alfa (prodotti dai leucociti), beta (prodotti da fibroblasti e cellule epiteliali), gamma (prodotti da linfociti T e cellule natural killer, NK). Virus, RNA a doppia elica, citochine come IL-1 ed IL-2, Tumor Necrosis Factor (TNF) sono in grado di indurre la liberazione di i. alfa e beta, mentre solo alcune citochine sono in grado di indurre la liberazione del tipo gamma. Gli i. svolgono diverse azioni: antivirale, antiproliferativa, immunomodulatoria. L’alfa-i. esiste in almeno diciotto forme, e i sottotipi 2a e 2b vengono utilizzati nella terapia dell’epatite B e C, nelle verruche genitali, nella leucemia a cellule capellute e in quella mieloide cronica, nel sarcoma di Kaposi, nei linfomi non-Hodgkin, nel melanoma. Il beta-i. (sottotipi 1a e 1b) viene utilizzato nella sclerosi multipla, mentre il gamma-i. (sottotipo 1b) nella malattia granulomatosa cronica e nell’osteoporosi maligna grave. Il tempo di permanenza nel plasma degli i. è molto breve, poiché essi sono captati dalle cellule e metabolizzati dal fegato e dal rene. L’attività terapeutica normalmente dura circa 3÷4 ore. Per prolungare tale tempo e ridurre la necessità di somministrazioni multiple, l’i. è stato legato a molecole di polietilenglicole, con un processo detto peghilazione. L’alfa-2b-i. peghilato (peginterferone alfa-2b) è attivo per circa 50 ore, l’alfa-2a-i. peghilato (peginterferone alfa-2a) fino a circa 80 ore.

Meccanismo d’azione

L’effetto antivirale dell’i. è dovuto all’interazione con recettori classificati in tipo I (alfa-i. e beta-i.) e tipo II (gamma-i.), che inducono l’attivazione di un sistema di segnale intracellulare (chiamato JAK-STAT) che con la traslocazione di gruppi proteici nel nucleo, determina la regolazione di una serie di geni. Si induce così la sintesi di proteine, soprattutto enzimi, dotate di attività antivirale. L’azione antitumorale degli i. sembra dipendere principalmente dall’aumento dell’attività delle cellule NK e dei linfociti T citotossici. Si ipotizza che gli effetti del beta-i. sulla sclerosi multipla siano dovuti alla capacità di ridurre la migrazione dei linfociti T attraverso la barriera ematoencefalica e la proliferazione delle cellule T attivate che reagiscono contro la mielina, ma anche di attivare citochine ad azione immunosoppressiva all’interno del sistema nervoso centrale.

Effetti indesiderati

Frequentemente si ha una sindrome simil-influenzalesi riduce con le successive somministrazioni. Possono verificarsi depressione del midollo osseo, neurotossicità, anoressia con perdita di peso, tiroidite a base autoimmune, sterilità. Nei bambini si sono osservati alopecia e cambiamenti della personalità. Durante la terapia si possono formare anticorpi che neutralizzano l’attività dell’i., causando resistenza alla terapia.

interferone
interferone

Vedi anche
citochina Fattore proteico prodotto da monociti, macrofagi, linfociti T, cellule immature ecc. Le c. controllano l’infiammazione, la risposta immunitaria, la crescita e il differenziamento cellulare in quanto mediatori intercellulari. Le c. più note sono gli interferoni (➔), le interleuchine (➔) e il fattore di ... tumore Botanica In patologia vegetale, massa di tessuto priva di organizzazione, dovuta a proliferazione cellulare eccitata da qualche stimolo; vi rientrano anche le galle prodotte da insetti in vari organi delle piante (➔ cecidio). I t. hanno forma e grandezza molto varie, da intumescenze di pochi millimetri ... interleuchine Piccole molecole appartenenti alla classe delle citochine, in grado di influenzare eventi biologici che avvengono localmente o a distanza. Durante lo sviluppo del sistema immunitario, le cellule T e i monociti hanno acquisito la capacità di secernere questi mediatori cellulari solubili di natura polipeptidica, ... TNF Sigla di tumor necrosis factor che indica una proteina identificata nel 1975 nel siero di topi stimolati con sostanze di derivazione batterica e capace di indurre una necrosi in alcuni tessuti tumorali del topo. Il TNF è prodotto da cellule della serie monocito-macrofagica e possiede in vario grado alcune ...
Tag
  • LEUCEMIA A CELLULE CAPELLUTE
  • BARRIERA EMATOENCEFALICA
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • LINFOCITI T CITOTOSSICI
  • TUMOR NECROSIS FACTOR
Altri risultati per interferone
  • interferone
    Enciclopedia on line
    Sostanza proteica , identificata nel 1957 da A. Isaacs e J. Lindemann, capace di interferire con lo sviluppo dei virus, inibendone la moltiplicazione nell’interno della cellula. È prodotta dalle cellule stesse dopo la penetrazione del virus, ma può essere ottenuta anche in laboratorio. Gli i. formano ...
  • INTERFERONE
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)
    Franca Ascoli Gli i. sono molecole proteiche che, in base alle diverse caratteristiche antigeniche, sono state suddivise in 3 classi principali: α, β e γ. Gli i. α e β sono glicoproteine, stabili a pH 2 e di peso molecolare compreso, nell'uomo, tra 16.000 e 20.000, la cui produzione è indotta a seguito ...
Vocabolario
interferóne
interferone interferóne s. m. [dall’ingl. interferon (1957), der. di (to) interfere «interferire»]. – In biologia, sostanza proteica prodotta da cellule (leucociti, ecc.) in seguito a infezione virale, in grado di modulare le difese immunitarie...
immunoterapìa
immunoterapia immunoterapìa (o immunterapìa) s. f. [comp. di immun(o)- e terapia]. – La cura di alcune malattie infettive (per es., tetano, difterite) o anche di natura diversa (tumori, condizioni di immunodeficienza in genere) mediante...
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