INTENDENZA militare
È così chiamato nell'esercito italiano quel complesso organismo - esistente presso tutti gli eserciti - che ha funzione di assicurare alle truppe in campo ogni cosa necessaria alla vita e alla lotta. È costituito da molteplici organi, ciascuno dei quali sovrintende a un determinato "servizio", e al coordinamento dei quali presiedono ufficiali di stato maggiore.
Negli eserciti antichi il solo servizio che avesse un'organizzazione appropriata era quello del vettovagliamento. Più tardi, fattasi sentire la necessità di curare meglio il benessere delle truppe e anche di utilizzare a mano a mano i nuovi mezzi d'azione forniti dalle scoperte scientifiche, si organizzarono gradatamente anche gli altri servizî; ma soprattutto l'adozione del servizio militare obbligatorio, originando i grandi eserciti, impose di studiare il modo d'impiegarli utilmente e quindi di provvedere al soddisfacimento dei loro numerosi bisogni, in continuo aumento col progredire della civiltà. Così a fianco del servizio di vettovagliamento, di artiglieria e di quello sanitario, sorsero: il servizio del genio, per provvedere ai lavori di castrametazione e a quelli di difesa sul campo di battaglia; il servizio delle comunicazioni, che si giovò a mano a mano dei progressi scientifici (telegrafia, telefonia, ottica ecc.); il servizio postale, il servizio di veterinaria; servizî tutti collegati, poi, da quello dei trasporti, che in misura ancora maggiore si valse dei progressi della meccanica, utilizzando dapprima la trazione animale (salmerie, carreggi), indi le ferrovie e, in questi ultimi tempi, l'automobile. Tale aumento, di bisogni da una parte, di mezzi per soddisfarvi dall'altra, rese necessaria l'opera di un ente incaricato di regolare, dirigere, coordinare questo enorme lavorio che dall'interno del paese arriva sino a contatto delle truppe che combattono. A ciò provvide l'intendenza.
Alla formazione dell'intendenza concorrono elementi diversi e cioè: tecnici dei varî servizî; rappresentanti dello stato maggiore che siano in grado di conoscere i bisogni delle masse dei combattenti e di valutare le complesse esigenze delle operazioni di guerra. Negli eserciti sono, così, separate le attribuzioni degli organi che provvedono all'impiego delle truppe (comandi) da quelle delle intendenze, senza escludere la responsabilità dei comandi anche per quanto si riferisce al funzionamento dei servizî. Ciò significa che, pur cooperando comandi e intendenze a un medesimo obiettivo, queste debbono essere subordinate a quelli. Le intendenze devono secondare gl'intendimenti dei comandi; questi a loro volta devono tenersi sempre bene edotti delle possibilità dei servizî.
Organizzazione in Italia. - Presso il Comando Supremo dell'esercito: un'autorità incaricata di sovraintendere al funzionamento di tutti i servizî al seguito dell'esercito mobilitato e di procurare in tempo i necessarî rifornimenti dal paese. Presso ogni comando di armata: analoga autorità che disimpegni le stesse funzioni direttive limitatamente all'armata. Presso le unità minori cessa la ragione - grande entità del lavoro dei comandi e delle intendenze in relazione alla grande entità dell'unità - che nell'esercito e nell'armata ha consigliato la distinzione tra comandi e intendenze; e perciò nei corpi d'armata e nelle divisioni le funzioni relative al comando delle truppe e quelle inerenti alla direzione dei servizî si mantengono riunite nello stato maggiore dell'unità.
