GASPARINI, Innocenzo
Nacque il 19 ag. 1920 a Milano da Antonio e Elisa Zambetti. Nel febbraio 1944 si laureò in economia e commercio presso l'Università L. Bocconi con G. Demaria, sul tema "Tendenze e prospettive del flusso dei risparmi in Italia".
La trattazione riguardava gli aspetti teorici posti dalla formazione del risparmio monetario e reale, con un'applicazione sperimentale alla dinamica dello stesso in Italia per il periodo 1915-39.
Il brillante curriculum studiorum (si laureò con 110 e lode pur svolgendo contemporaneamente il servizio militare) e le potenzialità mostrate nella stesura della tesi indussero Demaria a chiedergli di continuare la ricerca economica sotto la sua direzione. Negli anni dell'apprendistato presso l'istituto di economia, il G. sviluppò soprattutto intuizioni già presenti nel suo primo studio, avviando indagini su problemi di economia teorica e applicata. Tratto comune di questi primi lavori è la ricerca delle condizioni di equilibrio del sistema nel breve periodo, partendo dagli schemi dell'equilibrio economico generale e ponendo l'accento sull'incertezza e l'indeterminazione che dominano i sistemi economici, come temi di fondo per la comprensione della realtà economica, che viene sondata empiricamente sulla base degli schemi teorici elaborati.
Il G., sulla scia del suo maestro, considera l'economia "una scienza di confine. Su questo confine l'economista deve sempre stare all'erta per non lasciarsi sfuggire alcun fatto in grado d'influenzare le vicende economiche […], eventi che, in quanto propagatori di fatti di varia natura, inducono a considerare l'economia come il risultato d'una realtà che sempre si fa ed in definitiva non è mai fatta" (L. Lenti, in La Bocconiricorda…, p. 29).
I brillanti risultati ottenuti gli valsero una fellowship della Rockefeller Foundation, grazie alla quale egli poté completare la sua formazione presso alcune delle più note università americane e passare in seguito all'Institute of agricultural economic research di Oxford, dove discusse le sue ipotesi circa "il ruolo e le forme di sviluppo economico delle attività primarie (o agricole) nelle loro relazioni con il processo di sviluppo del sistema economico nel suo insieme" (Sviluppo economico e ruolo dell'agricoltura, p. 3), applicando poi lo schema abbozzato al caso dell'agricoltura californiana, nel periodo 1850-1950. Rientrato in Italia, all'inizio degli anni Cinquanta ottenne l'incarico di scienza delle finanze e di economia politica all'Università di Sassari (1950) e, in seguito, quello di politica economica a Padova (1954).
Il tema dello sviluppo economico rimane, in questo periodo, centrale negli interessi del G.: il fascino delle indagini compiute durante il periodo di soggiorno negli Stati Uniti, combinato con l'interesse suscitato in lui dal rapido e tumultuoso sviluppo dell'economia italiana nell'immediato dopoguerra, lo spinsero a indugiare sul problema dei mutamenti strutturali del sistema nel corso di un processo di sviluppo, cercando di coglierne la genesi nei suoi complessi ordini logici, di studiarne le reazioni e gli adattamenti, a livello sia di impresa sia di settore e di individuarne alcune costanti al fine di dedurne i criteri capaci di orientare le scelte di politica economica. Da qui i contributi in tema di capitale e lavoro, risparmio e investimento, di equilibrio di flussi monetari e reali, di teoria e politica del salario.
L'incarico ottenuto a Padova precedette di poco la sua partecipazione al concorso a cattedra che vinse, venendo chiamato come professore straordinario all'Istituto universitario Ca' Foscari (15 dic. 1955). In questo periodo la sua vita professionale finì con l'orientarsi su un doppio binario: quello dell'insegnamento e della ricerca scientifica e quello dell'impegno civile. Chiamato a far parte del Comitato regionale della programmazione economica del Veneto, ne divenne ben presto presidente, operando attivamente per lo sviluppo economico di quella regione.
In questa fase, di conseguenza, i suoi contributi riguardarono soprattutto problemi di programmazione economica a livello nazionale e regionale; in seno ai quali, ancora una volta, l'analisi critica dei limiti concettuali, teorici, degli schemi macroeconomici costituisce la premessa per definirne la capacità di divenire validi supporti all'azione economica.
