intercomprensione
s. f. Comprensione reciproca; con particolare riferimento alla comprensione tra coloro che parlano lingue diverse, ma facilmente comprensibili.
• un’università che identifichi nell’espansione delle competenze linguistiche un valore e un elemento di progresso civile sembrerebbe più moderna e attraente, più coerente con la storia di un Paese dalla lunga e dimenticata tradizione plurilingue, nonché in linea con i più avanzati studi linguistici: qui ci s’affanna oggi a dimostrare scientificamente i vantaggi di plurilinguismo, intercomprensione tra varietà coesistenti, educazione multilingue. Di sostenibilità linguistica, cioè di equilibrio tra esigenze immediate di comunicazione e salvaguardia delle varietà trasmissibili alle future generazioni, sentiremo parlare sempre più spesso. (Lorenzo Tomasin, Sole 24 Ore, 12 agosto 2012, p. 32, Cultura e sviluppo) • Fra cinese e latino c’è un abisso, ma anche qualcosa in comune: «cinese», infatti, è la piattaforma di intercomprensione fra tutte le lingue della famiglia sinica, «latino» può essere la piattaforma di intercomprensione fra tutte le lingue romanze. Se usassimo una scrittura ideografica come i cinesi, potremmo leggere il portoghese e il romeno anche senza averli mai studiati. (Salvatore Settis, Repubblica, 10 agosto 2016, p. 29, Cultura) • Questa «simpatia» decide anche dell’empatia, che non è lo slancio del cuore che ci spinge verso l’altro, bensì la capacità di metterci al posto dell’altro, di comprenderlo dal suo interno: è la manifestazione dell’humanitas dell’ospite e dell’ospitante, è umanità condivisa. Attraverso queste tappe ‒ mai schematiche, ma sempre da rinnovarsi nel faccia a faccia, mediante un’intelligenza creativa e un amore intelligente ‒ si può giungere al dialogo, autentica esperienza di intercomprensione. (Enzo Bianchi, Avvenire, 3 maggio 2017, p. 22, Agorà).
- Derivato dal s. f. comprensione con l’aggiunta del prefisso inter-.
- Già attestato nella Stampa del 6 agosto 1957, p. 3.