insultificio
s. m. (iron.) Fabbrica di insulti.
• I tifosi dei tribunali del popolo sono antropologicamente contrari all’idea di democrazia. Sono una massa informe che se ti vede per strada ti sputa addosso […] perché dici che è una barbarie pubblicare online il numero di telefonino del presidente del Consiglio o di qualsiasi altro cittadino per poi procedere a un insultificio elettronico; (Mario Sechi, Tempo, 23 gennaio 2011, p. 1, Prima pagina) • [tit.] Tra colpi bassi, battutacce e ripicche / Un partito trasformato in insultificio [testo] [...] Il giornalista torinese [Fabrizio Rondolino] ‒ ex collaboratore di Massimo D’Alema e oggi ascritto, a ragione o a torto, all’intellighenzia renziana ‒ scandisce il tempo e il ritmo di quell’insultificio ventiquattro ore su ventiquattro, e sette giorni su sette, che è diventato il Partito democratico. (Tommaso Labate, Corriere della sera, 27 febbraio 2017, p. 6, Primo piano).
- Derivato dal s. m. insulto con l’aggiunta del suffisso -ificio.
- Già attestato nella Repubblica del 21 giugno 2003, p. 4 (Giovanna Casadio).