Sino alla guerra mondiale l'organizzazione di cui sopra comprendeva: 1) Presso il comando in capo dell'esercito, un'intendenza generale diretta da un intendente generale, assistito da apposito stato maggiore. Dell'intendenza generale facevano poi parte integrante tante sezioni quanti erano i servizî: di sanità, di commissariato, di artiglieria, del genio, di veterinaria, delle tappe; e alcune direzioni o delegazioni aventi carattere tecnico-amministrativo, di cui i capi, pur dipendendo dall'intendente generale, avevano però autonomia (direzione dei trasporti ferroviarî, ispettorato del genio civile, delegazione della Croce Rossa, direzione superiore delle poste, commissariato generale telegrafico); 2) Presso ogni comando d'armata: un'intendenza di armata, diretta da un ufficiale generale di arma combattente, detto intendente di armata, assistito anch'egli da uno stato maggiore. Di ogni intendenza di armata facevano parte tante direzioni quanti erano i servizî dell'armata (di sanità, di commissariato, di artiglieria, del genio militare, del genio civile, di veterinaria, postale e delle tappe), alle quali si aggiungevano poi il commissariato telegrafico e la direzione della Croce Rossa. L'intendente generale aveva, sotto l'alta autorità del comandante supremo dell'esercito, la direzione di tutti i servizî presso l'esercito mobilitato; manteneva le relazioni con le autorità centrali in paese, per regolare i rifornimenti dal paese all'esercito e gli sgomberi dall'esercito al paese; ripartiva fra le armate i rifornimenti disponibili; assegnava a ciascuna armata la zona nei limiti della quale essa era autorizzata a sfruttare le risorse locali. L'intendente di armata, sotto l'autorità del comandante dell'armata, aveva la direzione dei servizî della rispettiva unità e la responsabilità del tempestivo rifornimento dei mezzi occorrenti all'armata e dello sgombero di quelli a essi non più necessarî o non più servibili. Intendente generale e intendente di armata dovevano mantenersi in intimo contatto con il rispettivo Comando Supremo e comando di armata, per essere sempre edotti dell'entità e indirizzo delle operazioni di guerra e prendere in tempo i provvedimenti di propria spettanza e anche per tenere al corrente il rispettivo comando della potenzialità dei servizî, fattore indispensabile per la buona condotta delle operazioni. In realtà quest'intima intesa fra comandi e intendenze nel corso della guerra mondiale non fu sempre realizzata. Le intendenze, generale e di armata, che non facevano parte integrale del comando supremo e dei comandi di armata ma erano semplicemente a lato di essi, si tennero soverchiamente lontane dai rispettivi comandi: perdettero così quel contatto che avrebbero dovuto mantenere e spesso si dimostrarono non edotte dell'andamento delle operazioni di guerra e quindi non in grado di provvedere alle esigenze logistiche che esse imponevano. Inoltre le intendenze si appesantirono con una folla di attribuzioni e quindi di organi: conseguenza naturale e non sempre evitabile del carattere di stabilità assunto dalla guerra. Ne derivò che, quando si passò alla guerra di movimento, le intendenze non poterono sempre dare ai servizî l'impulso che sarebbe stato necessario perché essi potessero seguire le truppe.
A guerra finita, si giudicò pertanto che l'ordinamento sopra accennato dovesse essere migliorato, specialmente in vista della possibilità di dare, in un eventuale futuro conflitto, un ritmo più celere alle operazioni (guerra di movimento). Si decise così di fondere l'intendenza generale e quelle di armata rispettivamente con il Comando Supremo e con il comando di armata, per modo che l'intendente generale e gl'intendenti di armata facciano parte integrale dei comandi testé indicati, pur continuando ad avere la direzione dei servizî. Con tale riforma si ritiene di potere ottenere che in una eventuale futura guerra i comandi, da una parte, siano sempre al corrente della situazione dei servizî e quindi nell'ideare e ordinare le operazioni di guerra tengano conto, come è necessario fare, delle possibilità e capacità dei servizî stessi; che le intendenze, dall'altra, siano sempre al corrente dell'andamento delle operazioni e dei piani in preparazione presso i comandi, in modo da mantenere i servizî in grado di secondare le operazioni stesse. Presso le minori unità (corpi di armata e divisioni) per le quali, come si è detto, comando di truppe e direzione dei servizî sono accentrate in un solo ente - lo stato maggiore dell'unità - non si sono avute importanti innovazioni nel campo logistico.