INNOCENZO V papa
Nacque intorno al 1225; entrato nell'Ordine domenicano, giovanissimo, fu noto col nome di Pietro da Tarantasia. Fu studente dal 1234 e dottore in teologia dal 1259 a Parigi. Collega ed amico d'Alberto Magno e di Tommaso d'Aquino, acquistò voce di doctor famosissimus, e alternò l'ufficio suo di maestro con quello di provinciale dell'ordine per la Francia (1262-67 e 1269-72). Compose opere di filosofia, di teologia, di diritto canonico. Arcivescovo di Lione nel 1272, cardinale e vescovo di Ostia e Velletri nel 1273, decano del Sacro Collegio, penitenziere maggiore, fu il braccio destro di Gregorio X ed ebbe larghissima parte nel concilio di Lione (1274), dove pronunziò l'orazione funebre di san Bonaventura. Alla morte di Gregorio in Arezzo, fu eletto papa a pieni voti, in primo scrutinio (21 gennaio 1276). Si adoperò a rimettere pace in Italia e nella cristianità per preparare la crociata e riuscì infatti a comporre Pisa col resto della Toscana, e a stabilire l'accordo tra Genova e Carlo d'Angiò. A Carlo si dimostrò favorevole e gli confermò la dignità di senatore di Roma e di vicario di Toscana; ma ne determinò strettamente gli obblighi. Insistette perché Rodolfo d'Asburgo ritirasse i suoi ufficiali dalla Romagna e ne ostacolò la discesa in Italia. Provvide alla difesa dei cristiani di Spagna; pensò a rendere effettiva l'unione della Chiesa greca e della latina deliberata a Lione.
Morì il 22 giugno 1276 a Roma ed ebbe culto come beato.
Bibl.: Per le opere cfr. Revue des sciences philosophiques et théologiques, ottobre 1902, pp. 570-72. Vedi poi (I. P. Mothon), Vie du bienheureux I. V., Roma 1896; Bourgeois, Le b. I. V., Parigi 1899; per altre notizie e bibl. H. Schulz, in Hauck, Realencykl. für protest. Theol. und Kirche, IX (1901), p. 130; J. Forget, in Dict. de Théol. cath., VII (1923), coll. 1996-97.