INNOCENZO XII papa
Antonio Pignatelli, eletto dopo lunghissimo conclave a successore di Alessandro VIII il 12 luglio 1691, era nato nel 1615 in un castello della Basilicata presso Spinazzola, da principesca famiglia napoletana, aveva sostenuto uffici di nunzio e di vescovo, era dal 1681 cardinale, dal 1687 arcivescovo di Napoli. Seguì nella purezza della vita, nella difesa del buon costume, nella carità inesauribile, l'esempio d'Innocenzo XI, evitandone la soverchia durezza. Condannò con la bolla Romanum decet pontificem del 22 giugno 1692 il nepotismo; attese "con lo zelo di un Elia" al miglioramento del clero, creò una Congregazione per la disciplina e la riforma dei regolari (1694), bandì nel 1700 il giubileo. Diede un grande sviluppo all'ospizio di S. Michele a Ripa Grande, in Roma, dove s'indirizzavano al lavoro giovani poveri, e destinò il palazzo del Laterano ad asilo per inabili al lavoro. Raccolse i tribunali nel palazzo della Curia Innocenziana (Montecitorio); fece eseguire in S. Pietro la cappella battesimale. Confermando le condanne contro i giansenisti, proibì si molestasse chi non fosse convinto, per atti esteriori, di adesione alle proposizioni riprovate; condannò (1699) la dottrina quietistica del Fénelon. Compose con grande moderazione la discordia con la Francia (v. innocenzo x1): Luigi XIV ritirò l'ordine d'insegnare i quattro articoli, i vescovi partecipi all'assemblea del 1682 fecero dichiarazione di pentimento e di revoca ed ebbero dal papa la conferma (1693). Questi accordi e l'esortazione del papa alla pace gli procurarono l'accusa di nemico dell'imperatore e le minacce dell'oratore imperiale Martinitz. Per questo, e per il timore dell'ascesa di un arciduca austriaco al trono di Napoli, favorì nella questione della successione spagnola la politica francese.
Morì il 27 settembre 1700, lasciando fama di sacerdote santo e disinteressato.
Bibl.: L. Pastor, Storia dei papi, XIV, 11, Roma 1932. Per le questioni teol.: J. Paquier, in Dict. de théol. cath., VII, 11 (1923), col. 2013 segg.