BRUGNO, Innocente
Pittore udinese vissuto a cavallo tra il sec. XVI e il XVII, di cui si conoscono poche notizie: nel 1591, in S. Vito, stima una pala di Cristoforo Diana (Bampo) e nel 1609 firma il quadro "di macchina" del Museo civico di Udine. Scarse sono anche le testimonianze pittoriche: oltre alla già ricordata tela commemorativa, nel salone del castello udinese esiste una seconda opera, firmata. Dell'Assunta della parrocchiale di Carpeneto (Udine); citata dal De Renaldis e dagli storici successivi, non c'è più traccia.
Il grande dipinto del Museo civico di Udine (depositi), eseguito in onore del luogotenente Antonio Grimani, reca la firma "Inocente Brugno F.", sul pilastrino del trono della Vergine, e la data MDCVIIII (letta fin qui erroneamente, 1610), a destra, in basso. esemplato sullo schema della letteratura encomiastica veneta e raffigura al centro la Madonna col Bambino es. Marco, a destra, inginocchiato, il Grimani con quattro deputati, a sinistra i suoi quattro figli e le figure allegoriche della Costanza, dell'Origine, della Volontà e della Fiducia; sullo sfondo appare il castello di Udine. La composizione è articolata con discreto respiro e trova accenti più liberi e personali nelle parti "di fantasia", mentre si rivela alquanto greve dov'è condizionata dall'esigenza ritrattistica. La fonte culturale del pittore èveronesiana e tintorettesca, probabilmente con la mediazione di Palma il Giovane e di Maffeo da Verona. Il modulo vincolante rallenta le possibilità espressive del B., il quale, tuttavia, nei brani emancipati denuncia una certa grinta, che lo stacca dalla pletora dei coevi pittori provinciali.
La seconda opera superstite rappresenta al centro lo Stemma della famiglia Morosini e ai lati le allegorie della Temperanza, della Fortezza, della Giustizia e della Prudenza ed è firmata "Inocente B. F": anch'essa ribadisce la medesima fonte i;piratrice, in una trascrizione abbastanza viva e convincente. Le due allegorie del soffitto del salone del castello di Udine, che recano la data del 1657, assegnate al B. dal Someda de Marco, non sembrano appartenergli, perché troppo povere ed estranee alla sua maniera (senza contare che, probabilmente, sono state eseguite dopo la morte dell'artista, come accerta il citato atto del 1591, che lo dichiara già autorevole e quindi anagraficamente maturo).
Il B., pur accettando formule manieristiche, ha il merito di aver superato le remore della tradizione pordenoniana, schiudendo nuove prospettive alla cultura artistica locale.
Bibl.: G. De Renaldis, Della pittura friulana, Udine 1798, p. 79; F. di Maniago, Storia dellebelle arti friulane, I, Venezia 1819, pp. 94, 174; II, Udine 1823, pp. 135, 246; L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, Firenze 1845, III, p. 186; F. di Manzano, Cenni biografici dei letterati ed artisti friulani, Udine 1866, p. 43; Udine, Bibl. Civica, G. B. Cavalcaselle, Vita e opere dei pittori friulani (ms., 1876), pp. 43, 46; Roma, Ist. d. Encicl. Ital., A. De Alisi. Cenni biografici degli artisti della Venezia Giulia, (ms., sec. XX), ad vocem; C.Someda de Marco, Il Museo civico e le Gallerie d'arte antica e moderna di Udine, Udine 1956, pp. 149, 157; G. Bampo, Contributo quinto alla storia dell'arte in Friuli, Udine 1962, p. 76.