La chiamata alla Bocconi nel 1965, sulla cattedra di politica economica (e di economia in seguito), apre un nuovo periodo nella storia del G. il quale, nominato prima preside e poi rettore (1975-84), dedicò gran parte dei suoi sforzi al rinnovamento della "Università commerciale" milanese, trasformandola in una moderna ed efficiente istituzione, capace di competere alla pari con le più prestigiose scuole economiche europee e americane; nel mentre proseguì il suo impegno civile come presidente della Società italiana degli economisti (1974-76), direttore del progetto del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) sull'economia italiana e compartecipe del "progetto Milano" dell'Istituto regionale di ricerca della Lombardia.
L'attività di ricerca, pur ridottasi a causa del ruolo istituzionale assunto, non venne tuttavia a mancare e si tradusse in tutta una serie di saggi dedicati a problemi di programmazione economica e di politica industriale. Dalla rilettura degli stessi si trae l'impressione che nel G. si sia sempre più rafforzata l'idea che profondi legami esistono tra economia e storia: l'incertezza e l'indeterminazione con le quali deve far conto l'economista sarebbero soprattutto risultanti del divenire storico e il sistema economico che, al limite, nel breve andare, tendendo all'equilibrio costituisce una sorta di attrito al cambiamento, rifletterebbe, nel lungo andare, la dinamica storica. Questo contesto, se da una parte impone limiti precisi alla conoscenza della realtà economica, dall'altra giustifica gli sforzi compiuti al fine di individuare costanti, o almeno rapporti fra grandezze economiche sufficientemente stabili nel tempo, al fine di delineare soluzioni razionali e operative.
La particolare sensibilità alla storia e ai suoi problemi e il convinto impegno civile, ancora una volta, portarono il G. a concentrare la sua attenzione sui temi dello sviluppo intorno ai quali, in un lungo seminario tenuto agli inizi degli anni Ottanta all'Universidad nacional de Piura in Perù, presentò la sua "ultima lezione"; una sintesi che sottolinea l'"umanesimo" di un economista atipico, che rifiuta di leggere la "commedia umana" con i soli strumenti dell'economia (cfr. Una strategia per lo sviluppo, Firenze 1986).
Morì improvvisamente a Milano il 28 gennaio 1985.
La bibliografia completa degli scritti del G. al 1982, ricca di circa 140 titoli, si trova in Scritti in onore di I. G., a cura di M. Monti - A. Predetti, I, Milano 1982, pp. XIII-XXII. Tra i più significativi si ricordano: Sviluppo economico e ruolo dell'agricoltura, Sassari 1953; Aspetti del flusso dei risparmi e degli investimenti, in L'economia della regione lombarda, Milano 1954; Some remarks on the determination of the general level of wages rates, in Approaches to the determination of the general level of wages rates in the theory of wage determination, London 1957; Relazione economica, in Progetto canale navigabile Milano Nord-Mincio, Brescia 1959; Le province venete nell'ultimo cinquantennio. Profilo economico e sociale, Venezia 1960; Relazione, in Primi lineamenti di un piano di sviluppo economico del Veneto, ibid. 1963; Caratteristiche e prospettive di sviluppo economico italiano: l'aspetto economico, in VII Riunione scientifica della Società italiana degli economisti, Milano 1966; L'impresa: problemi di breve e di lungo periodo, in L'impresa nell'economia italiana, ibid. 1976, pp. 69-75; Lombardia anni '80, in Regione Lombardia, Quaderni della programmazione regionale, 1980, n. 1; Tratti caratteristici dello sviluppo industriale lombardo, in Le vie regionali allo sviluppo industriale italiano, Firenze 1982. Successivamente al 1982 si veda: Milano e le aree metropolitane europee: innovazione e sviluppo urbano, in Tecnologie e sviluppo urbano, Milano 1985, pp. 375-415.
Fonti e Bibl.: La Bocconi ricorda I. G., magnifico rettore dal 1975 al 1984, Milano 1985; A. De Maddalena, Commemorazione di I. G., in Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, CXX (1986), pp. 107-114.